Roma, 29 gennaio 2017 – Un’Angelico Biella non eccelsa ma dannatamente cinica ed efficace fa valere il suo peso specifico e vince il #BigMatch della 19^ giornata del girone Ovest della serie A2 sulla solita generosa, commuovente e volitiva Unicusano Bum Bum Virtus quasi decimata negli effettivi (out anche Chessa dal 32’ di gioco per guai muscolari e con Maresca in campo solo per 9” di gioco), sul parquet del Palazzetto dello Sport per 86-90 e s’isola al comando della classifica approfittando della concomitante, quanto inattesa sulla carta, W dell’altra squadra romana, la Roma Gas&Power sul campo della TWS Legnano.
“Grazie Roma” quindi per i piemontesi che hanno imposto la legge del più forte ma dopo aver sofferto molto una Virtus Roma che ci ha messo tutto quello che poteva per portar a casa la gara. Ma se è vero che alla fine ha ragione chi fa meno errori e specialmente in una gara così tirata e dal massimo vantaggio di soli 8 punti per Biella e di 7 per Roma, i numeri che nel basket non dicono tutto ma che difficilmente mentono condannano i padroni di casa che anche questa sera hanno consegnato alle statistiche un pessimo 65% dalla lunetta (15/23) quando la media della stagione rivela un poco edificante 70%. Il paragone con Biella dice infatti 90% (27/30) questa sera, con i piemontesi che di solito viaggiano al 74% quindi il rammarico in casa Virtus Roma per i soli 4 punti finali cresce, eccome.
Metteteci poi che la Virtus Roma ha segnato questa sera con altrettanto pessimo 33% anche da 2 (16/48), ed ecco che la sconfitta è bella che servita quando l’avversario dice 49% (21/43), specie poi quando sai che l’avversario si chiama Angelico Biella. A poco o nulla serve aver portato a casa un ottimo 43% dalla linea dei sogni (13/30) contro un brutto 27% dei rossoblu (7/26), ed essersi difesi in maniera eccellente ai rimbalzi (44-49 per Biella), contro una squadra decisamente più alta, grossa e con una rotazione di 8 uomini tutti quanti a referto.

Riscaldamento Biella
Sin dai primi possessi infatti i ragazzi di coach Corbani mettevano Biella in serie difficoltà iniziando a difendere con una tensione agonistica di livello molto elevato, memori di trovarsi comunque al cospetto non solo la capolista ma soprattutto uno dei migliori attacchi del girone. Michele Carrea, allenatore giovane ma decisamente sveglio, era addirittura costretto a chiamare tempo su 2-0 per gli avversari (sì, avete letto bene, 2-0), al 3’54” di gioco del primo periodo, dopo aver constatato che i suoi ragazzi ci stavano capendo poco, forzando parecchio ma soprattutto selezionando molto male i tiri perché finiti nella morsa difensiva dei capitolini.
Un primo periodo in cui Roma metteva in chiaro le cose, costantemente avanti nel punteggio frutto di una gran difesa come detto e consentendo a Biella un solo, minimo vantaggio (Udom al 7’ 11-12), superato poi brillantemente da due triple in transizione di Chessa (serata da 11 p.ti, 5 rimbalzi e 4 assist con un buon 18 di valutazione), e Baldasso ( 12 p.ti ma solo 5 di valutazione), come a voler significare che il gioco era roba loro in quel mentre.

Una fase del secondo periodo.
Terminato il primo periodo sul 19-15 con qualche errore di troppo da parte romana, il secondo periodo non rallentava l’intensità della sfida con una Virtus Roma a difendere molto bene e con Biella a subire questa difesa non riuscendo a giocare la sua pallacanestro, forzando molto in attacco e restando comunque attaccata al match grazie ai liberi (Roma in bonus già al 14!!). Parità comunque sul 29-29 grazie ai liberi di Tessitori al 16’ (cvd), e subito tripla di Chessa a mandare il solito messaggio della serata ai piemontesi: voi vi avvicinate ma appena lo fate noi riandiamo avanti! Il solito strepitoso John Brown (serata da 21 punti, 15 rimbalzi e 33 di valutazione…Commenti?), che dava il max vantaggio romano sul 41-33 rintuzzato poi da Ferguson per chiudere un buon primo tempo per Roma sul 41-35.
Ma al rientro dalla pausa lunga l’Angelico Biella mostrava tutta la sua efficacia nello sciorinare il suo gioco fatto di letture, di palla molto ben viaggiante su tutto l’arco di gioco ed una difesa attenta e sempre fisica. La capolista piazzava un parziale da 0-11 importante, protagonisti Ferguson e Tessitori, portandosi avanti anche nel punteggio sul 41-46 e costringendo Fabio Corbani a chiamare tempo. Finalmente si vedeva un Aristide Landi poco presente nella prima parte di gioco (chiuderà con 11 p.ti, 6 rimbalzi ma solo 2 di valutazione), piazzare le sue bombe riportando avanti Roma sul 49-48 ma questa volta Biella rispondeva subito, Mattia Udom metteva al 25’ la sua squadra avanti 49-50. E nei restanti 5 minuti del periodo, rossoblu in cattedra, sempre nel ritmo della gara con la Bum Bum Virtus attenta a non mollare ma in evidente affanno d’idee. Anthony Raffa (21 p.ti alla fine con ben 7 rimbalzi e 6 assist ma un terzo periodo negativo), esagerava con qualche forzatura, così come Daniele Sandri (10 p.ti, 4 rimbalzi ma anche ben 7 assist), che consentiva a Biella di portarsi avanti sempre grazie ai liberi, più l’Ave Maria di Luca Pollone allo scadere che dava a Biella il +8 sul 60-68.
All’inizio del quarto finale la Virtus Roma ci credeva, sia Baldasso che Landi suonavano la carica ma ogniqualvolta la distanza era di un possesso pieno, o un libero sbagliato od un canestro biellese (Hall o Ferguson ovviamente), ricacciava indietro l’Urbe che di fatto non riusciva a riprendersi l’inerzia del match. Uscito Chessa per guai muscolari, Raffa finalmente si rimetteva in cattedra ma i ragazzi di Carrea non smarrivano mai la bussola nonostante la veemenza avversaria. Mattia Udom dava il meglio di sé per i rossoblu, Hall e Ferguson gestivano possessi importanti ma la Virtus Roma non mollava, Sandri trovava finalmente il canestro che serviva portando il punteggio sull’83-84 ma con 45” da giocare e palla piemontese ci pensava un certo Mike Hall, con una calma olimpica difficilmente ascrivibile al suo focoso carattere d’un tempo, a chiudere i giochi con una tripla siderale nonostante gli ultimi, disperati tentativi della Virtus di farcela e zittendo il pubblico romano.

