E’ un allenatore che ama essere e non apparire. Uno stratega, dicono i molti che lo conoscono bene, apparentemente duro e scontroso ma solo apparentemente, in realtà Luca Dalmonte da Imola è una persona a cui piace il dialogo ma soprattutto il suo lavoro. Se poi gli dai una squadra “giovane”, da plasmare come la Virtus Roma dello scorso anno, allora sì che ne vedi l’estro, la fantasia e la capacità di avere il meglio da ogni ragazzo
Introverso sì, tiene molto dentro le sue emozioni ma dategli un’occasione per aprirsi e scoprirete un animo nobile ed amabile, dedito alla famiglia che in questo periodo sta curando al massimo ed alla quale sta dedicando tante attenzioni. Ma il basket è la sua vita, la sua filosofia di vita da perfetto condottiero, capace come pochi di stare lontano dai riflettori con una riservatezza consumata, figlia di un savoir fare innato, anche come in occasione dei recenti Europei, da fido secondo di Simone Pianigiani è sempre stato al suo fianco come tuto lo staff in maniera quasi invisibile ma presente, senza alcuna voglia di prendersi meriti perché conscio che chi di dovere lo ha sempre gratificato lontano dai riflettori.
E che sia un uomo di gruppo, che crede nelle potenzialità e nella forza del gruppo da capace leader, lo si comprende quando anche se lo porti su di un tema “individuale”, risponde sempre riferendosi alla squadra e poco, relativamente poco a se stesso.
Ora è fermo, dopo l’addio a Roma sta vivendo una fase nuova della sua vita considerando che era da tanto tempo che non si prendeva una pausa.
Ciao Luca, dopo quanti anni di lavoro continuato stai assaporando da qualche settimana questa fase di stop?
“Credo dopo 10 anni, conta anche le sei estati meno tranquille diciamo passate con la Nazionale…Ho vissuto anni quindi da 365 giorni l’anno. Ma sono un uomo fortunato, il nostro è un mestiere bello, particolare e bello ma non pesante, i lavori pesanti sono altri credo. Poi quando si fa quello che piace, sviluppare la propria passione…..E’ un favore di pochi. Sì, indubbiamente sto dando molta importanza alla mia famiglia e ne approfitto per osservare e studiare il più possibile, ad oggi la tecnologia ti offre molte soluzioni come può essere un PC. Anche la TV regola molto come forse poco in passato eppoi nel raggio di qualche chilometro posso andare a vedere tante squadre, ma il primo è il mezzo televisivo quello che sto sfruttando, diciamo allora che in questo periodo studio e “rubo” idee ma in senso positivo perché poi le plasmo con le mie di idee..”
Ovviamente parliamo un po’ di questi Campionati europei…Hai carta bianca, dimmi quello che vuoi e che ti viene in mente istintivamente..
“Credo che mai come in questa occasione i giudizi su come abbiamo affrontato gli Europei siano possibilmente disparati e legittimi a seconda della persona che li esprime. Il mio è un giudizio personale e credo che sia stato un Europeo regolare nel senso che è stato un Europeo “ad onde” con cose positive e non, ma poi si sia assestato su di una linea regolare. Siamo andati bene? Sì. Si poteva far meglio ? Si, forse noi italiani inteso come sistema di comunicazione e forse anche dello staff abbiamo sottovalutato gli avversari come la Lituania, forse….Se rivai con la testa al nostro torneo la gara con la Turchia l’abbiamo recuperata poi vs la Spagna, guadagnando in stima e fiducia e scaricando la rabbia per l’occasione persa. Abbiamo fatto un ottavo di livello contro Israele, permettimi di dirti che siamo stati più bravi a non farli rendere che loro poi ad afflosciarsi su stessi. E dopo abbiamo giocato vs una squadra come la Lituania che in quel momento era più forte di noi a livello mentale che tecnico, abbiamo sprecato forse….Forse sì ma il nostro Europeo alla fine lo ritengo regolare. Abbiamo raggiunto un risultato, non IL risultato che comunque è pur sempre un obiettivo. Ciò significa che siamo riusciti ad avere un pass per le Olimpiadi che in tre recenti edizioni non eravamo neanche riusciti a guadagnare. Spesso ci si dimentica che anche un torneo “regolare”, può essere accettato.”
