L’importante era vincere. Non importava come. L’aveva detto nel pre partita Alessandro Ramagli. Nelle condizioni fisiche in cui era la Virtus (out Lawson, Ndoja e Pajola, con Michelori, Spizzichini e Bruttini non al 100%) l’unica cosa che contava era tenere il servizio in casa per non rischiare di gettare al vento punti come già accaduto con Ferrara. E se sei giorni fa a Chieti era significato aggrapparsi alla difesa in una partita con percentuali da tiro al piccione, stasera contro l’Aurora Jesi è voluto dire giocare una partita con numeri da All Star Game. Solo per stare ai alle cifre la Segafredo ha tirato 22/30 da due e 13/25 da tre per un complessivo 35/55, pari al 64%. Jesi ci è andata poco lontana, chiudendo 18/30 da due e 14/30 da tre, dato penalizzato solo da qualche conclusione forzata nel finale, buono comunque per un 32/60 che vuol dire 53% globale.
I protagonisti sono stati tanti, ma uno è, chiaramente, svettato su tutti: Marco Spissu che, probabilmente, ha giocato la sua miglior partita in carriera, chiudendo con 28 punti (career high), 10/11 al tiro, 6 rimbalzi, 5 assists e 4 recuperi per un totale di 42 di valutazione. E’ stato semplicemente incontenibile e Ramagli, nel secondo tempo, non lo ha mai messo a sedere, venendo ripagato con tutte le giocate che hanno chiuso la partita. E fino all’ultimo la palma di migliore in campo se l’è giocata con Michael Umeh, lui pure a quota 28 con sette canestri pesanti a bersaglio. Se Spissu s’è preso la briga di segnare nel finale lui ha fatto il grosso del lavoro nei primi 30’, seminando il panico nella difesa jesina con le sue uscite dai blocchi e i tiri presi dal nulla.
Solita partita di una completezza e solidità impressionante da parte di Guido Rosselli, che non solo ha fatto il suo in attacco (15 punti, 7 rimbalzi, 9 assists), ma in difesa ha svolto anche un lavoro eccellente sul pericolo pubblico numero uno Dwayne Davis, tenuto a 3/14 dal campo. Ottimi segnali, nonostante una condizione fisica non ottimale, per Michelori che, come al solito, sotto i ferri ha dettato legge, aiutato da un Bruttini che in attacco ancora non brilla ma in difesa dimostra di entrare sempre più nei meccanismi di squadra. Ora la Coppa Italia, che forse Ramagli avrebbe preferito sostituire con un week end di riposo, anche se Lawson e Ndoja in settimana dovrebbero tornare in gruppo.
Jesi ha giocato la sua partita, pure troppo. Andare in trasferta a Bologna pensando di vincere ai cento punti, nonostante la Virtus avesse un americano in meno, è idea un po’ troppo pretenziosa. C’è da dire che gli uomini di Cagnazzo per tre quarti abbondanti hanno dato l’impressione di potercela fare. Bowers è stata la solita luce del gioco, comandando le operazioni e segnando quasi a piacimento (26 punti con 11/14, 7 assists), ma sono state le triple di Benevelli e un totalmente inatteso Giga Janelidze (15 con 4/6 da tre) a tenere in partita, e spesso avanti, gli ospiti, che hanno avuto un Dwayne Davis sì in tripla doppia (11 punti, 10 rimbalzi e altrettanti assists) ma troppo scentrato in attacco per non influire negativamente, alla lunga, sulle sorti di squadra. E infatti, quando la partita si è sporcata, anche con qualche fischio non proprio ineccepibile, persi per strada Janelidze per falli e Maganza a fare dentro e fuori dal campo per gli stessi motivi, è arrivato il break della Virtus che ha spaccato la partita, con il 78 pari di inizio ultimo periodo che è diventato un 97-84 pro Virtus poco più di cinque minuti dopo.
La partita. Subito ritmi alti, sia Bologna che Jesi sono squadre che non hanno problemi a farlo. Gli ospiti hanno Bowers che può sfruttare la sua maggiore stazza contro Umeh e lo fa segnando sette punti rapidi, ma la Virtus davanti trova canestri un po’ da tutti: triple dello stesso Umeh e Spissu, 16-9 Segafredo e primo time out Cagnazzo. La coppia di cannonieri virtussini però rientra in campo e piazza altri nove punti da dietro l’arco (due canestri Umeh e uno per il play scuola Dinamo Sassari) che fanno lievitare il divario già in doppia cifra (25-13). Jesi prova a pescare dalla panchina. Janelidze ha buon impatto, ma Spissu dall’altra parte è tarantolato e segna altri quattro punti mettendo anche enorme pressione sui portatori di palla avversari. Al primo mini intervallo è 29-20 Virtus che tira 7/8 da due e 5/8 da tre.
