02/05 01:00 | ![]() |
CLEVELAND CAVALIERS | 116-105 | TORONTO RAPTORS | ![]() |
30:18, 62:48, 96:74 | |||||
02/05 03:30 | ![]() |
SAN ANTONIO SPURS | 99-126 | HOUSTON ROCKETS | ![]() |
23:34, 39:69, 67:96 |
In gara-1 del derby texano arriva la peggior sconfitta interna di playoff della storia di San Antonio, 126-99: Harden segna e distribuisce (20 con 14 assist), è calda la mano dei tiratori di Houston dall’arco (22 triple a segno).
https://youtu.be/cI—IXtUsk
Non occorre andare oltre un primo tempo da 69 punti per i Rockets contro i soli 39 degli Spurs (35-16 il parziale del secondo quarto) per raccontare la peggior sconfitta interna nei playoff della storia di San Antonio. Il 126-99 finale con cui la squadra di Mike D’Antoni passa all’AT&T Center in gara-1 (strappando quindi agli Spurs il vantaggio del fattore campo nella serie) è figlia innanzitutto del record di franchigia per triple a segno in una gara di postseason: ben 22 i canestri da tre realizzati da Harden e compagni (il 44% dei tentativi), frutto di un gioco corale e dell’ottimo movimento di palla (30 assist di squadra su 40 canestri segnati), ma anche della capacità di giocare alla perfezione il pick and roll (8/10 al tiro per 20 punti conditi anche da 13 rimbalzi per Clint Capela), arma contro cui la squadra di coach Popovich non ha trovato risposta per tutta la sera. Per Houston non è neppure James Harden – tenuto a riposo per tutto il quarto quarto – il miglior marcatore di squadra: pur protagonista di un’ottima gara da 20 punti (di cui 16 nel primo tempo), 14 assist e 4 recuperi, per la palma di top scorer di serata il “Barba” si vede superato da un Trevor Ariza da 5/10 da tre punti per 23 punti totali. Lo scarto finale di 27 punti a favore dei Rockets – figlio anche di una prestazione da 42 punti totali della panchina, con 13 di Lou Williams e 11 di Eric Gordon – è il secondo di sempre per una gara-1 vinta fuori casa, dietro solo al 129-90 dei Phoenix Suns nello Utah nel 1991.
I campioni NBA controllano il match sin dalla palla a due e trascinati dai 35 punti e 10 rimbalzi di un riposato LeBron James, battono 116-105 i Raptors: gara-1 è dei Cavaliers.
https://youtu.be/bGFx_wNe3n8
La settimana di riposo ha fatto davvero bene a LeBron James, in forma così smagliante da potersi permettere il lusso a un certo punto del match di fermarsi a sorseggiare della birra a bordo campo. O almeno fingere di farlo.
“Non sono un amante della birra. Se avesse avuto del vino rosso, avrei fatto volentieri un sorso”, commenta sorridendo il numero 23, autore non solo di 35 punti e 10 rimbalzi, ma anche protagonista di un simpatico siparietto con una delle cameriere della Quicken Loans Arena, ritrovatasi a servire non volendo il più importante dei clienti.
La forma fisica e mentale di LeBron infatti è straripante e gli permette anche di scherzare nel corso della sfida contro i Raptors, ormai abituato a gestire lunghi periodi di riposo soprattutto durante le fasi iniziali dei playoff: il numero 23 infatti è la nona volta in carriera che si ritrova ad avere a disposizione una settimana per tirare il fiato, in attesa di scoprire il nome dell’avversario di turno; la miglior medicina non solo contro gli acciacchi, ma anche per provare a sistemare i problemi manifestati dai Cavs nell’ultimo periodo.
“Questa era un po’ l’incognita anche per noi: come sarebbero andate le cose? – commenta James parlando del ritorno in campo dopo una pausa così lunga -. Eravamo ovviamente preparati al meglio, ci siamo impegnati affinché le cose andassero nel miglior modo possibile, ma non sai mai cosa può succedere dopo non essere scesi in campo per otto giorni. La nostra energia invece è stata fenomenale”.