Proseguiamo l’analisi dei gironi del prossimo Eurobasket, sempre più vicino. Oggi vediamo l’ultimo girone, il D, che si svolgerà a Riga, in Lettonia e qualitativamente è probabilmente il raggruppamento meno competitivo. C’è la Lituania come favorita d’obbligo per il primo posto, e poi dietro almeno in quattro possono giocarsela realmente per un posto agli ottavi: Belgio, Lettonia, Repubblica Ceca e Ucraina. Con l’Estonia che sembra destinata al ruolo di Cenerentola del girone.
N.B: Buona parte dei roster non è definitiva poichè ancora non sono state comunicate le liste ufficiali dagli allenatori. I link verranno via via aggiornati con la comunicazione delle rose definitive.
GIRONE D (Riga, Lettonia)
BELGIO
Continuano a crescere i belgi, che dopo un Europeo 2013 discreto (9° posto finale) vogliono proseguire nei propri miglioramenti anche in questa edizione. Il roster mostra una discreta dose di talento e in particolare ha una reparto esterno di buona presenza fisica e atletica. San Van Rossom e Jonathan Tabu si alterneranno in cabina di regia, garantendo alla squadra una direzione sicura, mentre Matt Lojeski e Wen Mukubu saranno una coppia di esterni di quasi due metri che potranno creare problemi di accoppiamento contro tutti. Diverso il discorso nei pressi del canestro, dove c’è il solito Axel Hervelle a guidare il gruppo. Qui, la selezione Belga manca decisamente di peso e intimidazione, una carenza che a questi livelli fa sempre una certa differenza. L’ex Virtus Roma Maxim De Zeeuw si alternerà proprio con Hervelle nel ruolo di ala grande, garantendo anche minuti da centro sottodimensionato. Nel ruolo di “5”, infatti, si registra la presenza del solo Kevin Tumba, 24enne di 2.06 dal Leuven, prima serie del campionato belga. Giocatore fisico, ma abbastanza grezzo nelle letture di gioco e, tutto sommato, un po’ pochino per pensare di competere davvero su questo palcoscenico. Il coach è l’ormai storico Eddy Casteels, sulla panchina da 8 anni, che impone un gioco a ritmi blandi e con tanta intensità difensiva, garantita, come detto, dai buoni atleti a disposizione. Le ambizioni non sono elevatissime, ma è una squadra che si presenta comunque con la voglia di sorprendere, agevolata anche da un girone che se gestito bene può portare a piazzamenti inattesi.
ESTONIA
Ritorno a Eurobasket dopo 14 anni per gli estoni, che già hanno celebrato la qualificazione quasi come un titolo europeo, e pertanto, come si intuisce, non arrivano in Croazia con grandi ambizioni. Inevitabile osservando un roster sottodimensionato, con poco talento e ancor meno esperienza europea. L’uomo di punta è il varesino Kristian Kangur, l’unico di tutta la selezione ad avere esperienza di un basket di livello. A lui sarà chiesto di guidare un gruppo che dovrà giocare, per forza di cose, una “small ball” forzata. Al di fuori dei centimetri di Janaar Talts, infatti, c’è poco a cui appoggiarsi. Per cui si vedrà tanto attacco con cinque uomini fuori da tre punti per cercare di sfruttare situazioni di penetra e scarica, sperando di avere mira illuminata al tiro pesante per provare a garantirsi una chance di competere che al momento non sembrerebbe alla portata. La preparazione al torneo, in tal senso, ha portato alla luce tutti i limiti della selezione che spesso (come anche visto con l’Italia) è sembrata di un livello decisamente inferiore alle avversarie, anche se ha mostrato uno Siim-Sander Vene, ala grande dello Zalgiris, che può essere un’alternativa offensiva credibile (sette volte su undici partite miglior realizzatore dei suoi). Certo, gli uomini di Tiit Sokk arrivano senza alcun tipo di pressione, già consci di aver fatto il proprio raggiungendo la qualificazione. La consapevolezza è quella che ogni eventuale singola vittoria sarà un trionfo, ma giocare leggeri, in tal senso, potrà essere un aiuto importante.
