Difficile commentare la sconfitta dell’Acea Roma sul campo della NPC Rieti (75-64). Perché se era complicato immaginare che questa Virtus potesse fare il colpo in casa dei sabini prima del fattaccio tra coach Saibene e Leonzio, figurarsi dopo quello che è successo. E che il giocatore ed il suo procuratore hanno fatto di tutto per far sapere urbi et orbi, chissà poi con quali vantaggi. D’altronde fidarsi dei procuratori…ma questo è un altro discorso.
Quello tecnico invece racconta di una squadra, l’Acea che non sa far canestro, che non riesce a difendere, che non sa giocare di squadra. Se i tuoi americani segnano 5 punti in trenta minuti c’è molto che non va nella loro serata certamente, ma anche moltissimo che non funziona nella squadra che non sa innescarli.
Così a Rieti all’inizio si rivede il copione della gara con Agrigento con gli altri a correre e scappare – nel punteggio – e Roma che annaspa fino a quando gli avversari non mollano un po’ la presa. E Rieti lo ha fatto spesso dovendo pagar dazio allo sforzo compiuto solo domenica scorsa contro Casalpusterlengo: prima vittoria sì ma con supplementare.
L’unico che sembra in palla appare Olasewere ed il giovane Benetti – che potrà e dovrà anche giocare di più quando avrà capito come misurarsi con i falli – ma per il resto è un pianto greco e Rieti ne approfitta per allungare la corda un po’ alla volta: 22 a 15 al primo intervallo, 33 a 25 verso la metà del secondo quarto, 39 a 27 dopo venti minuti. Il tabellino di Roma riporta un dato che sembra irreale, che va visto e rivisto più volte per riconoscere di avere ancora il controllo di sé stessi: 8% al tiro da tre…mai visto.
E difatti il peggio deve ancora arrivare perché in apertura di terzo quarto ecco che Rieti si sforza un altro po’ e piazza la botta che alla lunga sarà quella decisiva: 45 a 27, più 18 e quella sensazione di poter fare ancora di più e mettere Roma in un angolo buio che più buio non si può. Qui però escono le paure dei padroni di casa che pur essendo una buona squadra non sono certo candidati alla promozione ma lottano per una salvezza il più possibile tranquilla. La NPC si rilassa, coach Nunzi che deve far di conto con la stanchezza dei suoi migliori mette in campo due ragazzi molto giovani e la squadra va un po’ in confusione. L’Acea senza nemmeno volerlo più di tanto – anche se si batte – rientra un pochino in partita, scende a meno dieci, prima che il capitano di Rieti, Feliciangeli la ricacci a meno 13 (54-41) sul finire dei primi trenta minuti di gioco.
Ed allora tutti pronti per la festa con dieci minuti di anticipo? Sì, a Rieti qualcuno comincia a saltare ed a ballare senza guardare quello che succede in campo. Che è molto semplice: Voskuil si mette in proprio stanco di una partita inguardabile e dove i compagni lo hanno ignorato e piazza nove punti in un amen, Rieti perde qualche pallone di troppo e sbaglia qualche tiro con poco raziocinio, Maresca accenna una difesa ed imbrocca un canestro che dà il via ad un parziale di 8-0 per l’Acea. A tre minuti dalla fine il tabellone riporta Rieti 62, Roma 59. Ma la mazzata per Roma è in arrivo: prima un due più uno di Mortellaro (canestro più tiro libero) poi un palleggio sui piedi di Bonfiglio che consegna nuovamente la palla ai padroni di casa con 2 minuti e 10” da giocare che spengono le energie degli ospiti e riaccendono quelle residue dei ragazzi di coach Nunzi. Giusto così. Ora per Roma guai a perdere la calma: non è il momento di decisioni affrettate, anche se la situazione è tutt’altro che facile. Vedremo.
NPC Rieti – ACEA Virtus Roma 75-64
Parziali: 22-15; 17-12; 15-14; 21-23
Progressione: 22-15; 39-27; 53-41; 75-64
Eduardo Lubrano