Ok, non si deve drammatizzare per la sconfitta di ieri sera di Azzurra by Messina ma qualche osservazione giungono alla mente spontanee all’indomani della sconfitta vs una coriacea nazionale canadese partendo sempre dal presupposto che tutti noi (si spera), desideriamo il bene di questa Nazionale con la ferma intenzione di raggiungere Rio. E ben sapendo quanto possa pesare la sicura assenza di Marco Belinelli nelle prossime sfide.
La prima. Il (solito) rebus dei centri azzurri
Purtroppo sembra proprio che qualche giocatore “soffra” la casacca azzurra. Gente come Marco Cusin o Niccolò Melli, reduci da stagioni importanti e di livello a Cremona il primo ed al Bamberg il secondo (con tanto di titolo tedesco), ieri sera sono apparsi a dire poco appannati. E’ logico che non sia facile adattarsi alle idee di Messina ma soprattutto Il Cuso deve e può dare di più. In particolar modo Cusin deve capire che con questo modo di girare la palla da parte dei piccoli, con il logico obiettivo di trovare anche un tiro più comodo per chiunque limitando le forzature e gli “uno vs uno” all’arma bianca alla Gentile, il centro azzurro dovrà gestire più palloni ed aspettarsi sempre un assist in più per lui o la gestione di un possesso che invece ieri non sembrava appartenergli, scomparendo quasi dal campo per diversi possessi come accadeva in passato. E per non parlare di una sua maggiore aggressività a rimbalzo d’attacco.
Idem per Riccardo Cervi che però ieri sera ha dato una maggiore sensazione di “presenza” sul campo ma sia chiaro, se mentre al Cuso potremmo dire “Sveglia Cuso in attacco e dai di più”, al figliol prodigo reggiano si potrebbe dire “Ok, ma più deciso in difesa” dove sia lui che il compagno di reparto hanno sofferto molto la presenza dei canadians specie sul loro pick’r’roll. Cervi infatti non ha sfigurato in attacco quando è stato coinvolto nel gioco ma la differenza tra i due è la stessa che potremmo equiparare tra il rosso Ferrari ed il rosso pompeiano, alla fine sempre rosso è. Azzurra by Messina è consapevole di non avere un tipetto alla Bennett di ieri sera, tanto per capirci, ma i centri dovranno essere focali per questo progetto nella speranza che Bargnani possa finalmente uscire dal tunnel dei problemi fisici, o dobbiamo ribattezzarlo Andrea “Swaroski” Bargnani?
La seconda. Male al tiro da fuori
Molti esperimenti ieri sera, sicuramente gambe indurite dai carichi di lavoro ma le percentuali al tiro da fuori, anche con spazio e con i piedi a terra, sono state imbarazzanti come imbarazzante è stato perdere il duello a rimbalzo con gli avversari. Su questo secondo aspetto del gioco azzurro era difficile però pensare di non soccombere all’impeto ed alla fisicità di Ejim & Co. ma tirare così male non se lo aspettava nessuno. In breve la gara alla fine si è persa lì ma anche questo aspetto non deve allarmare, si sa che il tiro detiene in se un aspetto molto mentale, figuriamoci poi con il pallone umido di un PalaDozza ridotto quasi a sauna, gran bella idea quella di giocare questo torneo a Bologna a fine giugno, con il solito clima caldo-umido che caratterizza la ex-Basket City in questa fase dell’anno.
La terza. La mano del coach ed il ruolo del Beli
Il manico c’è e si vede. Ettore Messina ha fatto presto a farsi capire e soprattutto la sensazione è che i ragazzi lo ascoltino e parecchio. La palla ad esempio spesso in post basso, da parte di chiunque si trovi nella fase di transizione sia esso Gallinari o Gentile, indica una precisa idea di gioco da continuare a perseguire. Come appare anche palese il valore aggiunto di Marco Belinelli che però, dopo il colpo ricevuto ieri e che lo ha costretto a disertare il resto del match, è molto probabile debba stare a riposo almeno sino alle prime due gare del torneo torinese. Attendiamo il comunicato ufficiale della Federazione ma questo sarebbe un brutto problema per la squadra. Ma aldilà delle cifre del Beli (verificate pls i suoi numeri in queste precedenti sfide vs Rep. Ceca, Cina e Filippine, a dir poco ottime), è proprio il suo ruolo che è ormai da definirsi vero e proprio catalizzatore della squadra attraverso far fluire il gioco e non solo, una bellezza pura ad esempio l’assist consegnato ad un Cuso distratto quello di ieri sera nel cuore dell’area canadese. Speriamo solo possa rientrare prima possibile.
Fabrizio Noto/FRED