LETTONIA
Torneo di grandi aspettative per la Lettonia che, oltre a portare un gruppo talentuoso, giocherà in casa la prima fase, davanti a un pubblico affezionato che seguirà in massa la squadra con aspettative importanti. E qui sta il nodo della partecipazione al torneo. I lettoni sono sì un gruppo interessante, ma devono anche registrare assenze molto pesanti, che ne comprometteranno quasi sicuramente un cammino che poteva essere decisamente più ambizioso: Davis Bertans, Ojars Silins, Rihards Kuksiks e, ultimo ma non ultimo, ovviamente Kristaps Porzingis. Quattro giocatori che avrebbero alzato sensibilmente il livello di un roster comunque non privo di spunti interessanti. La caratteristica principale del team di Ainars Bagatskis è senza ombra di dubbio la spiccata propensione (grazie a percentuali eccellenti) al tiro da tre punti, cosa che in tornei di pochi giorni può fare la differenza in positivo. Ci sono almeno sei o sette giocatori che in questa stagione hanno viaggiato con non meno del 37% da dietro l’arco, lunghi inclusi (vedi Berzins e Mejeris), e ovviamente il gioco in campo rispecchierà l’esigenza di valorizzare questa peculiarità. Il leader sarà Janis Strelnieks, che è reduce da una grande stagione col Bamberg, mentre Dairis Bertans e Kaspars Berzins daranno pericolosità nel reparto ali. La Lettonia è una squadra che ha una pericolosità abbastanza distribuita tra i suoi uomini in campo (7 top scorers diversi in 9 partite di preparazione), arma che può essere a doppio taglio: se da una lato è difficile contro i lettoni bloccare tutte le fonti offensive, dall’altro, negli arrivi punto a punto, la mancanza di un vero leader offensivo potrebbe essere un limite importante. Difensivamente, invece, manca un po’ di peso nel pitturato per andare a far a sportellate con gli avversari. Lo spazio per nutrire sogni di gloria comunque c’è. Il gruppo è decisamente malleabile, e il passaggio agli ottavi appare assolutamente alla portata. Da lì in poi sarà un barrage, sperando di trovare la serata magica al tiro.
LITUANIA
Sempre pericolose le squadre lituane. E l’edizione 2015 della nazionale baltica non farà eccezione. Con un girone decisamente malleabile e in cui parte da favorita, la squadra di Kazlauskas si presenta ai nastri di partenza di Eurobasket con un roster decisamente interessante, che però ha anche alcune lacune abbastanza palesi. Prima fra tutte, una mancanza di qualità e profondità evidente nella posizione di playmaker, dove c’è il solo Mantas Kalnietis a garantire rendimenti di un certo livello. Un problema, quello della creazione del gioco, che rischia di azzoppare tutto il piano di un roster che, per il resto, mostra tante facce conosciute e, pertanto, molto pericolose. L’osservato speciale è come sempre Jonas Valanciunas sotto canestro: reduce da una stagione positiva con i Toronto Raptors e da un rinnovo contrattuale multi milionario, il centro classe 1992 dovrà essere la presenza dominante capace di dare ai suoi quel quid in più in attacco e in difesa. La maggior parte dei palloni passerà dalle sue mani, e la gestione del gioco interno/esterno sarà fondamentale per poter sfruttare una caratteristica storica delle squadre lituane: il tiro da fuori. La squadra di quest’anno non ha una vocazione così forte per la conclusione da oltre l’arco, ma gli specialisti non mancano, uno su tutti Arturas Milaknis, che ha chiuso l’ultima stagione allo Zalgiris con oltre il 46%. Oltre a questo c’è una discreta profondità nelle rotazioni e buona taglia fisica sugli esterni, con il solito Jonas Maciulis che sarà affiancato da Renaldas Seibutis e Paulius Jankunas, per formare un reparto ali con centimetri e chili, pronto a competere con chiunque. La fase di preparazione è andata abbastanza a singhiozzo, con vittorie filate contro squadre di livello inferiore, ma anche tre sconfitte nelle ultime quattro partite contro rappresentative decisamente di maggior valore (Croazia, Turchia, Grecia). In generale non sembra una squadra che possa realmente ambire alle primissime posizioni. Ma, la presenza di un giocatore come Valanciunas, e un girone in cui dovrebbe riuscire ad ottenere il primo posto, rendono la qualificazione a Rio 2016 (passando dal Preolimpico) un obiettivo primario, anche se le assenze dei vari Motiejunas, Kleiza o Darjus Lavrinovic saranno un ostacolo da saper evitare.
