L’entusiasmo è una benzina indispensabile per iniziare un’avventura così difficile e dura per Azzurra by Pianigiani 2015. Alla Trentino Cup c’era tanto entusiasmo da sembrare quasi che trasparisse dalla televisione e ti coinvolgesse tenendoti incollato allo schermo, merito indiscusso delle telecamere di Sky e delle voci degli straordinari Tranquillo&Pessina, quanta maestria nel commentare ogni palleggio, ogni azione, ogni vagito quasi dalla panchina azzurra. Sì, l’attesa era enorme, da quanto tempo sogniamo di vedere una Nazionale degna di questo nome dopo anni di amarezze?
E che bello finalmente poter vedere i 4 NBA’rs per la prima volta assieme, come giocheranno assieme? Chi sarà più altruista dell’altro? Chi si sbatterà più in difesa escludendo Bargnani che quando si deve voltare le spalle al proprio canestro, è notorio, non eccelle quasi mai.
Poi partono le prime parole di Flavio Tranquillo che c’informa che Belinelli, Bargnani ed il Gallo saranno fermi per tutto il torneo a scopo precauzionale. Delusione. Tanta. Vabbeh, vediamo allora come giochiamo, come trattiamo gli extra-pass o le transizioni difensive ben sapendo che questa squadra, senza i tre NBA, ha poco da far vedere essendo di fatto un gruppo che sta assieme da tempo, ovviamente con i carichi di lavoro al massimo dopo la prima settimana di lavori forzati.
L’Olanda è una vittima facilmente sacrificabile. Si sapeva. Spaventa all’inizio ma poi la classe, che notoriamente non è acqua, si palesa nella sua magnificenza. Azzurra by Pianigiani 2015 segna poco però, spreca tanto in attacco e…Ad essere proprio cattivelli ma quanto basta, giusto per scovare il celeberrimo pelo nell’uovo, le perse sono banali e gli extra-pass non abbundat, come dicevano i latini. Si vince anche benino ma si vede che il cartello “men at work” è alto, ben presente al centro del campo.
Il giorno dopo tocca all’Austria. Ok, non ci faran mica paura i cugini cestisticamente sfigati dei tedeschi! Invece sì, l’approccio di Azzurra by Pianigiani 2015 senza anche un buon Melli del giorno prima è da scapoli vs ammogliati e gli ammogliati, peraltro privi di un Ben Otner che da noi fa sfracelli in campionato (sigh..), ci danno una leggera lezione di gioco, di sharin’, di attitudine al combattimento. Si balla salsa e merengue per almeno tre quarti, poi si mettono le cose a posto ma la sostanza è meno bella di ieri, è ovvio che salendo nella scala dei valori tecnici rispetto all’Olanda ci si doveva attendere un Austria più combattiva e determinata. “..Ben vengano queste difficoltà adesso…”, dice Pessina a fine match dai microfoni di Sky, “è meglio che i problemi o la gestione del gioco in condizione di difficoltà si vedano ora e ci si possa lavorare sopra serenamente..”. La pensa così anche coach Pianigiani, andiamo a letto sereni ma qualcosa ci preoccupa..
E la sera successiva e conclusiva del Torneo, quella che aggiudica la Trentino Cup contro i tedeschi sui quali dovremmo compiere l’impresa nel girone di ferro a casa loro dal 5 settembre per garantirci il passaggio del turno, le preoccupazioni si palesano. Per carità, Azzurra procede, magari si vede qualche assolo di meno di Gentile ed il solito Gigi Datome con Pietro Aradori in gran spolvero. Il cuoio magari viaggia meglio, ci si cerca di più rispetto in attacco rispetto al match vs l’Austria ma sul +7 nel quarto periodo l’attacco va in tilt. La Germania invece ci mette il cuore e la grinta, qualche tiro aperto di troppo concesso ai teutonici fanno saltare il margine di sicurezza creato e se anche Hackett con Gentile perdono una sfera sanguinosa sul +1, concedendo la fuga uno contro zero degli avversari, allora finisce che si perde con due tiri sbagliati sull’ultimo possesso.
Nessun allarmismo, Pianigiani a fine gara è soddisfatto, la miglior gara delle tre vinte, dice. Calmi e sereni tutti però questa sconfitta è sembrata come assaggiare un tiramisù ma privo di liquore. Ok, siamo alle prime fasi della preparazione ma le carenze in attacco specie nel gestire la sfera nel pitturato sono evidenti. Sia Cusin che Cervi mostrano le loro attitudini più votate alla difesa che all’offesa, pertanto gioco troppo perimetrale, tiri essenzialmente presi da fuori anche in virtù del gran talento delle bocche da fuoco, il tutto nell’attesa che la presenza del Gallo e del Mago possano dare di più vicino al vetro, senza ovviamente pensare che risolvano i limiti strutturali di un basket italiano che non produce ormai da secoli un centro valido sui due lati del campo.
C’è da lavorare, lavorare e lavorare quindi per vedere quello che tutti si aspettano da questa Nazionale, prossimo weekend “lungo” allora (si gioca 14, 15 e 16 agosto), a Tblisi in Georgia per vedere tutti in campo ed incrociando le dita, l’intoppo fisico è sempre dietro l’angolo.
Fabrizio Noto/FRED