Toyota Center, Houston, 10.12.16. Houston: non abbiamo un problema! La vera delusione di questo scorcio di stagione, i Mavs orfani di Dirk Nowitzki, non ha la forza per deviare la traiettoria dei razzi, sempre più lanciati verso la stratosfera della Western! 109-87, in una gara mai del tutto uccisa dai padroni di casa, ma mai realmente in discussione.
Primo quarto. Frontline ospite Mejri- Finney-Smith! Regna l’equilibrio nei primi minuti: Harden ingrana da subito, procurandosi con furbizia un fallo su tiro da tre ed innescando Ariza da casa sua, Houston cambia continuamente marcatura sugli esterni ospiti, ma Dallas trova con continuità la via del canestro: la tripla di Finney-Smith vale l’11-12 al 5′. Il barba sforna assistenze come cioccolatini, Anderson e Capela ringraziano. Due triple, prima del subentrante Gordon su scarico pazzesco del #13, poi dello stesso Harden, scavano il primo solco (21-12 al 7′). I Mavs puntano sul pick and roll di Deron Williams per aprire poi sul perimetro, Matthews (top scorer dei suoi ma con 8-22 dal campo) gioca dal post basso, mentre Barnes è schierato da 5 tattico, blocca e va in isolamento, si muove bene (risulterà il più continuo dei suoi), ma pecca di precisione. Carlisle, allora, inserisce Seth Curry, la circolazione si fa più veloce, ma il risultato non cambia: Matthews forza, Gordon, invece, no (30-19). Dentro, allora, anche Harris e Powell, in un quintetto piccolo che vedremo spesso in campo ospite, per arginare un attacco Rockets che viaggia, finora, col 71% dal campo! Matthews trova il corridoio giusto per un “and one”, poi forza, recupera, riceve in angolo e trova la tripla del -3, Dallas prova ad aggredire il portatore di palla, ma Houston ha mille risorse, ed anche la dea bendata dalla sua: una tripla allo scadere dei 24” di Montrezl Harrell, senza ritmo né coordinazione, da posizione defilata e con la mano del difensore in faccia, fa capire da che lato penda la bilancia, mentre Harden gioca ancora di furbizia chiudendo con tre liberi il primo parziale sul 36-27.
Secondo quarto. I Rockets macinano il loro gioco senza troppi pensieri: contro la difesa schierata giocano il P&R per creare lo spazio per lo scarico. Se Harden trova il corridoio chiuso apre per Gordon o Beverley (subito al suo terzo fallo personale, ma sempre prezioso su ambo i lati ed una sentenza da fuori!) e con pazienza si costruisce il nuovo gioco a due con l’ottimo Capela, finché non arriva l’assistenza sotto o il tiro giusto dall’arco. Quando i Mavs sbagliano la loro conclusione, invece, lo schema è semplice: palla ad Harden (quando non è lui stesso a catturare il rimbalzo!), lancio da quarter-back per l’Ariza di turno e canestro facile, la difesa nemmeno fa in tempo a schierarsi! I padroni di casa, tuttavia, pur restando in completo controllo, non chiudono mai definitivamente la contesa (45-34 al 4′). Harden perde qualche pallone per strada (a questi ritmi lo devi mettere in conto…), mentre Deron Williams tiene vivo lo score ospite e Matthews prova a fare pentole (dal post basso, ma D’Antoni ha capito il giochino e lascia sul post un lungo, oscurandogli il ferro) e coperchi, dall’arco sugli scarichi, con alterne fortune (chiuderà con un dignitoso 5-13 dai 7,25). Alley-oop del solito Harden per Capela: canestro e libero supplementare (56-42 al 9′), ma i Mavs continuano a ruotare i loro uomini sul campo e ce n’è anche per un volenteroso Justin Anderson, che si fa perdonare un fallo di mera ingenuità (ancora!) su tiro da tre di Ariza con la bonba del -10 e, insomma, siamo ancora là! Il barba, però, è in versione deluxe e ne ha per tutti: assistenza in angolo praticamente da metà campo (!), e Gordon non perdona (6-9 da 3)! Harden gioca per la squadra molto più che per sé ed i suoi assist da distanze siderali non ammettono schieramenti difensivi: la chiusura arriva sempre in ritardo ed il tiratore di turno (Houston abbonda di fucilieri…) ha tempo di sistemare i piedi. Si spiegano così le alte percentuali per i reds (51,4% dall’arco con 37 tentativi!). Matt Barnes (il vero leader silenzioso degli ospiti) trova la forza di accorciare allo scadere del primo tempo, che si chiude sul 60-49.
