Roma, 3, aprile 2015 – Meno di 6 giornate alla fine della stagione regolare ed adesso più che mai le chiacchiere stanno a zero. Ogni gara potrebbe determinare le sorti di una stagione, il raggiungimento o meno dell’obiettivo dichiarato di una stagione e sia Roma che Avellino lo sanno più che bene. Perciò è chiaro come la luce del sole che sabato sera il match che vedrà impegnati romani ed irpini sul parquet capitolino può essere di più che una semplice partita, vincerla significherebbe aumentare infatti le chances di conquistare un posto nella griglia dei Playoffs, perderla rimettere tutto maledettamente in discussione se non addirittura abbandonare sogni di gloria. Gara quasi senza ritorno allora, chi l’avrebbe detto dopo la gara dell’andata terminata 74-70 per la Sidigas e non senza rimpianti da parte ACEA? Ad oggi molti cambiamenti tra le due squadre rispetto all’andata e molti dei quali non certamente voluti ma si sa, quando le cose non girano, è normale cercare di correggere la barra della nave, specie per Avellino. Roma è reduce dalla sua terza vittoria di fila in campionato, mai successo quest’anno mentre la Scandone ha bagnato con una tonante vittoria in casa contro le V Nere il debutto di Fabrizio Frates in panchina al posto di Frankie Vitucci, a dirla in breve due squadre in crescita quindi, spettacolo garantito, anche emotivamente parlando.
ACEA Virtus Roma
Successo importantissimo quello colto domenica sera al Pala Radi dai Dalmonte’s Boys. Vittoria di grinta e di carattere ma anche di testa, osservare l’ultimo periodo della Virtus ha fatto comprendere come sia stato importante portare in squadra un tipo come Ramel Curry, con il suo canestro determinante segnato uno vs uno contro Campani ma soprattutto con la difesa incredibile contro Luca Vitali sull’ultimo possesso decisivo della gara (con il play azzurro costretto ad alzare molto la parabola per impedire la sua stoppata non beccando nemmeno il ferro dal cuore dell’area romana).
Una Roma che quindi ha ora un’altro appeal, un’altra connotazione tecnico-tattica, perchè non esaltare anche l’apporto di Ndudi Ebi (ex di turno), che lotta, “picchia”, morde le caviglie e mette anche dentro canestri importanti oltre a stoppare chiunque possa capitargli a tiro? Un giocatore che ha dato una presenza in area che prima era solo fisica ed atletica con Morgan Jordan, non certo intimidatrice ed alla luce dei risultati arrivati non si può certamente obiettare il contrario. Anche l’arrivo di Austin Freeman ha dato più corpo e sostanza, a Cremona il suo 3/4 da tre è stato basilare per la vittoria dopo un avvio in maglia Virtus dal suo arrivo non certamente scoppiettante, abituato a Capo D’Orlando a gestire spesso possessi roventi.
Ma come, Roma non ha già dei giocatori di forte esperienza? Magari si potrebbe altresì osservare che anche Bobby Jones ha esperienza, anche Rok Stipcevic (a proposito, che stagione sta facendo il play croato?? Lo vogliamo dire??), ed ovviamente anche Capitan D’Ercole quindi? Non dimentichiamoci che la Roma d’inizio stagione aveva puntato molto, ed a ragione veduta numeri alla mano, su Brandon Triche e che l’arrivo di Stipcevic avvenne 72 ore prima del debutto alle F4 di Supercoppa in quel di Sassari, chiaro lo scopo di avere quindi un play puro, affidabile al posto di una combo-guard talentuosa ma anche tutta da scoprire a certi livelli.
Il tempo ha dato purtroppo torto a chi lo aveva prescelto come potenziale crack del campionato per la propria squadra, compreso chi vi scrive con estrema sincertà, generando quindi un’onda di malumore non palese ma strisciante in seno al roster, deflagrato lentamente ma inesorabilmente con il declassamento dell’ex-Syracuse a sesto uomo dopo la penosa esibizione di Brindisi del 26 dicembre scorso partendo come al solito da play titolare. E la ricordiamo la prestazione proprio di Triche in quel di Avellino all’andata? Con gli Irpini a scappare via con una facilità irrisoria salvo poi subire il ritorno dell’ACEA? Fu proprio Triche a perdere banalmente il possesso del potenziale vantaggio romano a 60″ dal termine sul punteggio di parità, canestro che spezzò le gambe all’Urbe confortando ed esaltando invece i padroni di casa che poi chiusero sul +4.
Ma se è vero chi solo chi non opera non può sbagliare, la Virtus Roma ha virato a 180° la propria rotta in volo e domani si gioca una corposa chance di conquistare un posto al sole. Difficile ipotizzare come potrà andare la gara, se Roma ha vinto le ultime tre sfide al calor bianco non propriamente incantando, viene da pensare che prima o poi dovrà far vedere qualcosa di decisamente in discontinuità con il recente passato. La Sidigas ha un ottimo quintetto, la panchina ora è di spessore buono con il ritorno di Marques Green ma le rotazioni dei verdi campani non sono di altissimo livello rispetto a quanto possa oggi vantare Roma.
