La prima domanda a Stefano Mancinelli è doverosa, relativa alle sue condizioni di salute dopo il rientro di domenica scorsa contro la Vanoli Cremona e con pochi giorni di allenamento nelle gambe, arrivati dopo aver superato la brutta polmonite:
“Ora sto decisamente meglio – ha precisato il giocatore della Manital Torino – e sento che la condizione va progredendo giornata dopo giornata, allenamento dopo allenamento. Non sono ancora al top della forma, ed è logico dopo oltre 20 giorni di stop forzato e di malattia, ma posso dire che a Varese sono pronto a dare il massimo, il 100%.”.
Quale clima state respirando questa settimana, dopo il ko interno contro la formazione lombarda?
“Ci siamo guardati tutti negli occhi e ci siamo rimessi a lavorare a testa bassa. Sedute intense e con tanta motivazione, da parte di tutti. Siamo un gruppo unito e vogliamo dimostrarlo. Andiamo a Varese con l’obiettivo di vincere anche se sappiamo che non sarà facile conquistare i due punti. Proveremo a farlo con tutte le nostre forze, daremo tutto”.
Il tuo è dunque un pensiero comune e condiviso?
“Assolutamente, quando parlo di unione d’intenti intendo l’intera società. Nessuno è contento di perdere e soprattutto rimane il rammarico di averlo fatto nell’ultima uscita lottando solo a tratti. Dovremo invece esprimere la nostra pallacanestro per gli interi 40 minuti”.
Come consideri Varese?
“Una buona squadra – ha proseguito Mancinelli – reduce dalla vittoria di domenica scorsa contro Capo D’Orlando e da quella infrasettimanale in Coppa. Il campionato è molto equilibrato e non c’è nulla di scontato. Anche la nostra posizione non la ritengo drammatica. C’è spazio per risalire e bastano a qualsiasi formazione due successi con i conseguenti quattro punti per indurre a cambiare valutazioni”.
Dalla tua lunga esperienza, quale comportamento occorre osservare in questo momento?
“Non guardarsi indietro pensando alle sconfitte ma concentrarci sul domani, facendo peraltro tesoro degli errori commessi. Lavorare sugli stessi per correggerli è l’unica arma a nostra disposizione. Poi essere ottimisti”.
Come consideri le reazioni di fine partita di una frangia della tifoseria?
“Ho parlato con i tifosi e devono essere capite le rimostranze. Ciò che li ha maggiormente fatti alterare è stato il nostro non aver dato l’anima dall’inizio alla fine. Non posso e possiamo biasimarli, ma solo dimostrare di invertire la rotta, per il bene di tutti e della squadra in primis”.