Coach Cagnazzo è una belva con i suoi che in difesa non riescono a metter freno all’attacco virtussino e prova a mischiare le carte con pressing e zona. Bologna pesca subito un paio di jolly con il caldissimo Umeh, ma ora qualche granello di sabbia negli ingranaggi sembra esserci. E Jesi in attacco prende fiducia grazie a un Janelidze che segna a ripetizione da fuori e a rimbalzo d’attacco. Maganza fa 2+1, Bowers e Davis tripleggiano: 16-2 di parziale Tecnoforgia che addirittura sorpassa (39-38), mentre i ferri sputano beffardamente un paio di buoni tiri alla Segafredo. Tutto quello che è entrato a Bologna nel primo quarto ora va dentro per l’Aurora: tripla di Alessandri e semigancio baciato dai ferri di Maganza. Le difese ci provano poco e anche quando lo fanno gli attacchi sono semplicemente più bravi. Umeh segna ancora da tre e riporta avanti Bologna, ma Picarelli e Bowers sulla sirena del primo tempo mantengono i marchigiani in vantaggio 51-49, e se la Segafredo aveva chiuso il primo quarto con 12/16 dal campo gli ospiti al 20esimo girano a 12/20 da due e 6/13 da tre punti.
Si alza il livello dei contatti in campo e si comincia a vedere anche qualche accenno di difesa. Il fatto è che gli attacchi sono veramente in una serata di gloria. Umeh si accende con un paio di triple dal nulla e il là glielo dà uno Spissu che non vuole essere da meno. Jesi però è bravissima a stare sempre attaccata alla partita, sbagliando quasi nulla a sua volta, con i canestri di Bowers, Benevelli (due volte da tre punti) e Maganza. Il lungo di Cagnazzo però spende anche un quarto fallo molto prematuro che lascia i suoi compagni senza un punto di riferimento cruciale in area. Nel frattempo Bologna ha ripreso il manubrio della partita e si allunga fino al +6 (68-62) pur sbagliando qualche libero di troppo. Si gioca con percentuali al tiro da tre punti irreali: 10/19 Bologna, 11/20 Jesi, che ricuce e chiude ancora avanti dopo tre quarti (75-73).
Continuano i contatti proibiti in ogni zona del campo e gli arbitri perdono un po’ di mano la partita. Qualche fischio di troppo non sempre a segno e l’ambiente si scalda parecchio. Ne fa le spese uno scatenato Janelidze, pescato in un quinto fallo visto da pochi. La Virtus ne approfitta per prendere inerzia. Michelori nel pitturato si fa largo e segna due volte, Spizzichini perso dalla difesa mette il canestro da tre punti del +7 (85-78). L’Aurora ha un campione che risponde al nome di Tim Bowers e nel momento del bisogno infila due triple di peso specifico enorme per i suoi in deficit di fiducia, ma Bologna ha ormai le mani sulla partita. Marco Spissu è inarrestabile mentre Rosselli mette le ganasce a Dwayne Davis nella propria metà campo. Da una sua rubata con seguente canestro in contropiede arriva il +9 Bologna. Resta solo da chiudere la partita e non può che pensarci lo Spissu formato MVP di stasera: tripla centrale contro una difesa ancora troppo passiva, +12 a tabellone e tutti negli spogliatoi.
VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA – AURORA TERMOFORGIA JESI 98-88
Parziali: 29-20; 20-31; 24-24; 25-13;
Progressione: 29-20; 49-51; 73-75; 98-88;
MVP: Marco Spissu. Che partita ha giocato? Ok la difesa molto allegra di Jesi, ma quei numeri lì vanno sempre fatti. Chapeau.
WVP: Filippo Alessandri e Matteo Battisti in due non riescono a mettere un freno allo Spissu di cui sopra. Alessandri alla lunga perde pure le staffe e i nervi finiscono per saltargli.
Nicolò Fiumi