Sembrerebbe facile, molto facile, etichettare le prime due gare di Azzurra by Pianigiani ad EuroBasket 2015 o come deludenti (leggasi alla voce “Turchia”), o come imbarazzanti nonostante la vittoria (alla voce “Islanda”).
E sembrerebbe altresì molto facile preconizzare un futuro molto incerto e difficile a questa Italia un pò stolta e poco presente a se stessa se non fosse che lo sport, molte volte, si ribella alla ratio ed alla logica comune dei risultati sul campo.
Le due gare sin quì disputate a Berlino hanno evidenziato infatti più i difetti che i pregi di questo roster ma hanno anche evidenziato una conduzione tecnica poco presente, se non addirittura incapace di trasmettere o comunicare alla squadra alcuni concetti basilari.
Procediamo con ordine però.
Le incongruenze vistose sciorinate vs la Turchia (la Spagna ieri sera ha fatto realmente capire che i ragazzi di Ataman restano un buon team ma non propriamente uno squadrone), colpiscono per due motivi: l’incapacità di attrezzarsi adeguatamente fin da subito in difesa al cospetto di quei due, tre giocatori sulla quale potevano contare i turchi e la gestione molto approssimativa nel primo tempo dei possessi, fattori che hanno scavato il -16 e che ha indirizzato il match contro Azzurra.
Non ci voleva mica Zarathustra per sapere che Ilyasova e Dixon, assieme ad Erden (prestazione monstre dell’ex-Celtics, era da tempo immemore che non si registrava una sua performance del genere), avrebbero fatto leva sul proprio talento offensivo e stesso dicasi su come avrebbero attaccato, pick’n’roll centrale in tutte le salse.
Se non si è stati in grado di arginarlo non si possono levare dal banco degli imputati i giocatori, specie gli esterni che come Alessandro Gentile sovente dimenticano il proprio uomo, dovendo loro proteggere meglio i non straordinari Cusin o Bargnani (si sapeva anche questo), in questo fondamentale in aiuto sul portatore di palla. Per non parlare dell’assoluta libertà di cui hanno goduto i cecchini della mezzaluna dalla linea dei sogni, Mahmutoglu ad esempio ha piazzato due bombe letali del terzo periodo in assoluta libertà, inconcepibile dettaglio al passivo se devi recuperare uno svantaggio.
Allora se “tutti sapevano“, com’è possibile che sia comunque accaduto? Quando Simone Pianigiani afferma in conferenza stampa post-Turchia che questa squadra o meglio, questi giocatori non sarebbero abituati a gare di questo livello dice il falso o dice il vero?
Chi vi scrive pensa che la frase del coach azzurro sia una pessima caduta di stile. Prima di tutto perchè se alcuni concetti non restano solidi nelle teste dei giocatori il problema è suo, non dei giocatori. Secondariamente, è chiaro che ad esempio gente come Gentile o Hackett (i due a mio avviso non si discutono molto in fase di possesso, cambia il discorso totalmente quando c’è da difendere, perchè altrimenti Milano in questi due anni ha vinto faticosamente solo lo scudetto l’anno scorso e come lo ha vinto?), se non addirittura lo stesso Cinciarini non assurgano spesso ai fasti della cronaca per le partite di Eurolega disputate ma se il materiale umano è questo sarebbe ora che Pianigiani se ne facesse una ragione e capisse come comunicare con loro.
Le lacune del settore guardie preoccupa anche perchè, e ieri contro il “nano” team islandese questo dettaglio lo si è visto più marcatamente e fortunatamente senza pagare dazio come invece contro la Turchia, se è vero che Azzurra non ha un rimbalzista DOC, sono proprio le guardie a doversi preoccupare con frequenza non solo del potenziale recupero di un rimbalzo in attacco ma soprattutto tagliare sempre fuori il proprio, diretto avversario.
Eppoi ci sono altre incongruenze che devono essere chiarite. Sembrerà banale ma perchè ad esempio affidare sovente, se non addirittura spesso, la palla dell’ultimo tiro (sia che si tratti di finale di quarto, sia che si tratti di finale di gara), ad un Marco Belinelli di cui non si ricorda a memoria d’uomo in maglia azzurra un suo canestro vincente in queste condizioni se non forse in un torneo di preparazione e circa un lustro fa? Possibile che in una squadra zeppa di “attaccanti” sia sempre e solo lui a dover prendersi l’ultimo tiro diverse volte decisivo?
