Come ogni anno, la pausa dell’ASG ha regalato, a tifosi ed appassionati NBA, anche le forti emozioni del mercato, mai come quest’anno chiacchierato e denso di rumors. La “trade” 2015 è stata talmente caricata di aspettative da aver lasciato, a bocce ferme, un vago sapore di incompiuto: pochi movimenti mirati, tanti cambi di casacca di secondo o terz’ordine, molti movimenti interlocutori, tante scelte scambiate, ma nessun (o quasi…) big si è mosso. A due giorni dalla deadline proviamo, a mente fredda, ad analizzare le franchigie che hanno animato il mercato invernale. Lo facciamo, volutamente, in ordine sparso, tralasciando i dettagli ed i giocatori scambiati e già tagliati.
Solo movimenti minori per New Orleans (Cole), che continua ad aspettare il pieno recupero di condizione di Holiday e, soprattutto, della star Antony Davis, per tentare il difficilissimo assalto ai playoff.
Puntano sempre e soltanto al futuro, come prevedibile, i Knicks (Shved più seconde scelte), Utah (scelte) e, sopratutto, Denver (Barton, Claver, scelta 2016 di Portland, diritti di Akyol) che, ormai lontanissima dall’ottavo posto, libera spazio salariale in vista della prossima free agency (probabilmente a caccia di una guardia, forse di un centro, di alto livello): se il presente è poco più di un disastro, ferme restando le “certezze” Lawson, Faried e Gallinari, il futuro comincia ad assumere tinte meno fosche…
Philadelphia (due prime protettissime ed una seconda scelta) estremizza il concetto: già ampiamente al di sotto del minimo sindacale e salariale, si sbarazza anche di Carter Williams e McDaniels, acquisisce le prestazioni di Canaan e McGee (non esattamente due futuri all-star…) e prime scelte (le ennesime) peraltro protettissime… Inizia a lasciare un retrogusto stantio il continuo gioco al ribasso di questa franchigia che, quando pare individuare prospetti adatti a disegnare un progetto, immediatamente li cambia con future pick per i prossimi draft, rinviando la ricostruzione alle calende greche!
Scambio isolato per Washington (Sessions) e Sacramento (Miller), con questi ultimi che, però, fanno registrare l’atteso cambio in panchina: l’avvento di George Karl, e l’arrivo fortemente voluto di Miller, pur non modificando la situazione attuale dei californiani, paiono un primo tassello per la costruzione di un vero progetto di squadra, quello che a Sacramento manca ormai da tempo immemore! Le potenzialità ci sono…
Boston, oggi, è una terra di mezzo costretta ad inseguire, per dare un senso alla stagione, un difficilissimo aggancio alla zona PO della pur derelitta Eastern, senza perdere di vista il futuro. Già da tempo liberato spazio cedendo la stella Rondo e puntando tutto sullo sviluppo di Smart, ora, liberatisi di Thornton e Prince, i Celtics rilevano Isiah Thomas, Jerebko ed il nostro Gigi Datome, migliorando la profondità e l’esperienza del già ricco backcourt. Il presente è difficile, con evidentissime lacune sotto le plance, ma il pacchetto di prime scelte ai prossimi draft promettente. Speriamo che il nostro Gigigante possa finalmente trovare spazio e mostrare il proprio valore!
Houston (McDaniels e Prigioni) compie una operazione simile, ma probabilmente l’impatto è ancora minore, per una squadra che rischia l’ennesima stagione incompiuta, tanto esplosiva quando riesce ad esprimere al meglio le proprie enormi potenzialità, quanto troppo rigida negli schemi mentali di McHale in altre occasioni, specie contro le “big”.
Non lo stesso può dirsi dei cugini di Dallas, ove arriva Amar’e Stoudemire a rinforzare (così si augurano i tifosi Mavs) il pacchetto lunghi ed a colmare la sofferenza quasi perenne contro le frontline avversarie. Dopo Rondo, ecco l’altro tassello mancante per giudicare (sulla carta) completo il potenziale a disposizione di Carlisle: ora conta solo iniziare a vincere!
La palma del romanticismo va senza dubbio a Minnesota, con il ritorno a casa di Kevin Garnett! Un colpo ad effetto mediatico, ma anche una preziosa chioccia per l’ulteriore sviluppo di Wiggins ed il giusto epilogo per una stella di primissima grandezza del basket moderno: quanto di meglio per una franchigia in attesa di tempi migliori…
I Nets aspettavano la deadline come il giorno del giudizio, ed il giudizio, finalmente, è arrivato, e non può che essere fortemente negativo! Attesa dal difficile compito di liberare spazio salariale, avviare la ricostruzione conquistando asset futuribili, possibilmente acquisire scelte future (quella del prossimo anno è in mano agli Hawks…) e restare in corsa per i playoff, Brooklyn ha avuto tutti i suoi big al centro dei rumors per mesi, Lopez è stato dato per scambiato ad Oklahoma fino a mez’ora prima della “campanella”, infine Billy King si è ritrovato col cerino in mano, con il solo upgrade (questo probabilmente si, lo è!) di Taddeus Young per Garnett e la difficile rincorsa all’ottavo posto complicata dal rafforzamento delle dirette concorrenti! Hollins aveva pubblicamente ammesso di aspettarsi il roster invariato alla deadline ed è stato (più o meno volutamente…) accontentato. Ora, in meno di due mesi, si gioca la sua credibilità al di là del ponte, con la prospettiva di un’altra stagione interlocutoria prima della scadenza naturale dei supercontratti e con Lopez in uscita tra pochi mesi salvo che eserciti la player option: auguri!
