Non c’è quasi partita in quel di Charlotte, stanotte, in quella che si preannunciava come una sfida d’alta quota, tra gli Hornets rivelazione della Eastern in questo primo quarto di stagione ed i Pistons del Big Man Andre Drummond, in striscia aperta di quattro W. Nonostante la perdurante assenza di un certo Al Jefferson, i padroni di casa si dimostrano semplicemente più forti: Batum incarta, un superlativo Zeller porta a casa, mentre l’asse Jackson – Drummond stecca e, per Detroit, il destino è segnato!
Primo quarto. Inizio gara equilibrato, in cui le difese prevalgono sugli attacchi. Steve Clifford incolla Hairston su Morris limitando il suo gioco in post; Kemba non è nelle migliori condizioni e si sa, quindi Detroit ha buon gioco nella difesa sul pick and roll: Charlotte fatica a vedere l’area, ma la mano dall’arco è già calda (8-7 al 4′). Morris lascia perdere il pitturato e si sposta in angolo; Ilyasova esce sul perimetro e riceve da Jackson dopo il blocco di Drummond, la gira a Morris che, da lì, ha varie opzioni: tripla, assistenza per Drummond che ha rollato sotto o attacco al ferro dalla linea di fondo! È la risposta di Van Grundy e funziona (11-11 al 6′). Saggiamente Clifford inserisce Lin per Walker, ma è Batum a salire in cattedra, innescando Zeller, che lo ripaga con un gioco da tre punti. A ruota lo imita Hairston (17-12 all’8′). Ilyasova è il perno attraverso il quale i Pistons tengono la gara in equilibrio: micidiale dall’arco (anche con l’aiuto della tabella e di un pizzico di buona sorte), immarcabile mettendo la palla a terra, ed è ancora equlibrio, ma ecco Batum! Tre liberi e secondo fallo personale per Caldwell-Pope, poi tripla in transizione (24-15 al 10′). Zeller tiene benone sullo spauracchio Drummond, Reggie è un’ombra e SVG gli preferisce Blake, che lo ringrazia con una tripla. Col veterano in campo il gioco ospite è meno stucchevole e Detroit rosicchia qualcosa, finchè un ottimo Lin, in isolamento, sugella il primo parziale: 28-20.
Secondo quarto. Detroit manda in campo il secondo quintetto, con Tolliver e Baynes come frontline, replica Carlotte con Williams, Kaminsky ed Hawes, con i primi due bravissimi nell’aprirsi e colpire dall’arco (34-26 al 15′). Gli Hormets ora giocano anche con quattro uomoni sul perimetro e la rapidità di Lin e Lamb fa male in penetrazione: Detroit non regge e rimanda in campo i titolari. Morris di pura potenza fisica impone la sua legge in post basso strappando un gioco da tre punti che pare rimettere in discussione l’inerzia (44-37 al 18′), ma riecco l’asse Walker-Zeller, riecco un sontuoso Batum: segna, difende, strappa il rimbalzo, inventa un assist a tutto campo per il solito Zeller! Una giocata pazzesca che regala il massimo vantaggio ai padroni di casa (51-37) e che, in pratica, segna il breacking point dell’incontro: di qui in avanti, nonosrtante alcune fiammate ospiti, il match non sarà mai più in discussione! Ogni volta che Jackson lascia per Blake Detroit ha un sussulto: la palla gira meglio, il pick and roll è meno prevedibile, e poi cè il supporto degli ottimi Ilyasova (tripla e penetrazione ai danni del malcapitato Kaminsky) e Morris (arresto e tiro da manuale in faccia nientemeno che a Batum!): gli ospiti ricuciono di nuovo fino al -7, finchè ancora Lin non manda tutti a riposo rinsaldando il vantaggio di casa sul 62-51.