Ferguson ai liberi, ben 30 tiri liberi per i piemontesi
La sconfitta di Roma e la diametralmente opposta vittoria di Biella è tutta qui nel racconto, le cifre invece esposte prima sono crude e spiegano come questa di stasera sia stata una gara maschia, di contatti anche poco leciti ma pur sempre nell’ambito della sportività (53 tiri liberi tirati ne sono la prova), ovvio che alla fine i padroni di casa in emergenza di rotazioni si siano anche arresi contro la fisicità e la tecnica sotto canestro dei vari Amedeo Tessitori (11 p.ti e 7 rimbalzi, ordinaria amministrazione per lui), di un buonissimo Mattia Udom da doppia doppia (12 p.ti e 10 rimbalzi), dal sempre solidissimo Capitan De Vico (16 p.ti ed 8 rimbalzi e 16 di valutazione), dal recuperato Carl Wheatle (5 p.ti e 4 rimbalzi), ma soprattutto da un Mike Hall veramente un altro giocatore rispetto a quello che avevamo in mente, quello di Milano per intenderci: la tripla del match su Biella a +1, sparata da 8 metri quasi dicono per lui alla fine 16 p.ti, 12 rimbalzi (altra doppia doppia per lui), e ben 23 di valutazione.
Il vero valore aggiunto di Biella questo Mike Hall, i soliti 35’ in campo e capace quasi di far reparto da solo quando Amedeo Tessitori ha dovuto sedersi in panchina per falli e dando la sponda al solito Jazzmarr Ferguson (20 p.ti e ben 8 assist per un buon 18 di valutazione), molto più attento a far giocare la squadra ed un po’ meno a realizzare in prima persona. E senza dimenticare il più grande dei fratelli Pollone, cioè Luca, molto bravo non tanto per i suoi 8 punti quanto per la tripla allo scadere del terzo periodo che consegnava a Biella un vantaggio non solo di 5 punti bensì di 8 sul 60-68, dando una mazzata psicologica ai capitolina non da poco. Infine un po’ sottotono Marco Venuto, solo 2 p.ti con 4 assist in 25’ di gioco sono per lui numeri poco edificanti in base alla stagione disputata sino ad oggi. In finale, una Biella vincente ma non bellissima, una Biella che passa a Roma ma che non ha dato la sensazione di “dominare” la scena.
Serata amara invece per la Bum Bum Virtus ma che si consola pensando che nelle serate così storte esce dal campo con la più classica delle “Testa alta” per aver lottato sino alle stremo, per averci provato e creduto sempre, anche quando la logica avrebbe fatto pensare il contrario con il forfait di Massimo Chessa a quasi 8’40” dalla fine. Certo, proprio questo guaio muscolare del ragazzo sardo non ci voleva per una squadra che di fatto questa sera ha avuto sì ben 6 uomini in doppia cifra ma che ha dovuto anche subire la prestazione negativa di Jacopo Vedovato, logicamente ancora altalenante nel suo percorso di crescita. Le assenze di Gabriele Benetti ad semper in stagione e la malattia di Capitan Maresca rientrata ma che porta con se un mese di stop, mese che Giuliano dovrà recuperare ora fisicamente, si traduce in una squadra troppo, troppo corta.

Timeout di Carrea nel 4° periodo
Ma restando alla gara di questa sera, occorre comunque intervenire almeno su due fondamentali “allenabili”: il tiro libero e la difesa. Mentre il primo è anche molto mentale e la tecnica si può perfezionare, la difesa deve essere sempre un’arma di questa Virtus Roma a patto che non consenta però ben 30 liberi ad avversari come Biella che non han proprio bisogno di tirarne così tanti per vincere la gara. L’aggressività va bene, la voglia di non far passare l’avversario anche ma eccedere non va bene. E glissiamo sul 33% da due che non è un per niente un bel numero, sperando che sia stata solo una serata storta e nulla più.
Se poi la società decidesse d’intervenire sul mercato onde evitare il soffocamento, da qui a fine stagione, del roster capitolino…Male non sarebbe. Intanto applausi a questa Virtus Roma che ha dimostrato di valere il suo attuale e positivo campionato.
Sala Stampa
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Unicusano Virtus Roma – Angelico Biella 86-90
Parziali:19-15; 22-20; 19-33; 26-22
Progressione:19-15; 41-35; 60-68, 86-90
MVP: John Brown e Mike Hall su tutti ma l’ex-Milano mette la tripla che di fatto indirizza il match.
WVP: teoricamente Jacopo Vedovato ma Marco Venuto delude anche.
Fabrizio Noto/FRED