Non c’è mai stata partita semplicemente. Forse per quattro o cinque giri d’orologio, ma nel momento in cui Bologna ha rintuzzato l’unico tentativo di rientro di Imola dopo il parziale con cui si era aperta la gara(11-4 Bologna),da lì in poi è stato monologo bianconero. Troppo ispirata la banda di Ramagli (+27 massimo vantaggio, cinque uomini in doppia cifra, dieci triple, 44-29 a rimbalzo), troppo abulica quella di Ticchi (sotto 44-71 a fine terzo quarto, incapace di segnare tiri aperti, a lungo sotto il 40% da due punti, travolta ancora a rimbalzo dopo la sconfitta con Recanati). La serata perfetta sommata a quella dove non ne va dritta una. E così ne è uscita una non competitiva dove gli ospiti sono scappati subito e hanno fatto divertire i tanti tifosi arrivati, approfittando della comodità della trasferta.
Le note liete, come sette giorni fa, arrivano ancora dal reparto più verde del roster per la Segafredo. Se contro Piacenza si era guadagnato lo starting five e undici solidi minuti di campo il 1998 Nikolic, oggi, stanti le assenze di Ndoja e Michelori (rientro previsto per la prossima partita per entrambi), il posto nel quintetto titolare è andato ad Alessandro Pajola, classe 1999, che ha fatto ancora meglio del compagno di squadra: faccia tosta, iniziative, difesa. 11 punti per lui, buona parte nell’allungo iniziale dei bolognesi. E ugualmente positiva la prova, uscendo dalla panchina, di Tommaso Oxilia (1999 lui pure): 10 punti, 6 rimbalzi e 15 di valutazione. Bene ancora, anche se con qualche incertezza fisiologica qua e là, Lorenzo Penna, sufficiente Nikolic. Sono loro gli uomini da cui Ramagli cerca i minuti extra per far passare il suo roster da “buono per i primi quattro posti” a qualcosa di più che nessuno, però, si sogna nemmeno di nominare.
La truppa USA si è confermata nuovamente. La parte del mattatore l’ha recitata Michael Umeh, mettendo in mostra tutto il suo talento dietro l’arco (21 punti con 5 triple), mentre Lawson, dopo un inizio eccellente, ha notevolmente abbassato i giri del motore a gara ormai acquisita, chiudendo comunque con 15 punti e 8 rimbalzi.
Nota di merito per Guido Rosselli, autore di una prova a tutto tondo da giuda del gruppo, esattamente quello che lo staff tecnico gli chiede, e importanti segnali di ripresa per Marco Spissu, che all’esordio con Piacenza aveva un po’ deluso. Atteggiamento difensivo e pressione ancora alta, come da diktat ramagliano. Non c’è che dire, i primi due test questa Virtus li passa a pieni voti, in attesa di test più complessi.
Per Imola davvero difficile commentare la partita, dove, in sostanza, niente ha funzionato. A partire dalla difesa, considerando che la Virtus ha segnato buona parte dei suoi canestri nel primo tempo (ossia quando la gara si è decisa, 49-26 all’intervallo) con comodi appoggi al vetro da pochi centimetri.
Il problema, al momento, sembra quello di due americani che non ingranano. Cohn non ha ripetuto la prova solida dell’esordio e ha girato a vuoto, spesso giocando da solo. Norfleet, invece, ha giusto rimpinguato il bottino personale nell’ultimo inutile quarto. L’attacco così è decisamente monodimensionale: si cerca l’appoggio per Maggioli, che ha retto discretamente il confronto con Lawson, con tutt’al più qualche variazione sul tema con le penetrazioni di Prato o Ranuzzi.
Sull’8-11 dopo pochi minuti, questa sterilità offensiva ha propiziato il 14-0 con cui i felsinei sono fuggiti per non guardarsi più indietro, chiudendo già sul 27-10 al primo mini break.
Prato (13 punti) ha provato in solitaria a tenere i suoi a contatto, ma attorno ha avuto compagni praticamente per intero in serata nerissima al tiro, così che tante buone conclusioni, costruite per i tiratori, si sono spente sul ferro. A questo si è aggiunta, nuovamente, una tremenda sofferenza a rimbalzo, che ha concesso secondi tiri a iosa agli avversari (11 rimbalzi offensivi per Bologna), che già di proprio hanno tirato con percentuali notevoli.
Quando poi Umeh e Pajola da dietro l’arco hanno preso fuoco, segnando tre canestri pesanti in un amen, la partita si è sostanzialmente conclusa. Troppi i 23 punti di ritardo accumulati al 20esimo da rimontare per una squadra che col passare del tempo si è sfaldata, finendo per giocare ognuno per i fatti suoi e smettendo di lottare.
Il futuro ora riserva un terzo turno casalingo da prendere con le molle per la Virtus contro Mantova, mentre la trasferta di Jesi diventa già uno snodo significativo per l’Andrea Costa, che vuole evitare di ritrovarsi ancora a quota zero dopo tre incontri.
ANDREA COSTA IMOLA – SEGAFREDO VIRTUS BOLOGNA 67-85
Parziali: 10-27; 16-22; 18-22; 23-14.
Progressione: 10-27; 26-49; 44-71; 67-85.
MVP: Michael Umeh mette a ferro e fuoco la difesa imolese. Chiude con 21 punti, segnando da tre e rendendosi parecchio pericoloso anche in penetrazione.
WVP: Serata da dimenticare per Travis Cohn, che non ne ha davvero azzeccata una. Ai soli 9 punti con 4 palle perse aggiunge pure lo 0/3 ai liberi.
Nicolò Fiumi