La velocità è la chiave. La velocità di Zeller nel rollare e concludere e nelle chiusure difensive; l velocità che Detroit non ha sul pick and roll, il perno del suo gioco: quando incontra buone difese Van Grundy non trova alteranative. La velocità degli uomini usciti dalla panchina: Lin e Lamb! Quella di Marvin Williams, ala di racordo irrinunciabile (sarà doppia doppia per lui!)…
Terzo quarto. Dopo 4 punti consecutivi del solito Ilyasova è proprio Wlilliams a sbloccare lo score dei suoi, ma è Kemba Walker ad assestare il colpo decisivo all’incontro, con una serie di pick and roll conclusi attaccando il ferro e strappando viaggi in lunetta e falli ad Andre Drummond, costretto ad accomodarsi in panchina con 5 PF sul groppone! Detroit è macchinosa, Morris va in isolamento in post basso, ma la mossa è prevedibile: radoppiato e stoppato! Il tardivo timeout di Van Grundy (72-55 al 30′) non sortisce effetti: Zeller continua a dettar legge sotto canesetro, mentre Jackson prova ad anticipare le conclusioni col solo risultato di litigare con i ferri della Nord Carolina! Gli ospiti abbozzano una reazione abbassando il quintetto, Tolliver porta un blocco, poi ne riceve un altro e libera uno splendido canestro da tre punti, ma si tratta di un episodio isolato: Batum replica colpo su colpo (83-62 al 33′), poi va in isolamento, chiama a sè la difesa mentre due compagni attendono liberissimi sul lato debole: scarico e bomba di Lin! Deve tornare in campo ancora Blake per vedere il primo canestro di un esterno di Detroit nel terzo parziale, quando il cronometro ha iniziato l’ultimo giro di lancette e la gara pare abbondantemente in ghiaccio: all’ultimo mini-intervallo il tabellone recita 88-70.
Quarto quarto. Cliford ripropone il quintetto alto, con Williams nello spot di SF, Kaminsky ed Hawes in area. Detroit schiera quattro uomini sul perimetro ed effettivamente appare più veloce: Tolliver e Caldwell-Pope (il più continuo in attacco, ma complessivamente non incide più di tanto) ne infilano due costringendo Charlotte al timeout (88-75 al 38′), ma si tratta solo del canto del cigno: la mossa di Van Grundy, forzando le conclusioni nei primi secondi dell’azione dall’arco e proponendo una sorta di matchup difensiva, è arrischiata ed infruttuosa, perchè i tiri, anche quando ben costruiti, non entrano più e gli Hornets hanno buon gioco a rimbalzo, sfruttando al meglio le seconde opportunità (93-75 al 41′). Drummond inala due puff di broncodilatatore e torna in campo, ma gravato di cinque falli non accenna neppure la difesa su Zeller (97-77). Da un lato Reggie Jackson (prova inguardabile!) continua a sfornare mattoni, dall’altro Kaminsky si concede il lusso di spiegare ad Ilyasova l’uso del piede perno e del tabellone dal post basso: 101-79 a 4′ dal termine e game over servito! Il finale è per le terze linee e non ha più nulla da dire.
Termina 104-84: un punteggio pesante ma che rispecchia quanto visto in campo. Charlotte gioca e diverte: nelle ultime ha perso solo con Cavs e Warriors! La fluidità della sua manovra e la qualità difensiva legittimano le ambizioni. Detroit pare ancora dover sbocciare: deve crescere, soprattutto contro le difese schierate; da rivedere in serate meno nere per i suoi alfieri Jackson e Drummond.
MVP: Cody Zeller! Impeccabile su ambo i lati. Non fa rimpiangere Al Jefferson!
Uomo chiave: Nicolas Batum! Prende per mano la squadra, guida il pick and roll, si mette in proprio e, laddove le percentuali non sono delle migliori, costruisce per i compagni (8 assist!). È il leader silenzioso della rivelazione Hornets!
Chiave tecnica: la superiore velocità di uomini ed esecuzione!
Chiave tattica: la difesa sul pick and roll. Limitato quello, anche per via della pessima serata dei principali atori protagonisti, i Pistons si sono presto sciolti come neve e non sono bastate le buone prove di Morris ed Ilyasova a tenere in piedi la baracca.
Scritto da Marco Calvarese
Edit di Francesco Bertoni