Per il secondo anno consecutivo Campli riparte dalla Serie B, ma quest’anno purtroppo senza il suo capitano, il metronomo, il regista, l’uomo dell’ultimo tiro, parliamo di Giovanni Montuori, il quale ha deciso proprio al termine dell’ultima stagione, come si è solito dire, di attaccare le scarpette al chiodo. Certo dopo quattro stagioni, con oltre cento gare giocate con la maglia biancorossa, ripartire senza “il capitano”, lascia nell’animo dei tifosi farnesi un senso di vuoto, perché oltre al giocatore, alla sua indubbia valenza tecnica, verrà a mancare l’uomo, colui che sapeva prendersi sulle spalle la squadra nei momenti di difficoltà, che sapeva cementare tenere unito lo spogliatoio, insomma un allenatore in campo e fuori. Guarda caso, da oggi, il suo futuro, sarà in panchina, dove, sempre con la società farnese, assumerà la duplice veste di assistente di coach Millina per la prima squadra e contemporaneamente quella di responsabile dell’intero settore minibasket. Il progetto che in questi giorni sta prendendo corpo, assume un’importanza rilevante per la società Campli Basket “Nino Di Annunzio”, in quanto proprio per accrescere la conoscenza verso questa disciplina, mettendo assieme le diverse sinergie, si stanno chiudendo una serie di accordi con le vicine società della Val Vibrata (S. Egidio, S. Omero e Nereto), che vedranno nascere un centro di minibasket a livello interprovinciale . Fulcro centrale, e quindi protagonista in qualità di istruttore responsabile, nonché supervisore, sarà proprio lui, Giovanni Montuori, il quale ama particolarmente il rapporto con i bambini, e in modo particolare, con quelli, che per la prima volta si avvicinano al mondo della palla a spicchi e conseguentemente ad un canestro.
Allora Giovanni quando e com’è maturata la decisione di dire stop al basket giocato?
”Guarda, fondamentalmente gli impegni extra cestistici, come la Società di minibasket della quale mi occupo a Giulianova e poi l’organizzazione degli eventi estivi, che portano via tanto tempo, mi hanno indotto a lasciare, anche perché come detto, con l’accavallarsi di tutti questi impegni, non potevo garantire la mia presenza nelle sedute di allenamento mattutine. Questa cosa, cioè, il non poterti allenare con costanza, mi sembrava in un certo modo ingiusto nei confronti della squadra”.
Questo tuo nuovo ruolo di assistente di coach Millina come lo inquadri, nel senso quali saranno i tuoi compiti, ne hai già parlato con il tuo ex coach?
“Allora, mi tuffo in questa nuova esperienza, con tanta passione e ti dico, che lavorare a fianco di Piero Millina, mi dà ancora più stimoli. So quello che lui si aspetta da me, poi c’è già un rapporto di conoscenza sia come uomo che come allenatore, tutto questo mi porta ad essere avvantaggiato, così come il fatto di conoscere già i miei “vecchi” compagni, i quali da me si aspettano quel ruolo che esercitavo quando ero capitano, una sorta di collante, tra loro l’allenatore e la Società”.
Per quanto attiene il tuo nuovo ruolo di responsabile del settore mini basket, che progetto c’è in cantiere, c’è già qualcosa che si sta concretizzando, sotto questo profilo?
“In questo senso, devo dirti che già molto tempo fa, cominciammo a parlare con la dirigenza del Campli di pianificazione. Ad oggi penso di poter affermare, che si stanno tracciando delle linee guida, che se concretizzate, potrebbero far nascere delle basi solide per un forte sviluppo del settore minibasket. Noi innanzitutto dobbiamo per prima cosa, allargare il bacino d’utenza, attraverso le scuole, sino ad entrare nelle famiglie. In tal senso, ci stiamo attivando per un discorso più ampio, che vada ad interessare zone della provincia molto importanti, quali S. Omero, S. Egidio, Nereto e anche S. Nicolò. Certo, all’inizio sarà un po’ faticoso, ma io dico che i bambini vanno coinvolti, facendoli sentire partecipi in ogni tipo di attività, farli sentire parte attiva di un progetto dove loro sono i protagonisti”.
Dopo tutte queste stagioni con la maglia del Campli, che cosa vuoi dire ai tuoi tifosi, a tutti quelli che ti hanno ammirato sia come giocatore che come uomo?.
“A loro dico di continuare a sostenere non solo la prima squadra, ma tutta la Società, dare una mano, collaborare, perché gli impegni sono tanti, il lavoro anche e soprattutto sotto il profilo sociale è importante e Campli può e deve dare di più, affinché queste giovani generazioni, crescano con quella cultura che lo sport insegna e che servirà loro per maturare come uomini in futuro”.
Ufficio Stampa Campli Basket “Nino Di Annunzio” 1957