- Andate in archivio le prime due partite degli ottavi di finale dei playoff promozione di serie A2. Sono arrivati i primi, parziali, verdetti: in cinque serie su otto è stato pienamente rispettato il fattore campo, tre squadre, invece, hanno portato via una gara in trasferta. Oggi si riposa, da domani si torna in campo per gara 3, dove molte squadre si giocano gran parte del proprio futuro. Andiamo allora a dare un’occhiata a quello che è successo finora, serie per serie.
ANGELICO BIELLA – TEZENIS VERONA 2-0 (G1 83-76; G2 84-76)
La serie con più tensione di questo primo turno. Sia Biella che Verona, anche se per motivi opposti, si giocano tanto in questo primo turno. Il campo, così, ha parlato di due squadre che se le sono date di santa ragione, con la tensione che non è mancata nemmeno fuori dal campo. Biella ha mantenuto il fattore campo vincendo in maniera simile le partite, in linea di massima controllate nel punteggio, con i tentativi di rimonta di Verona subito contenuti e ribaltati, arrivando a vittorie relativamente tranquille. Mike Hall fin qui ha dominato la serie (31 e 8 rimbalzi in gara 1 con sei triple, 15+12 in gara 2) anche dal punto di vista psicologico. Jazzmarr Ferguson non è stato da meno, lasciando il proscenio al suo compagno in gara 1, ma giocando una grande gara 2 (26 punti con cinque triple). Biella in linea di massima ha imposto la sua stazza e il suo gioco. Non ha incantato, ma è stata tremendamente efficace (34/60 da due, ma 22/71 da tre, con la manovra offensiva non sempre fluida che spesso ha portato a rifugiarsi in tiri da tre a basse percentuali), confermando il Biella Forum come fortino inespugnabile. La Tezenis, dal canto suo, ha fatto i conti con qualche nervosismo di troppo. Gli uomini di Dalmonte in campo hanno fatto abbondantemente il loro, arrivando sia in gara 1 che in gara 2, sempre in partita agli ultimi 10’. I nervi, però, hanno tradito gli scaligeri, che hanno pagato la fisicità degli avversari, e magari qualche decisione arbitrale non gradita (solo sei liberi tentati in gara 2), con tecnici e antisportivi pesanti. Di sicuro i gialloblù hanno dimostrato di potersela giocare e se il tentativo di portare via una partita in trasferta non è andato a buon fine, nulla vieta di pensare che in terra veneta la Tezenis possa puntare al pareggio. Dawan Robinson ha giocato due partite di grande generosità (12 punti e 4 rimbalzi di media), Frazier è andato decisamente meglio in gara 2 (21 e 9 rimbalzi), pur giocando a fiammate, mentre sono un po’ mancati Portannese e, in particolare, Dane Diliegro: 6 punti di media e confronto impietoso per ora con Hall. La panchina, se non altro, fin qui è sembrata più affidabile di quella avversaria (39 punti in due gare) e sarà un fattore determinante per le partite in terra veronese.
VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA – JUNIOR NOVIPIU’ CASALE MONFERRATO 1-1 (G1 74-67; G2 73-78 dts)
Sicuramente la serie più sorprendente fin qui, almeno in parte. Perché si sapeva che Casale valeva più del suo settimo posto finale, ma fino al punto che Bologna deve ringraziare quasi di essere riuscita vincere una partita e non essere sotto 0-2 non ce lo si aspettava proprio. La due partite del Paladozza hanno avuto copione identico: fuga bolognese nel primo tempo (41-22 in gara 1, 21-6 in gara 2) e rimonta ospite con alchimie difensive, pressing, dominio a rimbalzo (34 rimbalzi offensivi complessivi, 21 in gara 2) e ritmi abbassati il più possibile. Nella prima partita i ferri di Blizzard (1/11) e la freddezza di Rosselli nel finale hanno permesso alla Segafredo di portare a casa la vittoria. Ma in gara due Blizzard è stato il migliore in campo (21 punti e 10 rimbalzi, di cui 6 offensivi) e Rosselli è uscito per cinque falli ben prima della fine dell’incontro. E così i bolognesi hanno perso al supplementare nonostante la Novipiù si fosse trovata a giocare senza tutti i suoi lunghi (Tolbert, Martinoni e Severini fuori per falli). Tatticamente la serie pare seriamente indirizzata verso il Piemonte: Casale con la sua difesa ha dimostrato di bloccare totalmente l’attacco virtussino, mentre di energia sta catturando i rimbalzi offensivi che le servono a rimediare a percentuali dal campo da tregenda, in particolare da tre (38,3% dal campo, 19% da dietro l’arco). Kenny Lawson è stato l’unico a salvarsi in gara 2 (26+9, 11+10 in gara 1), ma Tolbert lo sta mettendo comunque in grande difficoltà, Umeh ha avuto le sue solite fiammate (15,5 punti di media, 5/12 da tre). Per ora fuori dalla serie Stefano Gentile (solo 10’ in gara 2, cosa che ha fatto scaldare non poco la proprietà virtussina), la Virtus se non altro sta avendo un positivo Klaudio Ndoja (12 e 8 rimbalzi di media, con 20 di valutazione). Casale ora pensa seriamente al colpaccio, considerate anche le difficoltà di Bologna in trasferta (2-6 nel girone di ritorno). Luca Severini fin qui ha giocato una grande serie (14+6 in 24’) e Fabio Di Bella è stato protagonista nel supplementare di gara 2. Purtroppo Simone Bellan, decisivo con la sua difesa, ha chiuso in anticipo la stagione per la rottura dello scafoide in una mano rimediata nel finale della partita di martedì, ma potrebbe rientrare nelle rotazioni Mitja Nikolic già da gara 3, seppur non al meglio della condizione.