Allora ti chiedo: ma quei 9” contro la Lituania nei tempi regolamentari, quel possesso buttato via senza un buon tiro…Perchè ?
“Non voglio nascondermi dietro frasi di rito ma è difficile dare una risposta compiuta su una situazione di gioco simile e così particolare. Allora diciamo che dinanzi ad un episodio accaduto come quello è difficile dare un senso compiuto, perciò ti dico che istintivamente devi essere aggressivo tu con il pallone in mano, aggressivo sì ma con il rischio di morire con la palla in mano pensando troppo se non fai qualcosa subito. Ma una cosa te la dico, e cioè che è ingeneroso considerare una gara solo negli ultimi 9 secondi di gioco, credo che la gara sia da valutare tutta e sempre nell’ambito dei 45’. Purtroppo abbiamo perso e dobbiamo accettare il verdetto del campo ma non ho rimpianti.”
Io ci provo anche se capisco che sia difficile…Un unico ricordo bello di questa esperienza tra Germania e Francia?
Difficile dare una risposta certa al momento, molti bei ricordi mi hanno accompagnato dal raduno sino a Berlino e dopo a Lille. Però posso dire che fuori dal campo sembra tutto facile quando non è detto che sia così, il gruppo di lavoro dello staff che si è creato negli anni è stato di alto livello, il protagonista vero che ha permesso la costruzione tecnica e delle persone di staff è stato Simone Pianigiani e voglio dargliene merito, spesso ci si perde in questi dettagli difronte ad un risultato di una palla che entra od esce e ci si dimentica del lavoro che sta dietro a tutto questo. Il lavoro di Simone Pianigiani, quello appunto di aver costruito una squadra-staff di livello assoluto, che anche i giocatori hanno alla fine hanno apprezzato, dando quindi anche a loro un servizio di alto livello è decisamente un bel ricordo, sensazione di gruppo, di compattezza, di solidità e bisogna dar merito al suo lavoro. Sul campo il ricordo più bello è stato il finale vs la Germania, tutti eravamo partecipi, convinti, ed abbiamo gioito tanto alla fine perché quella gara è stata per noi la svolta ed il dimostrare che c’eravamo, eccome, che contro la Spagna non era stato un episodio!”
Sei stato allenatore della Virtus Roma per due, lunghi ed intensi anni, al momento gli ultimi di Roma in Lega A. Come li rivedi ora che sei “fuori dalla mischia”? Con la speranza di rivederti presto o sulla stessa panchina o come avversario (non foss’altro perché significherebbe che Roma avrebbe di nuovo avuto la sua Lega A, ndr)..
