#RealOly
Pubblico caldo, arena, o forse sarebbe meglio dire plaza de toros gremita in ogni ordine di posti, trofeo luccicante a bordo campo ben in vista e due top team pronti a giocarsela. Da un lato i padroni di casa spagnoli, che hanno roster profondo e di grande esperienza, anche con ragazzi passati dalla Nba e con ruoli di punta; dall’altro coloro che, negli ultimi tre anni han fatto altrettante finali, e quando erano sfavoriti hanno sempre portato a casa l’alloro, anche perchè due stelle come Spanoulis e Printezis finchè non vedono gli zeri sul cronometro si butteranno su ogni pallone come se fosse l’ultimo. Andiamo ad iniziare, ma prima una nota di colore…
#intrigointernazionale
Forse il caso e la storia lambiscono gli eventi con fare sordido, come un paio di forbici pronto a recidere un filo sottile in qualsiasi momento, ma che si fa attendere. Forse è vero che i thriller non li vediamo solo al cinema, ma di certo una finale come quella tra Olympiacos Pireo e Real Madrid ci va vicino e non di poco. Gli spagnoli non vincono dall’era delle torri lituane, venti anni fa esatti, quando batterono proprio la squadra ateniese che ora si ritrovano di fronte. I greci sanno sempre rimontare, sanno dare quel qualcosa in più contando con una base solida ed autoctona, che ci tiene a onorare la maglia e di fatto, gioca per il suo Paese, troppo spesso additato come ultima ruota del carro economico europeo. E qui Alfred Hitchcock sovviene. Riuscirà Roger Thornhill a convincere il mondo intero di non essere George Kaplan, che qui si traduce: il Real riuscirà a liberarsi del passato e a trovare se stesso, oppure dovrà soccombere ad una squadra brutta, sporca e cattiva?
Ore 20.02, viene alzata la contesa #inizialafinale
#1Q #RealOly #15-19 #lojeski&chapu
La tensione si sente e domina la scena, i contatti sono tanti, i centri si studiano come due pugili intenti ad aggiustare l’angolo dei blocchi. Il capitano Reyes indica la via, Carrol smarcato dalla colonna umana Ayon e un volo sopra il ferro di Fernandez (nella sua interpretazione del tap in offensivo) scrivono un 6-1 che mette paura, specie perchè Sfairopoulos l’ha preparata con cambi difensivi sistematici che però puntualmente finiscono in un missmatch cavalcato da quelli in canotta bianca. Il giocattolo madrileno si rompe perchè Ayon ha subito due falli e Laso mette nella mischia il grande ex Bouroussis, che non ripaga la attese.
Dalla panchina però anche l’Olympiacos può pescare e trovare un Matt Lojeski che inizia a crivellare il canestro. Sono due triple di puro talento di Carroll e Llull che tengono in linea di galleggiamento la squadra di casa, perchè un’altra tripla dell’americano naturalizzato belga e un buon impatto dalla panchina di Hunter (che costringe anche Bouroussis al secondo fallo) regalano il +4 ospite. Laso si gioca la carta Nocioni che fa subito la differenza, in difesa dove piazza la stoppata, e poi in attacco dove mette in ritmo Llull per la tripla che manda agli archivi il primo quarto, 15-19.
#2Q #RealOly #35-28 #MaciulisfromOaka
Potremmo dire che è una serenata blanca, ma saremmo riduttivi. Laso è bravo a mescolare le carte, con un quintetto prettamente difensivo, affidandosi ai centimetri nelle posizioni di ali di Nocioni e soprattutto di Maciulis, che di fronte a questo Olympiacos sembra vestire ancora la maglia verde del Panathinaikos. La tripla del lituano ex Milano vale il 22-22, prima che Spanoulis, che sembra essere un giocatore tutto fuorchè fenomenale, si inventi una lacrima appoggiata al tabellone (unica luce in un primo tempo cupo, segnato da perse, errori in lunetta aut similia).
Da qui in poi il quintettone Real non fa passare più nulla, Maciulis e Nocioni puniscono ancora, solo Hunter con i suoi balzi e la sua energia mette (pochi) punti sul tabellone. Ci si chiede perchè Lojeski sia in panchina, specie perchè senza Spanou e Sloukas, e con un Printezis braccato all’inverosimile, i greci appaiono alquanto soporiferi sul campo. Rudy va col furto con scasso e le solite storie tese, K.C. Rivers dopo tanto sacrificio in difesa spara la tripla e siamo 35-28 all’intervallo, con un Olympiacos sotto il 50% ai liberi e un atteggiamento mentale da underdog solito per la squadra in biancorosso, anche se stavolta di fronte c’è un signore come Andres Nocioni, che non guarda in faccia a nessuno e se può riesce ad entrare sotto pelle a chiunque gli passi davanti.