TWS KNIGHTS LEGNANO – VISITROSETO.IT SHARKS ROSETO 1-1 (G1 58-62; G2 69-60)
La serie fin qui più equilibrata. Legnano ha subito lasciato andare il fattore campo con una gara 1 estremamente sotto tono, dove la pressione della prima gara casalinga con un terzo posto da difendere ha giocato un brutto scherzo ai lombardi. Sotto tono anzitutto il proprio leader Nik Raivio, fermo a 9 con 4/11 al tiro e 6 palle perse. Senza di lui la squadra è andata a fondo e così agli Sharks è bastato davvero il minimo sindacale per prendersi l’1-0, nonostante anche loro abbiano dovuto fare i conti con la pessima serata di Adam Smith, limitato a 6/20 dal campo per 14 punti. Musica diversa in gara 2, con Raivio che ha convogliato tutta la volontà di riscatto in campo, dominando con 31 punti, 8 rimbalzi, 5 recuperi e 3 assists e trascinando i suoi al pareggio quasi in solitaria. Prova ancora più importante considerando che dall’altra parte è stato in spolvero anche Smith, autore di 28 punti in 34’, e che la TWS è arrivata alla partita senza Matteo Martini, il migliore dei suoi in gara 1 con 17 punti e cinque triple a bersaglio, appiedato da uno stiramento che ne mette in dubbio la presenza nel prosieguo della serie e si aggiunge alle assenze ormai croniche di Frassineti e Navarini. Roseto forse ha pagato un calo di concentrazione dopo il successo di 48 ore prima e, in sostanza, non è mai stata in partita, finendo sotto in abbondante doppia cifra per larghi tratti della gara (massimo svantaggio a -19), giocando davvero male (22 palle perse). La serie al momento, nonostante Legnano abbia dimostrato di esserci ampiamente, si sposta in Abruzzo e pende, gioco forza, leggermente dalla parte di Roseto. La TWS si trova, in sostanza, a giocare con cinque senior più il giovane Roveda e Sacchettini, che durante la stagione ha avuto ruolo marginale nelle rotazioni, mentre Roseto potrà contare sul fattore campo e un pubblico che vorrà spingere i suoi verso il passaggio di turno. Certo andrà migliorato l’atteggiamento. L’1-1 strappato è positivo, ma considerate le condizioni in cui Legnano si è presentata a gara 2 si sarebbe certamente potuto fare di più per strappare un doppio vantaggio che avrebbe certamente messo un macigno sulla serie. Da Brandon Sherrod ci si aspetta tutto un altro tipo di impatto (6 punti di media nelle prime due partite), così come da Amoroso, che dopo una buona gara 1 ha marcato visita in gara 2.