“Sono stati due anni positivamente particolari, a distanza di tempo riconosco che arrivai in un momento un po’ strano, sostituendo un coach che aveva fatto benissimo, non bene, ma arrivando avevo un’eredità, un passato tosto ed anche tutti gli occhi addosso, con anche qualche occhio non benevolo mio malgrado ma ci stava tutto, assolutamente normale e logico che accadesse. Nel primo anno abbiamo avuto le fatiche iniziali di conoscerci, una squadra che aveva degli equilibri precari, non impossibili ma precari, ed abbiamo messo del tempo per trovarli ottenendo un risultato quasi simile in campionato rispetto all’anno prima (semifinale scudetto rispetto alla Finale, ndr), ma non soddisfacente in Europa dove abbiamo fatto poco tranne che per il primo match in casa contro l’Alba Berlino dell’allora David Logan, ora a Sassari. Secondo anno il contrario, buonissimo percorso in Europa con numeri esaltanti e la consapevolezza di aver fatto molto bene, ad un passo dall’impresa contro il Banvit, un campionato invece in cui siamo andati ad onde. Potevamo trovare un ultimo rush finale grazie allo sforzo della Dirigenza ma alla fine una serie di avvenimenti negativi ci hanno condizionato pesantemente, quindi fuori dai PO anche prima della fine del Torneo e non ti nego che per me e per tutti della Virtus sia stata una grossa delusione . Ma se devo esprimere un parere globale per me sono state due annate positive, prima durante e dopo. Erano due team diversi con dei limiti alle loro possibilità massime, con cause che hanno impedito la quadratura del cerchio ma sarei un bugiardo se ti dicessi che alla fine abbiamo avuto poco da rimproverarci. Abbiamo sempre dato tutto, sempre e questo conta alla fine. Eppoi ho avito la fortuna d’incrociare rapporti personali e professionali con un bel numero di persone, rapporti fatti di stima e di considerazione senza che io sia poi questo “fenomeno” delle PR (ride, ndr), sono uno che non manifesta molto, conservo molto e quindi tengo ricordi belli con tante persone. Mai dire mai infine, spero tanto di rivederci a Roma, vorrebbe dire che la Virtus è tornata in A!”
Veniamo al campionato, prime impressioni sulle prime gare anche se è presto per dirlo…Secondo me il livello sembra leggermente elevatosi…
“Difficile dire che il livello sia salito, dobbiamo attendere ancora un mesetto per vedere le squadre almeno in 5 o 6 gare, una cosa però è certa e cioè che in campionato è salito l’equilibrio rendendolo quindi interessante, non banale ed avvincente, credo che si sarà lotta serrata dunque e sarà quindi anche divertente. Con tanto equilibrio avremo una bella fine di stagione. Però dico che mi piacerebbe che ci fossero più squadre italiane a ben figurare in qualche coppa europea, facendo automaticamente salire come esperienza i nostri giocatori, ecco quello me lo auguro davvero.”
Comunque Pistoia sembra essere partita benissimo.
“Pistoia è a mio parere un team che sanno dove vogliono andare ed a parer mio è una dote che se si fa vedere sul campo ti porta solo del bene. Pistoia appare consapevole e quadrata ma stiamo parlando sempre delle prime battute..”
Venezia sembra ancora in difficoltà
“Devono trovare i loro equilibri, anche un solo giocatore può essere difficile da metabolizzare in un gruppo che ha anche cambiato poco come Venezia ma mi permetto sempre di dire questo sui pochi minuti giocati al momento, eppoi cambiare un giocatore come il play, da Mike Green a Julian Stone non è facile, va metabolizzato”
Cosa ti aspetti invece dai campioni d’Italia di Sassari?
“ Se il mio discorso vale per Venezia, figurati per Sassari che ha cambiato molto, tutto quasi. Bisogna dargli tempo, son tanti giocatori nuovi, grande gioco in campo aperto ed atletismo come l’anno scorso una crescita graduale la si vedrà gara dopo gara ma Sassari è una protagonista indiscussa, sicuro, nonostante lo stop della Supercoppa”
Un Tuo parere, non dandoti la sfera da indovino, sulle possibili sorprese: io azzardo Trento e Capo d’Orlando.
“Trento sì, come roster ha migliorato come squadra dividendo il talento in più ruoli quindi potrebbe migliorare, tolto Mitchell ora hanno più punti diffusi nel roster….Poi bisogna vedere con la Coppa che potrebbe togliere energia ed intensità. Mi astengo su la Betaland Capo d’Orlando perché la vado a vedere domenica a Bologna.”
Bologna invece?
“Beh, la risposta esatta è che magari risentiamoci tra 200 minuti di gioco e sarò in grado di dare per primo qualche giudizio!”
Fabrizio Noto/FRED