Dopo 30 turni di campionato distribuiti nel corso degli ultimi 7 mesi, va in archivio la regular season della Serie A 2014/2015; la cavalcata partita lo scorso 11 ottobre si è conclusa ieri con un’ultima giornata che ha inevitabilmente emesso tutti i suoi importantissimi verdetti. Venezia seconda, Trento quarta, Cantù settima, Pesaro salva e Caserta retrocessa: questo, in estrema sintesi, ciò che era ancora in sospeso ed è stato definito dagli ultimi emozionanti 40 minuti di stagione regolare; ma andiamo per ordine. Come era nell’aria già dopo i risultati di 7 giorni fa, lo spot di testa di serie numero 2 alla partenza dei playoff va all’Umana Venezia. Per avere la certezza della piazza d’onore, alla Reyer di coach Recalcati bastava mantenere inviolato il parquet di casa contro una Upea Capo d’Orlando senza più niente da chiedere, autrice di una stagione più che dignitosa, e come da pronostico così è stato; la compagine ospite ha tenuto testa a Ress e compagni solamente nel primo quarto di gioco, prima di lasciare il passo alle celebrazioni per il raggiungimento di un obiettivo che a Venezia mancava da epoche estremamente remote.
Il successo dei veneti rende quindi inutile il risultato del PalaBigi, dove la Grissin Bon Reggio Emilia ha comunque superato – al termine di un match all’insegna del grande equilibrio – quell’Enel Brindisi già sicura del suo sesto posto in classifica. L’unica flebile speranza della Reggiana di effettuare in extremis il sorpasso era riposta in un “miracolo”, non avvenuto, da parte di Capo d’Orlando; sarebbe stato chiedere troppo, ma in casa Grissin Bon crediamo ci sia da essere soddisfatti dopo una regular season in cui i biancorossi hanno recitato sempre un ruolo da protagonista, costantemente ai vertici nonostante tante problematiche legate agli infortuni. Il terzo posto permette anche a coach Menetti e ai suoi di posizionarsi, come forse speravano, nella parte bassa del tabellone, quella che consente di affrontare la capolista EA7 Milano solo nell’eventuale finale scudetto; e il caso vuole che al primo turno si ritrovino di fronte, a partire da martedì 19, proprio Reggio e Brindisi. Un quarto di finale dove sarà l’Enel ad aver meno da perdere, e in cui una squadra sia solida che imprevedibile come quella di coach Bucchi potrà dare del filo da torcere.
Nessun colpo di scena anche nello sprint finale per la quarta piazza. La tutto sommato tranquilla vittoria casalinga della Dolomiti Energia Trento ai danni della Granarolo Bologna regala a Maurizio Buscaglia l’ennesima soddisfazione stagionale: insignito del meritato premio di Allenatore dell’anno, il coach dell’Aquila può godersi un piazzamento finale che lo scorso autunno non sarebbe stato immaginato neanche dal più sognatore dei tifosi trentini, piazzamento meritatissimo al termine di un campionato vissuto sempre su alti ritmi, portando alla ribalta nuovi nomi nel panorama nostrano e mostrando sia gioco che continuità. Trento avrà quindi il vantaggio del fattore campo nel primo turno contro il Banco di Sardegna Sassari, ieri corsaro sul parquet della Vanoli Cremona; vittoria inutile per la classifica, ma che può essere importante per il morale. Dopo quella terribile striscia di 5 sconfitte consecutive, il Banco ha fermato l’emorragia chiudendo la regular season con due W: iniezione di fiducia potenzialmente preziosa, per cercare di non iniziare ad handicap i quarti di finale contro un’avversaria che ha dalla sua più freschezza ed entusiasmo.
Il quadro dei playoff – mentre il già citato stop della Granarolo fa scendere le V nere all’ottavo posto, “regalandogli” l’onere e l’onore del quarto di finale contro Milano – si chiude con la qualificazione dell’Acqua Vitasnella Cantù. Per sconfiggere una orgogliosissima Acea Roma, intenzionata a chiudere con onore una stagione a corrente assai alternata e che nella Capitale lascia l’amaro in bocca, è servito il miglior Metta World Peace visto fin qui in Italia; la clamorosa prova al tiro fornita da un sontuoso MWP permette ai brianzoli di chiudere la regular season in settima posizione, prenotando il viaggio a Venezia per un avvincente quarto di finale contro l’Umana Reyer e rendendo del tutto ininfluente il match di Assago, dove la Giorgio Tesi Group Pistoia ha sfiorato il colpaccio contro l’Emporio Armani. Solo una vittoria al Forum e la simultanea sconfitta di Cantù avrebbero regalato a Pistoia il sogno di entrare tra le prime 8 per il secondo anno di fila, l’impresa non è arrivata, ma un enorme applauso va fatto a Paolo Moretti per aver portato ancora una volta la sua squadra oltre le aspettative e i pronostici, facendo del gioco e del collettivo i suoi punti di forza.
Restano da analizzare solamente due altre gare. A Masnago si è giocato per la gloria, con Openjobmetis Varese e Sidigas Avellino chiamate a chiudere con un sorriso una annata fatta di tante ombre; i “simbolici” 2 punti sono andati agli irpini, ma entrambe le compagini hanno comunque terminato la loro stagione dignitosamente, trovando in chiusura di campionato qualche risultato in più che, però, non può alleviare il rammarico per ciò che non è stato, per scelte estive rivelatesi sbagliate, aggiustate solo quando i buoi erano già fuggiti dalla stalla. Gli occhi di moltissimi appassionati erano però puntati sul vero match clou di giornata, la gara più attesa, il vero e proprio spareggio salvezza tra Consultinvest Pesaro e Pasta Reggia Caserta. La lotta per non scendere in Serie A2 ha a più riprese durante l’anno offerto molte sorprese, e questo epilogo non è stato da meno: i primi 10′ di gioco hanno fatto sognare i tifosi casertani, ma da quando – in chiusura di secondo quarto – la Vuelle ha messo la freccia e superato gli avversari nel punteggio, non c’è più stata storia, con Pesaro in controllo fino all’esplosione di gioia finale.
Come già accaduto 12 mesi fa, i marchigiani ottengono la salvezza con pochi mezzi, tanto sudore, e scavalcando la diretta concorrente all’ultima giornata in barba ad un roster in apparenza più carente; Caserta vede invece svanire quel sogno cullato con un grande girone di ritorno, con una rimonta a cui pochissimi credevano, a cui è mancato soltanto l’ultimo acuto. Chiudiamo con una riflessione: dopo che l’anno scorso la retrocessione della Sutor Montegranaro ha segnato la sua cancellazione dal basket nazionale, delle nubi sembrano già addensarsi anche sul prossimo futuro della Juve. Qualcuno dovrà pur farsi un esame di coscienza; non è possibile che una permanenza nella massima serie o una discesa nella categoria immediatamente inferiore – da sempre elementi naturali, basilari, componenti ovvie degli sport di squadra, anche nella loro logica dell’alternanza – costituiscano oggigiorno una costante “questione di vita o di morte”, una spada di Damocle che in caso di insuccesso rovescia su società e tifoserie ombre funeree ed avvoltoi. È l’intero movimento che soffre la crisi in maniera pesantissima, certo, ma proprio per questo vanno trovate delle contromisure che tutelino e permettano di rispettare i “semplici” verdetti dati dal campo.
Daniele Ciprari