Una squadra insomma che in teoria avrebbe, ed ha fatto anche vedere in fase di preparazione in maniera decisa, un potenziale offensivo enorme sul quale calibrare giochi e cadenze, contro la Turchia ha dovuto poggiare per gran parte del proprio peso offensivo sul Gallo, leader ormai carismatico a tutti gli effetti oltre che realizzatore primario.
Perchè non responsabilizzare di più Bargnani, autore comunque ieri contro l’Islanda di una gara di voglia, di sudore anche in difesa con ben tre stoppate (seppure sempre vs l’Islanda)? E Belinelli? Gli NBAr’s devono essere un valore e chi deve farli andare a regime?
Il vero cruccio o problema comunque da risolvere è che non si riesce a comunicare in difesa adeguatamente, sembra che non si recepisca l’importanza dell’aiuto e del recupero sul compagno battuto.
Inoltre, e si sperava tanto avvenisse sin dal primo possesso vs la Turchia, ci si dimentica la cazzimma che dovrebbe sempre animare questa squadra, di solo talento non vince più nessuno: osservare la Serbia o la Grecia, squadre prima che unione di talenti e basta. La reazione poi c’è stata contro i turchi ma ormai il danno era superiore alla toppa apportata per un match che ora pone le due gare vs Spagna e specie quella contro la Germania a dir poco decisive.
Contro l’Islanda, infine, la bella e determinata Islanda, era normale “soffrire e patire”: giocare contro chi non ha nulla da perdere, contro chi di solito è anche imprevedibile nel suo modo di giocare può realmente generare molti problemi ad una squadra come Azzurra by Pianigiani che meno di 24 ore prima aveva preso una sassata in testa mica da poco.
La difesa ha lavorato meglio, anche perchè il livello d’impegno è stato inferiore rispetto alla Turchia ma ha fatto storcere il naso (eufemismo), il modo in cui si sia tenuta di fatto l’Islanda in gara sino ai canestri conclusivi di Pietro Aradori, letteralmente salvatore della patria, e di Ale Gentile.
Domani sera quindi alle ore 21:00 si va in scena vs la Spagna sperando che la Turchia faccia lo sgambetto anche alla Germania alle ore 18:00, inutile pensare ad oggi di poter opporsi alla Serbia. Due anni fa in Slovenia avvenne il miracolo nella seconda fase, le Furie Rosse furono battute all’overtime e se andiamo a vedere il roster di quell’Italia viene quasi da sorridere rispetto a quelli che oggi compone il roster azzurro, eppure….
Ma la Spagna sembra a sua volta essere un’altra squadra rispetto al recente passato continentale, i giovani leoni scalpitano e l’usato sicuro (come San Emeterio, autore ieri di un primo tempo magistrale ad esempio, oltre ai più conclamati e famosi Sergio Rodriguez, Paul Gasol o Sergio Llull), appare ben armonico ed in sintonia con l’aria che si respira nello spogliatoio di Scariolo.
Eppoi perdere contro questa tosta, tosta, tosta Serbia non è un disonore se si perde come ha perso questa Spagna, se poi entrano anche quei tiri che al debutto contro gli adriatici non volevano entrare, allora superare i ragazzi di Scariolo potrebbe rivelarsi una vera e propria impresa.
Questa Spagna poi potrebbe tranquillamente, incroci a parte nella seconda fase, ritrovarsi in finale. Concentriamoci quindi sulla tradizione che dice che contro di noi le Furie Rosse hanno sempre penato, purtroppo peserà l’assenza di Gigi Datome che ha accusato un riacutizzarsi del dolore comparso in Slovenia durante la preparazione, tirare fuori il carattere ed il meglio di quello che si ha dentro è mandatorio, niente più alibi. E se magari accadesse quello molti di noi sogna nel proprio cuore, di colpo le prospettive cambierebbero eccome.
Fabrizio Noto/FRED
@FaberNoto