Sotto gli occhi di Pero Antic, tornato ad Atene in gita di piacere, l’Olympiacos chiude la serie di finale scudetto greca sul 3-0, conquistando meritatamente il suo undicesimo scudetto e riportando al Pireo un allora che mancava dalla stagione 2012.
Il Panathinaikos ripresenta finalmente sul parquet Batista, assente per infortunio nelle prime due sfide, ma dopo un buon inizio i verdi si ritrovano già sotto al primo intervallo 16-12. Due triple di Agravanis e Lafayette mandano l’Olympiacos avanti di 12 ( 32-20 ) a metà del secondo quarto, con un Panathinaikos che manca di reattività tra i giocatori della vecchia guardia (male Diamantidis ), e di qualità tra i nuovi. Cooper appare spaesato in un contesto più grande di lui, De Marcus Nelson si conferma il grande bluff del mercato estivo dello scorso anno, Morgan rende inspiegabile l’allontanamento di Gani Lawal. Occorreranno ben altri nomi da cui iniziare la ricostruzione di una squadra che , colpita da mille infortuni e vicissitudini nel finale di stagione, ha tirato fuori tutti i suoi limiti proprio nei momenti decisivi dell’annata. Come nel terzo quarto di gara due, è ancora Printezis a mettere a ferro e fuoco la difesa del Pana, e lo fa creando il break che nel secondo periodo porta l’Olympiacos avanti 51-39 all’intervallo, con i Campioni di Grecia, ora più che mai uscenti di nome e di fatto, costretti a subire ben 35 punti in dieci minuti difensivamente agghiaccianti. Complice poi un grande Spanoulis ( 23 punti + 5 assist ), gli ultimi venti minuti della partita e della stagione, sono soltanto un calvario per il Panathinaikos ( 0-5 il bilancio finale in campionato quest’anno contro Spanoulis e compagni ) e tappa di avvicinamento ai festeggiamenti per i “gavros”. Finisce 93-74 l’ultimo atto di una serie che non è mai stata in discussione, vista la disparità di valori tra le due contendenti.
Alessio Teresi
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