REPUBBLICA CECA
Squadra interessante, quella Ceca, che si candida a ruolo di possibile sorpresa del torneo. Il roster è un bel mix di giovani e veterani, dove spiccano su tutti i nomi di Jan vesely e Tomas Satoransky. Sono loro gli uomini che dovranno portare il più avanti possibile gli uomini di Ginzburg. Entrambi vengono da due ottime stagioni ad alti livelli europei: Satoransky si è affermato al top del gioco continentale, dimostrandosi pronto a tenere il campo senza impacci con il Barçelona, mentre Vesely è tornato alla grande nel Vecchio Continente, giocando una stagione da protagonista assoluto con il Fenerbache. Dietro, l’esperienza dello zoccolo duro capitanato da Jiri Welsh, Lubos Barton e Peter Benda dovrà dare lo slancio a una nazionale che, con la naturalizzazione di Blake Schilb, ha guadagnato una bella iniezione di qualità. L’ala, fresco di firma con il Galatasaray, potrà dare un ulteriore tocco di atipicità al roster giocando da “4” tattico. Accoppiato ad un Vesely che, per forza di cose, avrà molti minuti da centro, si prospetta così tanto gioco esterno e rapido, sospinto dalle lunghe leve di Satoransky. Dall’altro lato della medaglia, i cechi mostrano quelle carenze tipiche di una squadra ancora abbastanza nuova a questi palcoscenici. Il gioco soffre di una certa discontinuità, con alti notevoli che si alternano a bassi preoccupanti. Il tiro da fuori può rivelarsi un problema, anche se proprio Satoransky viene da una stagione in cui ha tirato con oltre il 45%. Così la difesa, specie anche per l’assenza di un vero centro di ruolo che garantisca un minimo di copertura nei pressi del ferro, ha mostrato, in preparazione, segni di evidente debolezza. Resta, comunque, un gruppo che può giocarsi le sue carte, a partire da un gruppo dove, alle spalle della Lituania, la caccia per la migliore posizione possibile è aperta e non certo impossibile.
UCRAINA
La nostra nemesi. Squadra che ci ha estromesso dai Mondiali due anni fa agli Europei (dove ha ottenuto uno splendido sesto posto) e che ci ha dato una discreta sberla nelle amichevoli di preparazione, con quella incredibile rimonta da -26 a Capodistria. L’Ucraina (che inizialmente avrebbe dovuto ospitare la manifestazione, salvo vedere la situazione del paese precipitare con conseguente spostamento del torneo) arriva in Lettonia con un gruppo rinnovato in almeno metà dei propri componenti e con il cambio più importante probabilmente in panchina, dove Evgeny Murzin ha raccolto il testimone di Mike Fratello, che dal 2011 aveva fatto cose egregie. Ci sono assenze importanti (una costante di questo Europeo): Sergiy Gladyr, Kyryl Natyazhko, Sergiy Lishchuk, Oleksy Pecherov, Alex Len e Slava Kravtsov, che sono chiaramente solo in parte mitigate dal ritorno di Kyrylo Fesenko, l’uomo di punta di questa spedizione. Giocatore massiccio e ruvido, non ha movimenti particolarmente raffinati, ma nel gioco europeo sa essere tremendamente efficace (15+9 di media a Saratov nell’ultima stagione), come abbiamo potuto constatare noi stessi sulla nostra pelle poche settimane fa. Il posto di nazionalizzato è passato da Pooh Jeter a Jerome Randle, a conferma di come la federazione ucraina (totalmente rinnovata) abbia una certa abilità nello scegliere gli stranieri da inserire. Attorno a lui ruoterà una squadra di scarsa esperienza internazionale, ma con alcune discrete individualità, come Stanislav Tymofeyenko, lungo sottodimensionato, ma capace di farsi valere sotto i tabelloni, o i giovani Mishula e Lypovyy, chiamati a dare tono al gioco esterno. Le prospettive non sono certamente le migliori. Ripetere il risultato di due anni è chiaramente fuori discussione, già riuscire a conquistare gli ottavi di finale sarebbe un trionfo. Di buono c’è che, non giocando in casa e quindi senza la pressione del proprio pubblico, i giocatori di Murzin (non troppo amato in patria) potranno andare in campo con maggiore tranquillità. E magari riuscire a sorprendere tutti nuovamente.
POSSIBILE CLASSIFICA FINALE
- LITUANIA
- LETTONIA
- BELGIO
- REPUBBLICA CECA
- UCRAINA
- ESTONIA
Nicolò Fiumi