Ha smentito chi pensava sbarcasse in Italia solo per una comparsata senza grande dignità. Trentacinque anni, da tempo fuori dal basket che conta, Ron Artest alias Metta World Peace alias The Panda’s Friend ha dimostrato cosa voglia significare essere un fattore in NBA da questa parte del globo terracqueo.
Ieri sera ha tenuto una conferenza stampa che riportiamo integralmente per omaggiare un giocatore che sarebbe importante rivedere l’anno prossimo ancora in maglia Cantù…
“E’ stata una grande esperienza. Amo la pallacanestro italiana, il livello è alto e ci sono tanti ottimi giocatori. Mi sono trovato davvero bene con i miei compagni. Il nostro gruppo non aveva tanto vissuto di playoff che erano il nostro obiettivo. Eppure siamo riusciti a centrare la qualificazione e, nonostante avessimo meno conoscenza della post season che i nostri avversari, abbiamo dimostrato di poter competere con Venezia.
L’anno prossimo ci sono possibilità di rivederti a Cantù?
Direi proprio di si. Il mio agente sta parlando con la società e mi piacerebbe tornare a Cantù. Mi sono trovato bene qui, c’è una società organizzatissima, in stile NBA, e sarei felice di giocare un’intera stagione con la maglia dell’Acqua Vitasnella, anche perché iniziando il campionato con la preparazione ed essendo in forma penso che potrei fornire un contributo sicuramente maggiore.
Hai avuto offerte da altre società?
Un paio di altre società hanno contattato il mio agente, ma mi piace Cantù e voglio finire quello che ho iniziato. Ho disputato 8 gare in campionato e 5 nei playoff. Un po’ poco. Mi piacere terminare ciò che ho cominciato e per questo vorrei tornare qui.
Il tuo giudizio sugli arbitri italiani?
Credo che stiano facendo un buon lavoro. Non sempre è semplice capire il loro metro. Io per esempio mi sono arrabbiato per un fallo non fischiato in gara 1 con Venezia che ha comportato che mi infortunassi a un ginocchio e non potessi giocare al meglio la serie. Anche l’antisportivo su Johnson- Odom nella quinta partita mi sembrava evidente. Complessivamente però gli arbitri hanno fatto bene.
Cosa ti ha detto Stone per fati così arrabbiare in gara 5?
Non me lo ricordo. Vorrei però dire che mi è piaciuta la Reyer: è un’ottima squadra con buoni giocatori. Stone è un grande playamaker e anche Ress è molto forte. Il loro pubblico è davvero appassionato e caloroso, come il nostro, e non è facile giocare sul loro campo. Però ho apprezzato Venezia sia come team sia come città.
Ritieni che l’espulsione fosse giusta?
Sono le regole, non so se fosse giusta. E’ chiaro che quando ti lanciano delle bottiglie piene in testa l’unica cosa che ti viene di fare è rimandargliele indietro. Quando sono andato nei playoff ero solo amareggiato perché ho capito che ci stava sfuggendo l’occasione di vincere un titolo. Ecco se mi rimane un rammarico è il fatto che non tutti abbiano creduto sin dall’inizio che potevamo arrivare in fondo. Ogni tanto in spogliatoio si metteva in dubbio che potessimo arrivare ai playoff o che potessimo sconfiggere la Reyer perché era troppo forte. Alla fine invece abbiamo capito che potevamo avere una chance di vincere lo scudetto.
Se ti dovesse arrivare un’offerta da un team di Eurolega cosa faresti?
Dovrei scegliere se prendere più soldi o finire ciò che ho iniziato qui. Non intendo solo a Cantù, ma nel campionato italiano. Credo che il suo livello si possa alzare, sia come fama sia come mercato e che questo possa attrarre anche tanti altri giocatori in Italia. Negli Stati Uniti mi dicono che hanno visto le mie partite e può darsi che la Serie A venga seguita sempre di più. Mi piacerebbe tornare in America e vedere che tutti parlano del campionato italiano. Poi l’Italia è bellissima con città magnifiche: Roma, Venezia, Bologna, Milano. Il cibo è incredibile, in particolar modo la pasta.
Quale è il tuo ricordo più bello della tua avventura in Italia?
L’esordio a Pistoia. Ero arrivato da soli due giorni, stanco e con solo un paio di allenamenti alle spalle. Sono sceso in campo a Pistoia, ho visto la passione del pubblico e mi sono detto: questa è la realtà che piace a me. D’altra parte noi giochiamo per l’affetto dei tifosi e in questo l’Italia, e Cantù in particolare, è incredibile.