Come quegli incontri tra due vecchi amici che si trovano al bar dove tutti e due vogliono offrire. “Faccio io”, “Ma figurati, pago io”, “No guarda mi offendo”, “Non insistere, pago io”. Bondi Ferrara e Segafredo Bologna (priva di Ndoja) hanno fatto a gara per 40’ nel regalarsi la partita a vicenda. Gentilezze in sequenze, errori marchiani, nessuno che ha dato l’impressione di voler fare altro che non fosse permettere agli avversari di prendersi i due punti. Tutto fino a 8” dalla fine. Quando ormai Ferrara sembrava aver convinto gli amici bolognesi che, per questa volta, saldava il conto lei. Tradotto: penetrazione di Spissu con Bologna a +1, stoppata imperiosa di Roderick, che recupera la palla e parte al trotto, permettendo allo stesso Spissu di rinvenire da dietro, sfilargli il pallone e regalare a Rosselli, rimasto indietro un giro, il comodo pallone del +3. La Bondi davvero quel caffè tra due amici che da tempo non si ritrovavano lo voleva offrire a tutti i costi: 8” da giocare, rimessa in attacco per il possibile pareggio vanificata da un’infrazione di 5”. Che, nel mondo normale significa game-set-match. E invece no. Perché Bologna sfoggia il colpo da cinema. Si alza di sorpresa, finge di andare in bagno e paga il conto per tutti. Rimessa dal fondo senza un verso, recupero di Moreno. Anche qui, nel mondo normale la squadra in difesa fa fallo e, quanto meno, manda gli avversari in lunetta. Ma, come detto, la Virtus aveva deciso di fare la splendida e pagare il conto per tutti. Palla di nuovo a Moreno completamente libero, che sulla sirena insacca la tripla del pareggio. Lì obiettivamente, dopo l’insistenza bolognese, Ferrara non ha potuto fare altro che accettarlo quel caffè pagato, e nel supplementare non ha fatto prigionieri, dominando e andando a vincere anche largamente.
Un partita davvero singolare, nella sua bruttezza, per 39’ e per la sua totale assurdità nei restanti sei. Bologna si butta via in una partita che, a differenza di quella con Ravenna, non potrà che lasciare segni pesanti, specie nella psiche degli uomini di Ramagli che hanno combinato una frittata di dimensioni epiche. Soprattutto perché è stata sprecata una partita già vinta (perché sopra di 3 a 8” dalla fine, palla in mano, una partita è vinta) dopo aver giocato malissimo in attacco, ma aggrappandosi alla difesa, come nell’inizio brillante di campionato, che avrebbe dato due punti preziosissimi per il morale e in vista del prossimo turno che sarà nuovamente in trasferta, a Udine, dato il rinvio della partita interna con Treviso. Ferrara festeggia, forse senza neanche rendersi conto di come abbia fatto. Prestazione davvero pessima per gli uomini di coach Trullo che hanno sbagliato tutto il possibile in attacco, ma, se non altro, con una serie di difese alternate, hanno irretito l’attacco ospite, garantendosi la chance di scartare il regalo negli ultimi secondi.
Roderick e Bowers sono stati i mattatori dell’incontro, dopo aver entrambi faticato in partenza. Secondo tempo da dominatore per l’ex Capo d’Orlando che chiude con 24 punti, 15 rimbalzi e 3 stoppate, partita a tutto tondo per Roderick con 18 punti, 8 rimbalzi e 6 assists. Loro hanno permesso alla Bondi di chiudere i conti nel prolungamento, spegnendo sul nascere ogni vano tentativo virtussino, frustrato già dal finale scellerato. Al di là dei due punti e della prestazione di carattere nel finale, però, poco da salvare per Ferrara. Certo, non è un brutto andare portare a casa la vittoria, ma per navigare in acque interessante da qui in avanti sarà necessario cambiare registro: 25 palle perse sono un dato insostenibile che solo il dominio a rimbalzo (49-30) ha mitigato.
Difficile trovare parole per la Segafredo. Sconfitte così, seppur ancora prestissimo nella stagione, rischiano di segnare un campionato. Vincere significava mettersi alle spalle il passo falso con Ravenna, mantenere la vetta della classifica, dimostrare di poter vincere anche giocando male. E invece quegli ultimi 8” rischiano di essere ricordati a lunghissimo in questo 2016/2017. Quella rimessa dal fondo regalata alle mani di Moreno. Il mancato fallo. La tripla del pareggio. Il crollo inevitabile nel supplementare. Grida vendetta un’altra ottima partita di Kenny Lawson (19 punti e 9 rimbalzi), che è stato però dimenticato in diversi frangenti dai suoi compagni, mentre Michael Umeh ha sparacchiato a salve (5/17 al tiro). Marco Spissu ha ritrovato mano da dietro l’arco (14 con tre triple), ma ha sulla coscienza il finale di una partita nella quale la linea verde, questa volta, ha un po’ tradito (Penna e Pajola impalpabili, Oxilia a sprazzi). Certo, sarebbe bastata una gestione normale degli ultimi secondi per essere qui a parlare di tutt’altro, ma piangere sul latte versato non ha mai giovato a nessuno.
I bolognesi hanno, probabilmente, iniziato a buttare via la vittoria a metà secondo quarto, quando, con una fiammata da tre punti di Spissu (tutte e tre le triple segnate in quel frangente) avevano toccato il +11 palla in mano. Lì tre sequenze hanno riaperto l’incontro: un contropiede due contro uno in cui Spissu ha voluto forzare un altro tiro pesante sbagliato e il libero per un tecnico sanzionato a Moreno sbagliato da Umeh, a cui Ferrara ha risposto con due triple che le hanno permesso di andare al riposo con uno svantaggio gestibile (5 punti). Da lì in poi è stata gara sempre a contatto, quasi sempre con Bologna avanti, ma con gli americani estensi ora in partita, che alla fine hanno fatto la differenza e esultare il tantissimo pubblico presente per un derby molto sentito.
Resta da capire se, al ritorno, Ferrara si ricorderà di questo caffè offerto e restituirà il favore…
BONDI FERRARA – SEGAFREDO BOLOGNA 86-75
Parziali: 14-19; 15-15; 18-17; 20-16; 19-8.
Progressione: 14-19; 29-34; 47-51; 67-67; 86-75.
MVP: Laurence Bowers, secondo tempo di dominio totale il suo. Mette assieme cifre da paura praticamente non giocando il primo tempo.
WVP: Michael Umeh, sembra a lungo fuori dai giochi e dalla partita. Finisce per tirare spesso a vuoto.
Nicolò Fiumi