Perciò è ipotizzabile una gara che l’ACEA potrebbe condurre su ritmi alti, ormai l’impegno infrasettimanale è inesistente quindi il fiato è certamente in dosi corrette per “forzare” ritmo ed intensità offensiva. Inutile soffermarsi sulla difesa che l’Urbe dovrà erigere per contenere l’estro dei vari Banks, Harper ed Hanga, ed attenzione anche a Sundiata Gaines che assieme a Mister Rimbalzo Anosike può giocarsi la carta della grossissima esperienza che lo supporta nel suo incedere in campo.
Infine, come sempre, ecco le dichiarazioni di Luca Dalmonte a presentare la gara:
«L’importanza della gara è sotto gli occhi di tutti, il verdetto del campo sarà più significativo di qualsiasi parola spesa su un confronto che serve a entrambe le squadre per tenere viva la rincorsa ai playoff. In tal senso mi aspetto una partita che sia un anticipo di post season per intensità, energia e durezza.
I primi 40 minuti di coach Frates alla guida della Sidigas hanno mostrato un’aggressività difensiva più accentuata rispetto alle uscite precedenti, aspetto che ha permesso ad Avellino di esplodere a tutto campo in attacco. Sarà nostro dovere produrre un’esecuzione offensiva di grande attenzione, gestendo ogni singolo possesso come fosse l’ultimo della partita. Oltre a questo servirà avere le idee chiare sugli aspetti da attaccare per avere equilibrio in attacco e non concedere loro facili contropiede.
Ci aspetta uno sforzo difensivo superiore alla media, proporzionato al valore della partita. Sarà
necessario riuscire ad avere il contributo di tutti, condizione per noi indispensabile per fare una
buona gara».
Sidigas Avellino
Anche per la Sidigas è una gara cruciale. Due punti in meno di Roma in classifica anche se con il vantaggio del +4 nello scontro in diretto, perciò vincere domani significa di fatto aver raggiunto l’Urbe ma di fatto averla superata a parità di W in campionato.
Bloccata l’emorragia di sconfitte domenica scorsa, ribaltando in casa le V Nere bolognesi anche se gli emiliani non è che siano il non-plus-ultra fuori dalla propria tana, dopo il budget impiegato come accade da un pò di anni a questa parte, raggiungere i Playoffs è mandatorio. Però serviva la vittoria, bisognava porre le basi per questo finale di campionato, anche l’arrivo di Frates, forse in ritardo, è unicamente d’ascrivere nella direzione di un posto nella fatidica griglia.
Che questo roster possa far sicuramente di più di quanto fatto vedere ad oggi lo si è intuito alle F8 di Desio, Avellino sconfitta nei possessi finali dall’EA7 plurifavorita ma dopo aver tenuto in ansia, in estrema ansia una Milano forse un pò svagata ma pur sempre con un cabotaggio tecnico di spessore superiore all’avversario.
Un quintetto potenzialmente molto ma molto competitivo, con Sundiata Gaines a menare le danze, Adrian Banks come principale bocca da fuoco con 15,6 p.ti/gara (e 5,6/falli a gara subiti), e le ali come Justin Harper ed il mancato virtussino Adam Hanga (miglior “ladro” del parquet con 2,1 a gara), a sostenere lo sforzo con quasi 11 p.ti di media a gara a testa, pure come Gaines. Nel mezzo c’è Anosike, miglior rimbalzista del campionato e media da 62,6% da due, senza parlare della quinta piazza nela classifica dei giocatori di miglior rendimento della Lega con una valutazione media di 17,8.
Un ottimo equilibrio in attacco dunque, con solo Banks a fare la voce grossa e gli altri a portare il proprio quando occorre. Ma se un problema lo ha la Sidigas non è certamente l’attacco, è spalle a canestro che in questa stagione ha mostrato spesso la corda e di questo dovrà preoccuparsi Fabrizio Frates, anche se già da domenica scorsa un buon miglioramento s’è visto.
Dalla panchina infine c’è la recente addizione di Marques Green che, assieme a Daniele Cavaliero, Luca Lechtaler, Marc Trasolini e Riccardo Cortese, compone un roster che tutto sommato non è disprezzabile. Forse tolto Anosike, che troneggia in area, e la molla umana Harper, forse mancano un pò di centimetri ad una squadra che non raccoglie molto sotto le plance, il numero globale dice 36,3/rimbalzi gara meglio comunque di Roma che al momento viaggia con il 34,8.
Ma domani sarà una gara da clima infuocato, serviranno uomini veri e soprattutto uomini che tengano ben saldi i nervi, Avellino poi è in serie positiva da ben tre anni a Roma, vincendo di fila tre gare di cui ben due all’overtime.
Precedenti: globalmente Roma è in vantaggio, sono 36 già le sfide tra romani ed irpini di cui si ricorda certamente la semifinale scudetto che l’allora Lottomatica s’aggiudicò nel 2007-08 battendo l’Avellino più forte di sempre, con Matteo Boniciolli che quell’anno fece alzare ai suoi la Coppa Italia a Bologna. Però, come ricordato prima, Avellino vince sistematicamente da 3 anni nella Capitale ma globalmente l’Urbe è ancora in testa con 18 gare e 13 vinte.
Arbitri: Taurino-Bettini-Morelli
Si gioca: Pala Tiziano in Roma, sabato 4 aprile ore 20:30
Fabrizio Noto/FRED