Martino: Faccio i complimenti a Verona, che alla luce della partita ha ampiamente meritato di vincere, dominando soprattutto a livello di fisicità. E’ un aspetto che Verona riesce a trovare spesso, soprattutto con la zona matchup come quella di stasera.
Noi abbiamo fatto buone cose quando siamo riusciti a difendere meglio e a prendere rimbalzi trovando transizioni in campo aperto. Ad un certo punto potevamo prendere un divario maggiore, nel secondo tempo non c’è stata partita e ci siamo disuniti. Le cifre infatti parlano di dominio assoluto, come 41 rimbalzi contro 30.
Verona ha meritatamente vinto, questa partita deve servirci da lezione. Eravamo partiti con altri obiettivi, ad un certo punto pensavamo di poter alzare l’asticella e lottare per uno degli ultimi due posti playoff, ma per farlo serve un approccio diverso a questo tipo di partite. Adesso è il caso di fare un passo indietro, pensare ad una partita alla volta a partire dal derby in casa di Imola che sarà anche in orario particolare e andrà su diretta Sky. In questo campionato se non si arriva pronti fisicamente e mentalmente si rischiano di fare brutte figure, non solo con Verona ma con chiunque.
Verona? Oggi magari la puoi mettere in difficoltà con l’intensità, più avanti sarà più difficile. Si fa fatica a giudicarla oggi e a giudicare i primi posti, Brescia finora è stata più continua ma ad esempio anche oggi ha perso a sorpresa. Non sono scontate nemmeno le partite contro le squadre di seconda fascia, credevo questo livellamento sarebbe prima o poi finito invece così non è stato. La fisicità e l’avere giocatori più esperti credo farà la differenza nel finale di stagione.
Crespi: eravamo partiti male, cinque punti dopo sei minuti, una squadra poco solida mentalmente sarebbe uscita di pista ma per noi non è stato così. Ci eravamo allenati a questa situazione di emergenza, da questo la rotazione quasi con l’orologio nel primo quarto senza seguire l’andamento della partita. Per ritrovarsi dopo tanti errori bisogna avere un qualcosa in più: trovarsi a collaborare per uno stop difensivo, fare più passaggi in attacco senza perdere la calma.
Una fotografia è la schiacciata di Rice: in una situazione in cui poteva anche appoggiare, ha voluto lasciare un segno sulla partita. Un altro esempio è Saccaggi: al di là dei miglioramenti fisici e tecnici che un giocatore può fare con il lavoro, quello che mi interessa è il voler vedere oltre i propri limiti, non accontentarsi di fare quello che si è sempre fatta. Ranieri con il Leicester dimostra che you can: si può fare.
Chikoko ha fatto zero falli in una partita dove Deloach attacca spesso dal pick’n’roll Smith ha usato spesso il corpo del difensore. Averlo fatto significa che è stato pronto anche in una situazione non semplice.
Il mercato? Questo non è il torneo degli oratori dove tutti seguono il pallone: il giocatore serve comunque, anche dopo una vittoria. L’analisi ha portato ad identificare un bisogno, ora lo si deve soddisfare.