Dallas prova sempre a fare il suo gioco, ma ha davvero troppo poco dal reparto lunghi (23-13 la sfida a rimbalzo a fine secondo parziale), salvo una manciata di punti da Finney-Smith, su ambo i lati del campo. Houston ha il piglio della contender e costruisce a testa alta la propria manovra, quasi incurante dell’avversario di turno: tutti i giocatori paiono a proprio agio nel sistema creato da coach Mike e portano il loro contributo alla causa, innescati da un ispirato James Harden.
Terzo quarto. Dallas produce il massimo sforzo difensivo, decidendo di tenere tutte le marcature passando davanti ai blocchi e anticipando sulle linee di passaggio. Il solo Harden trova la via del canestro, ma il problema ospite è metterla dentro, sempre costretti a forzare da fuori! Barnes si fa valere, ma sbaglia qualche appoggio e bisogna aspettare tre minuti prima di vedere un canestro Mavs, con un gioco da tre punti del solito Barnes attaccando la famosa difesa contemplativa di Harden sul palleggio (66-55 al 5′, parziale 6-6 in cinque minuti!). Houston continua a difendere accettando i cambi, Curry batte Capela e torna a -10. Alla lunga, però, la scelta di D’Antoni paga: Harrell tiene le penetrazioni di Matthews, Harden sulla linea di fondo fa altrettanto su Barnes ed allunga anche le mani in aiuto sul portatore, Dallas è forzata ancor più al tiro da fuori (11-34 alla fine…). In attacco, Houston ci mette poco a trovare la chiave: tre triple consecutive di Ariza, una con un pick and pop giocato col solito Harden, poi su assist del barba, e distanze ristabilite! Come a dire: ci intasate le linee di passaggio? Qual è il problema? A noi ne basta uno! Sempre Matthews replica da tre, ma la continuità realizzativa dei padroni di casa è senza soluzione, trova anche il contributo di Dekker e, a fine parziale, spacca definitivamente la partita (86-69).
Ancora qualche cifra per capire meglio cosa stia succedendo: i Rockets tirano 14-26 dall’arco, Harden è già a quota 18 punti + 16 assistenze! Dallas insiste, giustamente, col quintetto piccolo, ma l’ampio spazio concesso alle terze linee (Anderson, Brussino, Gibson, un discreto Dwight Powell) sa tanto di impotenza e rassegnazione…
Quarto quarto. L’ultimo parziale ha davvero poco da aggiungere alla cronaca di una gara il cui esito non è mai davvero in dubbio: ciò che preme sottolineare è la grande prova di Harrell, lottatore dalle buone mani che chiude con 12 punti e 5-6 dal campo, degno sostituto del sempre continuo Capela (doppia doppia per lui) per quanto molto differente tecnicamente. Il possente #5 dei Rockets subisce un duro colpo al ginocchio, esce tra le ovazioni del pubblico di casa, rientra dopo pochi minuti, lotta, gioca, aggredisce a rimbalzo offensivo! Quando riceve palla arrivando a rimorchio, controlla bene il corpo, segna e subisce fallo chiudendo il gioco da tre punti (92-75), è lui a mettere il sigillo definitivo sulla partita, guadagnandosi una menzione speciale, alle spalle dell’MVP Harden (ci sono dubbi?) e più ancora dei soliti Gordon ed Ariza! Il resto è garbage time: Houston allenta un po’ le maglie difensive, ma la mano ospite dalla distanza è sempre fredda, mentre il pick and roll ed il “penetra e scarica” dei padroni di casa trovano quasi sempre il cecchino pronto a deliziare i tifosi del Toyota Center.
Finale dilagante per Houston, ormai stabilmente tra le prime quattro della Conference (record 17-7); mani vuote per la sempre più ultima Dallas (5-18), che torna a casa ed attende i Nuggets nella speranza di un riscatto.
Houston Rockets-Dallas Mavericks 109-87
Houston: Harden 18 (16 as, 9 r), Ariza 17 (7 r, 4-8 T3%), Anderson 4, Beverley 15 (7 r, 4-6 T3%), Capela 13 (10 r), Gordon 18 (6-9 T3%), Dekker 9, Harrell 12, Brewer 3, Ennis, McDaniels. All: M. D’Antoni.
Dallas: Matthews 26 (5-13 T3%), Barnes 20 (7-13 FG%), D. Williams 9 (6 as), Finney-Smith 11, Mejri, Powell 8 (6 r), Curry 7 (3 as), Gibson, Brussino, Anderson 6, Harris, Hammons. All: R. Carlisle.