La partita da non sbagliare. Bologna non aveva margini d’errore. Torino sì. E’ il campo è stato specchio di questo. Anche se non nel modo in cui ci si aspettava. La Manital se ne va dalla Unipol Arena dopo una ripassata terrificante, difficilmente pronosticabile nel prepartita, ma che non compromette in nessun modo il cammino salvezza degli uomini di Vitucci: basterà battere all’ultimo turno, in casa, la già salva Pesaro per festeggiare la permanenza nella massima serie. Certo che la partita di oggi ha fatto storcere più di un naso.
E’ stato monologo Virtus dal primo all’ultimo palleggio. I bolognesi si che non avevano alternative alla vittoria. Perdere non avrebbe condannato matematicamente i bianconeri, stante la sconfitta di Caserta, ma a quel punto per salvarsi sarebbe stato necessario un successo a Reggio Emilia (che giocherà per conservare il secondo posto) a fronte di una sconfitta casalinga della Juve con Trento. Così gli uomini di Valli tornano padroni del proprio destino: una vittoria in casa della Grissin Bon equivarrebbe a salvezza certa. Un risultato difficile da pronosticare, e che rende sicuramente necessario fare il tifo per Trento. Nel caso di vittoria della Dolomiti sul campo di Caserta, infatti, Bologna (che nel dubbio ha ribaltato la differenza canestri con la PMS) sarebbe automaticamente salva.
Per una domenica, però, la Obiettivo Lavoro non ha fatto calcoli ed è stata quella che per troppo tempo non si è vista: spietata, assetata di sangue (47-32 a rimbalzo), intensa in difesa (Torino tenuta a 20/63 dal campo), precisa in attacco (18/30 da due punti). Non c’è mai stata partita. Troppa la differenza di intensità tra le due squadre, con Torino a sbattere ripetutamente contro la zona proposta immediatamente dagli avversari e i bianconeri ad approfittarne, segnando a ripetizione con tutti i suoi effettivi.
E la nota di merito va in particolare a Simone Fontecchio, in dubbio fino a poco prima della partita, che ha giocato una delle sue migliori partite da quando veste questa maglia. Capace di segnare in tanti modi diversi, triple pesanti, penetrazioni, arresti e tiro. E a Valerio Mazzola, il gladiatore, fido accompagnatore di Giorgio Valli in tutte le sue squadre. Doppia doppia da 16+10, con 4/4 da due e anche due triple a segno, solite sportellate a rimbalzo ed energia a iosa. Dietro tutta la squadra è andata a ruota, facendosi trascinare da un pubblico strepitoso (7752 spettatori) che ha letteralmente accompagnato i giocatori nella cavalcata.
Andre Collins ha diretto l’orchestra con la solita precisione, sbattendosi anche parecchio in difesa su Dyson e mettendo le due triple del KO definitivo nel terzo quarto. Presente anche Pittman, che nonostante il solito nervosismo latente è riuscito a garantire 25 minuti di solidità, e bene, molto bene, anche Abdul Gaddy, ritornato presentabile dopo una serie di partite da mani nei capelli.
Nella PMS impossibile salvare qualcuno: irritante per atteggiamento tutta la squadra. E’ vero che non era una partita da dentro o fuori, ma vincere avrebbe comunque garantito la salvezza con un turno d’anticipo, mentre ora andrà conquistata in una partita che dovrebbe essere abbastanza semplice, ma che va comunque vinta. E con il linguaggio fisico odierno non possono che venire i brividi ai tifosi piemontesi. Squadra piatta, svogliata, incapace di giocare qualsiasi cosa in attacco, totalmente vittima della prevedibile energia che Bologna ha messo in campo. Dyson supponente coi suoi tiri senza senso da otto metri, il pacchetto lunghi fagocitato dai pari ruolo avversari (Ebi 2/11 al tiro), Mancinelli impalpabile e decisamente condizionato dall’ambiente ostile, Eyenga falloso al tiro, Goulding spuntato come non mai. 2/17 il dato al tiro pesante, 42 la valutazione complessiva per una squadra con tre giocatori in terreno negativo e Kloof a zero. Una prestazione davvero indecifrabile e che può solo far sperare a una voglia di rivincita fortissima da scatenare tutta nella gara decisiva con la Vuelle. Vitucci nel post partita ha alzato le braccia senza sapersi spiegare la prestazione dei suoi. Vedendo la partita, in effetti, si fatica a dar torto al coach della Manital.
Bologna, come detto, ha dominato da subito. Pronti via e 11-3, con perentoria stoppata di Vitali su Rosselli con tecnico a punire una celebrazione eccessiva del bolognese. Ma non è la giornata in cui Bologna si ferma per così poco. Gaddy, Mazzola, Fontecchio da tre, Vitali: segnano tutti per la Virtus che vola al 26-6 che sa già di macigno sulla partita. Anche perché Torino in attacco è immobile e spara cachi da otto metri, con Eyenga battezzato per le sue scarse attitudini di tiratore e Dyson letargico.
Sulla schiacciata del potenziale 32-8 sbagliata da Pittman i piemontesi hanno un timido tentativo di rimonta: 9-0 di parziale con l’unico flash di Goulding per il -13. Ma sarà l’ultimo segno di vita degli ospiti. Mazzola da tre punti, infatti, va subito a ristabilire le distanze e solo il ferro sui tiri da tre punti di Hasboruck e Vitali impedisce al tabellone di segnare un punteggio peggiore del 38-21 del 20°.
Il pubblico della Unipol Arena teme un rientro in campo furioso di Torino, ma niente di tutto ciò accade e, anzi, Fontecchio va tranquillamente a schiacciare a difesa schierata. Mazzola fa di nuovo +20, Dyson ha una fiammata d’orgoglio e firma il nuovo -13, ma ancora una volta l’armata italiana di Bologna risponde: tripla immediata di Vitali e poi proscenio ad Andre Collins. Due tiri liberi, assist per la schiacciata di Pittman e doppia tripla che fa esplodere definitivamente il tifo bianconero (60-34). E’ il parziale definitivo, Torino alza bandiera bianca. Mancinelli, gonfio di parole ed esternazioni nel pre partita, chiede il cambio dopo una partita fallimentare. L’ultimo quarto è pura accademia, pur con qualche storia tesa di troppo sotto i tabelloni. La Virtus almeno congeda il suo pubblico con una grande prestazione. Torino attende di farlo all’ultima di campionato.
OBIETTIVO LAVORO BOLOGNA – MANITAL TORINO 73-54
Tabellini
Parziali: 24-6; 14-15; 22-13; 13-20;
Progressione: 24-6; 38-21; 60-34; 73-54;
MVP: Simone Fontecchio e Valerio Mazzola. Mattatori, 30 punti in coppia, trascinatori, energia da vendere e qualità.
WVP: Stefano Mancinelli. Dopo le parole degli ultimi giorni (seguite a quanto esternato dopo la gara d’andata) lo si aspettava grande protagonista. Invece si nasconde, quando prova a farsi vedere sbaglia in maniera grossolana. Il pubblico lo becca. Vitucci gli da pochi minuti. Ma alla fine il Mancio capisce da solo che è meglio autoescludersi e chiede il cambio. Meglio così. Testa al campo, e meno parole al vento.
SALA STAMPA
Giorgio Valli
Frank Vitucci
Nicolò Fiumi