Probabilmente, il colpo del mercato 2015 lo ha realizzato Miami, portando alla corte di Spoelstra dopo anni di latitanza di una vera PG, Goran Dragic (insieme al fratello Zoran)! Il tempo di adattarsi alla nuova realtà e gli Heat torneranno ad essere una contender ad Est, avranno pensato i tanti tifosi orfani di LBJ… ma la malasorte si accanisce subito su di loro e, soprattutto, sulla stella Chris Bosh, anch’egli (come Teletovic poche settimane or sono) vittima di embolia polmonare e fuori almeno per la stagione! Nell’augurarci prima di tutto la sua pronta guarigione e l’esclusione di ancor più gravi malattie sottese, non possiamo non osservare che, per un clamoroso upgrade realizzato nel backcourt, si apre una voragine in area per la squadra di Wade che, forte della esuberanza fisica dell’astro nascente Whiteside, vede ora, però, scemare drammaticamente dinamismo e tecnica sotto le plance…
Orfana di Dragic è Phoenix, che ha volutamente svuotato l’inizialmente stracolmo spot di PG per riempirlo con l’arrivo di Brandon Knight dai Bucks! Intrigante l’accoppiamento con Bladsoe, il mercato dei Suns è stato aspramente criticato, ma qui vogliamo andare controcorrente: la sensazione è che si sia volutamente puntato soprattutto sul miglioramento dell’ambiente e dello spogliatoio, su una ridefinizione delle gerarchie, sull’ampliamento della panchina (Granger, forse Thornton) e sul futuro, con l’acquisizione di diverse prime scelte. Con Oklahoma ormai lanciatissima verso il rientro in zona playoff, forse sarebbe il caso di guardare un po’ oltre le apparenza ed i primi mal di pancia ed aspettare qualche tempo prima di esprimere giudizi drastici, per una scelta strategica che potrebbe rivelarsi molto meno perdente di quanto sembri.
Al centro della girandola delle trade, Milwakee allunga la panchina (Plumlee ed Ennis) e ringiovanisce ulteriormente, senza indebolirlo, nel ruolo di point guard (Karter-Williams)! Silenziosamente la rivelazione della Eastern continua a costruire il futuro: playoff assicurati ed oceanici margini di manovra e miglioramento per i Bucks!
E veniamo al nostro personale podio delle trade 2015: KD e RW non resteranno in eterno, i tempi per vincere, ad Oklahoma, iniziano a stringere e forse il treno è passato, le assenze delle due superstar ad inizio stagione hanno trasformato il 2015 in una disperata rincorsa, c’è bisogno di un centro all’altezza della situazione e delle ambizioni dei compagni, mentre il buon Reggie Jackson, dopo un inizio da starting-five scoppiettante ma infruttuoso per la squadra, pare ormai in esubero dopo l’arrivo di Waiters…et voilà! Via Reggie, via anche l’ormai declinante Perkins (il quale, sia detto per inciso, viene poi tagliato anche dai Jazz, ma si permette il lusso di dire NO ai delusissimi ed immobili Clippers, forse in attesa della chiamata dei Cavs…), ecco Kanter, insieme con Singler, Novak e l’ottimo DJ Augustin! Trade azzeccata se ce n’è una, con un solo, piccolo neo: se hai urgenza di vincere subito, forse il Brook Lopez delle ultime settimane faceva più al caso tuo! Ma qualcosa non deve aver funzionato con gli enigmatici Nets, ed allora va bene anche così: che la corsa continui, ai playoff i Thunder saranno un pessimo cliente per chiunque!
Tra le migliori nei movimenti anche Detroit: gli uomini giusti al posto giusto! Reggie Jackson ha abbastanza talento e voglia di rivalsa per prendere in mano la truppa di Van Grundy e non far rimpiangere il pur ottimo Jennings del pre-infortunio! Ed anche Tayshaun Prince può tornare utile. Il tutto in cambio di giocatori non utilizzati… delle squadre in corsa per gli ultimi posti utili ad Est, stante la scalogna di Bosh, i Pistons paiono i più migliorati dal mercato. Una domanda sorge, però, spontanea: cosa accadrà quando Jennigs sarà guarito e reclamerà le chiavi della squadra?
Vogliamo, infine, assegnare la platonica palma di reginetta del mercato ai Blazers di Portland: se l’agiunta di Alonzo Gee può dare vigore alla panchina, Afflalo rappresenta un potenziale salto di qualità importante ed in grado di “spostare” i fragili ed instabili equilibri nella grande ammucchiata alle spalle dei Warriors nella Western! E la definizione della griglia playoff nella Conference largamente più dura della Lega peserà non poco, a lume di buon senso, nella corsa all’anello, mai equilibrata ed incerta come quest’anno!
Ma nel mondo NBA il tempo per fermarsi a riflettere è già scaduto: la parola è tornata al parquet, unico giudice inappellabile!…stay tuned!
by Marco Calvarese