ORASI’ RAVENNA – VIRTUS ROMA 2-0 (G1 93-87; G2 97-93 dts)
Senza alcun dubbio, e prevedibilmente, la serie più divertente fin qua. Due partite a punteggi altissimi, grande equilibrio in campo e Ravenna che è riuscita a spuntarla entrambe le volte per un mix di propria maggior freddezza e scelte offensive poco felici di Roma nel finale. Roma che è arrivata in vantaggio in entrambe le volate: 81-80 a poco più di 3’ dalla fine in gara 1 e ancora più vicina alla vittoria nella seconda partita, con John Brown che ha sbagliato due tiri liberi sull’83 pari a 10” dal termine e, comunque, a 40” dal termine del supplementare ancora avanti di un punto. Ravenna è stata salvata nel primo caso da un paio di triple di Matteo Tambone (il migliore dei suoi fin qua, 16 punti, 6 rimbalzi e 5 assists di media) e Derrick Marks (14 punti di media), in gara 2, invece, da un supplementare fantastico di capitan Raschi (16 e 5 rimbalzi per lui in gara 2) e dal tap in del sorpasso di Gherardo Sabatini (11 e 7 rimbalzi di media) nel finale, con Roma che, dal canto suo, per rispondere ha preso tiri piuttosto mal consigliati da tre. Anche se a onor del vero recrimina per un fallo non sanzionato su John Brown, che avrebbe rimandato l’americano in lunetta sul -1. Per Ravenna (che in gara 2 ha avuto sei uomini in doppia cifra) da segnalare l’impatto di Stefano Masciadri, 36 punti in due partite. Roma ha di che mangiarsi le mani, ma ha, di fatto, riproposto il gioco visto in regular season, che, ovviamente, propone vantaggi e svantaggi. Gli uomini di Corbani hanno alzato il ritmo il più possibile e sui 40’ sono sempre stati in partita. Chiaramente questo ha portato al non riuscire a difendere i vantaggi acquisiti in termini di punteggio, e nel finale è mancata lucidità per muovere la palla e trovare tiri puliti. Brown, nonostante gli errori ai liberi, è stato il più continuo (19+7), Chessa ha fatto il cecchino come al solito (18 di media con 7/19 da tre) e Maresca (28 punti in due partite) ha provato a fare le veci di un Raffa in difficoltà (7/22 al tiro in due partite). Ora ci si sposta nella Capitale, dove la Virtus proverà ad allungare la serie, sapendo però di essere molto più vicina di quanto non dica lo 0-2 attuale.
DE’ LONGHI TREVISO – LIGHTHOUSE TRAPANI 2-0 (G1 86-74; G2 69-57)
Tutto da copione fino a adesso tra Treviso e Trapani, con i veneti che si sono portati sul 2-0 vincendo, però, due partite molto diverse tra loro. Se in gara 1 gli uomini di Pillastrini hanno di fatto controllato la partita, non riuscendo a chiuderla nel primo tempo, ma dando lo strattone decisivo fino al +18, nel momento in cui i siciliani si erano riportati in parità a inizio secondo tempo, in gara 2, invece, la De’ Longhi ha dovuto rispondere a un inizio shock, in cui era finita sotto fino a un massimo di 14 punti (17-31). La rimonta, da lì, è stata lunga ma inesorabile, col pareggio trovato solo a 7’ dalla fine. A quel punto è salito in cattedra Davide Moretti (17 punti in gara 2, 12 di media), che con tre triple ha lanciato un 18-3 di parziale che ha consegnato nelle mani dei padroni di casa il doppio vantaggio nella serie. Che è stata comunque decisamente indirizzata fin qua. Treviso sta imponendo la propria maggior lunghezza e qualità, mentre Trapani non sembra avere il necessario per spaventare davvero Treviso, ora che servirebbero tre vittorie consecutive per eliminarla. Moretti è compagni stanno tirando bene dal campo (47% complessivo, 38% da tre), ma quando è stato necessario hanno anche saputo alzare il volume della propria difesa (33% al tiro concesso a Trapani in gara 2). Benissimo Perry fin qua (18+10 di media), totale come sempre Fantinelli (9 punti, 6 rimbalzi, 10 assists di media), cose positive sono venute anche da Perl e Rinaldi. La Lighthouse fin qua non ha convinto. In gara 2 l’occasione per portare via una vittoria è stata ghiotta, ma alla lunga l’attacco ha mostrato di non aver la continuità necessaria su 40’ per pensare di vincere al PalaVerde (25 palle perse in due partite, 17 in gara 2). Mays finora è il giocatore su cui la difesa di Treviso ha lavorato meglio, lasciando al folletto di Ducarello solo le briciole (22 punti totali con 7/18 al tiro e 7 palle perse). Crockett sulle due gara è stato il più continuo (16 e 8 di media), mentre in gara 2 è pesata la gara ampiamente negativa di Andrea Renzi, fermato a soli 3 punti con costanti problemi di falli che lo hanno limitato a 23’ di campo. Chiaramente la differenza di lunghezza nei due roster è palese: Pillastrini ha ruotato regolarmente dieci uomini, mentre Trapani ha, di fatto, giocato in sette.
