Grandissimo sussulto d’orgoglio della Juve Caserta, che non si arrende a un destino solo apparentemente scritto e tira fuori una partita fantastica, annichilendo la corazzata Reyer con 40′ di intensità, energia, ma anche lucidità offensiva (54% al tiro, 15/16 ai liberi). E il tutto senza Henry Domercant in campo, inizialmente dato come recuperato, ma poi tenuto in panchina da Esposito che non vuole rischiarlo prima di averlo al 100%. L’assenza dell’ex Siena, però, non è stata un problema perché davvero tutti i giocatori in campo hanno lasciato il segno sulla partita in un modo o in un altro.
Dal solito devastante Dejan Ivanov del girone di ritorno (19+6), passando per Carleton Scott, chirurgico al tiro (4/6 da 2 e 2/3 da 3, con anche 8 rimbalzi) nonostante un brutto colpo alla testa in uno scontro di gioco fortuito con Ress, fino al gruppo italiano che è stata la vera marcia in più della squadra: Vitali e Mordente hanno segnato in doppia cifra, Michelori e Tessitori, pur soffrendo le pene dell’inferno a rimbalzo, hanno lottato come leoni contro la front line veneta, Antonutti ha avuto un lampo offensivo importantissimo nel terzo periodo e lo stesso Tomassini ha svolto il suo compito con assoluto merito in regia, dove si è distinto un Ronald Moore assoluto uomo squadra e autore di una partita totale con 8 punti, 6 rimbalzi e 9 assists. Ma dove la Juve ha fatto la differenza per davvero è stato nella propria metà campo, dove con la cattiveria agonistica messa in campo dal primo possesso ha letteralmente sorpreso Venezia che l’ha subita per tutta la partita. Il mix di schieramenti uomo/zona di Esposito, assieme a rotazioni difensive vorticose, ha mandato in tilt l’attacco Reyer, che spesso si è trovato a prendere tiri con poco costrutto da fuori (8/26 da 3) e a perdere parecchi palloni (14).
Le prospettive per Caserta non cambiano di molto: la salvezza rimane lontana 5 punti, l’impresa rimane ardua, ma la prova di stasera non fa stare tranquilla Pesaro (attesa domani dal proibitivo incontro con Milano), visto che con partite del genere ripetute per le restanti 7 gare i bianconeri si potranno togliere ancora molte soddisfazioni e cercare il miracolo.
Venezia, invece, ha preso una discreta sberla in faccia, probabilmente attendendosi una squadra più rassegnata e non un gruppo con il sangue agli occhi come è stato quello della Pasta Reggia di oggi. Gli uomini di Recalcati hanno faticato fin da subito, finendo sotto nel punteggio e non riuscendo a contenere l’attacco ospite che ha mosso molto bene la palla e tirato con precisione da fuori per buona parte del primo tempo, indirizzando il match. Julian Stone, nonostante le statistiche non pessime (10+8) ha giocato una gara poco convincente, perdendo molti palloni e il filo dell’incontro dopo un inizio incoraggiante.
Jarrius Jackson non è mai riuscito ad entrare in partita (3/10 al tiro), Goss è stato uno dei meno peggio ma è andato a corrente alterna, nulli o quasi Dulkys e Ruzzier, non pervenuto Viggiano. Capitolo a parte per i lunghi, che a rimbalzo offensivo hanno letteralmente banchettato (15 rimbalzi offensivi di squadra) ma sono riusciti a convertire in punti le seconde chance pochissime volte, quasi sempre accerchiati da selve di braccia giunte in aiuto e che hanno sporcato in maniera decisiva le linee di tiro reyerine.
Peric, inizialmente, sembrava poter giocare un’altra delle sue partite monstre di quest’anno, ma lungo la strada si è perso, Nelson ha avuto un breve momento nel finale in attacco, Ress non ha inciso e così l’unico ad essere abbastanza costante è stato Ortner.
Così, in classifica, arriva l’aggancio di Sassari (vincente in volata con Capo d’Orlando) in attesa di Milano domani sera. Una sconfitta che deve tenere sull’attenti gli oro-granata, che continuano ad avere, probabilmente, il miglior collettivo del campionato dopo l’EA7, ma sanno che in futuro non potranno permettersi passi falsi, prima di tutto mentali, come quelli di oggi per poter puntare ai massimi traguardi.
Venendo alla cronaca sintetica della gara, Caserta ha condotto praticamente sempre, tranne un breve intermezzo a metà secondo quarto. Da subito Ivanov ha messo in croce la difesa di Venezia rendendosi immarcabile sui pick and roll condotti in collaborazione con un preziosissimo Moore e colpendo anche due volte da dietro l’arco (12 punti nel primo quarto). Tutto attorno ruotava una squadra ispiratissima in attacco e che rapidamente andava avanti in doppia cifra (26-15), prima del rientro Reyer, con un 9-0 di parziale ottenuto con relativa semplicità, che ricuciva lo strappo sul 26-24 e sembrava spalancare le porte a tutta un’altra partita.
Tessitori e Tomassini rispondevano presente, ma un paio di triple di Dulkys davano agli ospiti l’unico vantaggio della propria gara (32-33), prima, però, di subire il parziale che avrebbe girato la partita, orchestrato dal duo Mordente-Michelori: l’esterno ex Treviso a segnare da fuori, il lungo ex Bologna a mettersi a “far legna” nel pitturato. Con Stone fuori partita e un ottimo movimento di uomini e palla, arrivava un 16-2 per Caserta con a tabellone un 48-35 solo mitigato dal 2+1 in chiusura di primo tempo da parte di Ortner.
La ripresa non cambiava troppo gli equilibri. Un paio di distrazioni dei padroni di casa permettevano a Venezia di riavvicinarsi in contropiede sul -7 (53-60 con canestri di Peric e Goss), ma lì era Antonutti con 7 punti a ricacciare indietro di prepotenza la band di Recalcati, che dopo 30′ vedeva ancora 12 lunghezze da recuperare alla Juve, dopo aver toccato anche il -15.
La partita a quel punto era ormai decisa. In attacco le percentuali si sporcavano e la gara diventava più spigolosa. La Reyer aveva qualche sussulto, ma la Pasta Reggia, pur senza segnare da 3, giocava abbastanza di squadra da trovare i canestri decisivi per chiudere i conti e continuare a sperare nella permanenza in massima serie.
PASTA REGGIA CASERTA – REYER VENEZIA 84-73
Parziali: 26-20; 22-18; 20-18; 16-17;
Progressione: 26-20; 48-38; 68-56; 84-73;
MVP: Premio per tutto il collettivo di Caserta, che davvero oggi ha mostrato cosa si intende per vittoria di squadra. Con una ulteriore nota di merito per il cervello del gruppo, un Ronald Moore davvero esiziale.
WVP: Male Jarrius Jackson, nullo fino all’ultimo quarto in cui quanto meno, però, ha provato a fare qualcosa, assolutamente invisibile in 11 minuti di impiego, invece, Jeff Viggiano, su cui ricade la nostra scelta.