#3Q #RealOly #53-46 #ilMormonechelasapevalunga
E’ il 23′ quando un coast to coast di Llull e una tripla di Rudy sembrano scavare un solco importante, perchè siamo 40-29, Spanoulis è in totale stato comatoso sul campo, deleterio come poche volte, ma poi Rudy, che è sempre croce e delizia per chi lo ama, forza un passaggio che non c’è, Dunston inizia a carburare difensivamente e la partita cambia. Quello che era stato un fortino impenetrabile bianco inizia a soffrire, e i rossi, come sempre quando sono con l’acqua alla gola, riemergono. Lojeski segna in contropiede, Printezis punisce Ayon, lontano parante di quello della semifinale, dal post basso e poi Sloukas mette la tripla. Non è finita qui, Lojeski si arresta e tira dal palleggio, bomba e 10-0 di break, siamo 40-39 e Nocioni ributtato nella mischia, perchè serve cattiveria.L’interruttore biancorosso è acceso, Printezis firma il sorpasso, potrebbe essere il tracollo perchè continuano ad arrivare errori, ma proprio quando hai bisogno di nuova speranza, di una fede che ti sostenga, ecco rispondere un Mormone che ha diffuso la parola del Signore prima porta a porta, e che poi ha portato una religione di triple e corse tra i blocchi sui parquet: Jaycee Carroll. Sono tre le triple consecutive impossibili del mormone ex Teramo che fanno alzare in piedi ad applaudire persino il Re di Spagna sugli spalti, e siamo di nuovo +6 Real (49-43). Printezis sblocca i suoi, che continuano a sbagliare tonnellate di liberi, ma Carroll dimostra di non saper colpire solo dall’arco e sfruttando i tanti rimbalzi offensivi catturati dal Slaughter e compagni (frutto dei continui cambi difensivi dei greci) va col lay up rovesciato. Altra persa di Spanoulis, contropiede di Rodriguez per il +9, sembra nuovamente una passeggiata blanca, ma Sloukas dalla lunetta promette ancora vendetta, siamo 53-46 all’ultimo stop and go.
#4Q #RealOly #78-59 #Campeones
Si entra nel quarto periodo e arriva lui, il Chapu Nocioni, tripla e +10. Il palazzo ci spera, ma la circolazione di palla e un Hunter reattivo richiamano la coppa verso Atene. Slaughter e Rivers si fanno vedere, ma quando Lojeski e Sloukas (tripla) i fantasmi dal Pireo riemergono imperiosi come Scilla e Cariddi per Ulisse (62-55).Serve la scossa e questa arriva, l’Olympiacos costruisce ma sbatte sui ferri, sia dalla lunga che dalla lunetta, e se dall’altra parte ti trovi un Nocioni stellare, che segna dalla lunga, difende e stoppa su chiunque e da qui in poi, anche poi con l’aiuto di Llull, nasce un 9-0 che chiude i conti. Il resto è garbage time. Il finale è con qualche scoria, con qualche parolina tra Maciulis e Spanoulis, che non gradisce e, non primo brutto gesto, gli tira la palla addosso a gioco ormai finito. Non sapevamo esistesse la melina nel basket, ma il pubblico accompagna con gli olè i passaggi fra i giocatori, ed il Chacho infierisce forse anche senza volere con una tripla dal parcheggio. Punizione severe, vittoria Real 78-59, la vittoria di coach Laso, la vittoria di una squadra che stasera è stata spinta da ciascuno dei suoi campioni, ma Nocioni e Carroll su tutti.
#MVP Eurolega #Manofthematch
Andres “Chapu” Nocioni – Premio meritato e condiviso anche da chi vi scrive. Difende, segna quando serve, carica i compagni a pallettoni, è un giocatore di 36 anni che sa farsi amare e, a tratti, ha ricordato quel carisma che solo gli argentini sanno dare, specie se quegli argentini vengono da Bahia Blanca.
Real Madrid – Olympiacos 78-59
Tabellini
#ricapitolando #mytwocents
Serata storta per l’Olympiacos, che resta in partita per 35′ pur senza tiro da 3 (5/23) e con una percentuale ai liberi davvero disastrosa (12/26). Senza Spanoulis, alla sua prima sconfitta nelle sue partecipazioni alle final four e con il solo Lojeski a tirare la carretta, la festa madrilena può partire, anche perchè dalla parte del Real ci sono 15 rimbalzi in più (40-25) e quella padronanza di sè che serve a fronteggiare anche una serata non brillante di tutte le punte. Guardando le cifre, in casa Real top scorer Carroll (16 punti con 4/5 da tre) che nel terzo quarto spacca in due la gara dopo che i greci avevano rimesso il muso avanti con uno 0-12 tipico. L’mvp Nocioni, autentico uomo ovunque sul campo, chiuderà con 12 e 7 rimbalzi, ma quella presenza che ti fa vincere le gare e non solo. In doppia cifra “moto” Llull (12 con 4 assist, decisivi nel finale) e Sergio Rodriguez (11 ma con qualche persa di troppo). Saranno 9, uscendo dalla panchina, i punti di Maciulis, che cambia la gara nel secondo quarto, 7 quelli di un Rudy tenuto in panca nel finale e troppo accendi e spegni. Capitan Reyes solleva la coppa anche se la sua prestazione di tanto cuore non è supportata dai numeri: 2 punti e 1 rimbalzo, con 4 falli commessi in 15′. In casa Olympiacos si salva solo Lojeski, che ne mette 17 con 7/10 dal campo. Hunter (10 + 7 rimbalzi) dalla panchina sa essere un fattore, Dunston seppur con poco sul referto ci mette tanto in difesa per farsi apprezzare, mentre Sloukas 10 è l’ultimo dei suoi a mollare. Delude Printezis (11 ma con brutte percentuali) mentre il peggiore dei suoi è proprio Spanoulis, che nella gara non ci entra mai, 3 punti, 1 solo canestro dal campo, 4 perse e -2 di valutazione, e non fa molto per farci cambiare opinione. Peccato aver perso il proprio leader per i greci proprio quando ne avevano bisogno, perchè non tutti gli Ulisse di questo mondo, forse, han saputo resistere alla tentazione di rimanere impassibili ad ascoltare le sirene.
Domenico Landolfo