ORSI TORTONA – DINAMICA GENERALE MANTOVA 2-0 (G1 76-67; G2 79-68)
2-0 parziale di autorità per Tortona su Mantova. I piemontesi hanno dominato le prime due partite, rischiando qualcosina solo in gara 1, ma alla resa dei conti, su 80’ si contano sulle dita di una mano i momenti in cui i ragazzi di Demis Cavina non sono stati in vantaggio. Tortona ha vinto due partite simili nello svolgimento, ma molto diverse nella loro sostanza. La prima è stata più vicina a quello che si intende con battaglia da playoff, con Mantova che, anche dopo essere andata sotto in doppia cifra, ha continuato a lottare su ogni pallone, rimontando lentamente e tornando fino alla parità, prima che la classe di Cosey (23 di media con 14/25 al tiro) e Greene (19 con 15/27), ma soprattutto la difesa dell’Orsi, facesse la differenza. L’ultimo quarto, infatti, è stata una vera battaglia, con Mantova a pareggiare a circa due minuti dalla fine. Lì la difesa di Tortona ha chiuso i conti, impedendo agli avversari di segnare un singolo punto fino al termine della partita. In gara due, invece, è stato l’attacco a fare la differenza (50% al tiro, nove triple a segno, nonostante un brutto 12/22 ai liberi), in una partita dove Tortona ha sempre condotto largamente, vincendo senza grossi patemi. Dietro la coppia di americani bene il solito Garri (13 e 7 rimbalzi) e gara 1 di grande impatto di Davide Alviti. Mantova ha confermato le impressione della regular season, di squadra con potenziale ma poco consistente nell’arco dei 40’. La sconfitta in volata di gara 1 ha sgonfiato la squadra che in gara 2 non è mai stata in partita. Corbett è stato il grande assente (8 punti totali in due partite), mentre Daniels ha fatto cose discrete solo nella seconda partita. Considerando che anche Amici non ha fatto faville (12 di media, 8/22 dal campo) si capisce come alla Dinamica siano mancati i punti di riferimento offensivi. Giachetti ha provato a improvvisarsi in gara 1, ma alla lunga non è bastato. Ora ci si trasferisce al PalaBam, dove l’intenzione è quella di far valere un fattore campo che c’è e si sente. Mantova ha il potenziale, come detto, per vincere le due partite in tabellone, ma con un Corbett così giù di tono è difficile fare particolari sogni di gloria.
ALMA TRIESTE – REMER TREVIGLIO 2-0 (G1 88-83; G2 94-68)
E’ durata 40’, al momento, la resistenza di Treviglio all’Alma Trieste. La bellissima gara 1, dove la squadra di Dalmasson ha dovuto lottare fino all’ultimo per avere la meglio dei lombardi, ha fatto da contraltare a un’autentica rullata 48 ore dopo, con Trieste a banchettare in attacco (36/73, 15 triple a bersaglio) e a ritoccare continuamente i propri massimi vantaggi. E’ venuta fuori la differenza di valore dei due roster, ma Trieste deve comunque tenere presente quanto accaduto nella prima partita, dove Treviglio l’ha messa in difficoltà, giocando a testa alta e con faccia tosta, rispondendo colpo su colpo ai canestri avversari e facendo capire che, almeno in quell’occasione, la vittoria non sarebbe stata conquistata in automatico. Poi, alla lunga, la benzina del quintetto di Treviglio (tutti oltre i 28’ di gioco) è finita e l’Alma è riuscita a portare a casa l’incontro, ma lo spavento c’è stato. Da Ros ha giocato da protagonista, con quella che è probabilmente la sua miglior partita in stagione in gara 1 (27, 9 rimbalzi, 5 assists) e un contributo sostanzioso all’esordio anche da parte di Daniele Cavaliero (12 e 4 assists in 23’), così da sopperire a una serata decisamente evanescente di Javonte Green, in campo solo per 17’ con 8 punti a referto, mentre l’altro USA Parks (18 e 8 rimbalzi) metteva punti preziosi nel finale. Treviglio è apparsa obiettivamente corta per competere sul serio ed è sembrata dare tutto in gara 1 (gran partita di Sollazzo con 26 punti), calando drasticamente nella seconda partita quando lo sforzo di due giorni prima non era andato a buon fine. Ora il trasferimento in Lombardia, dove la Remer cercherà di portare a casa almeno una partita per i propri tifosi. Il sogno è forzare gara 5, ma è un pronostico che al momento sembra difficile da fare.
FORTITUDO MONCADA AGRIGENTO – FORTITUDO KONTATTO BOLOGNA 1-1 (G1 100-77; G2 51-57)
Quando si dice una lezione che serve. Quella impartita da Agrigento alla Kontatto in gara 1 è sicuramente servita ai bolognesi per resettare tutto e tararsi per questi playoff. Basti dire che dopo i 100 punti subiti lunedì, in gara 2 ne sono stati segnati 107, ma complessivi dalle due squadre. Come a dire, a cercare di fare un canestro più degli altri, in trasferta specialmente, quando si gioca la posto season il rischio è di farsi male. Quindi fuori i muscoli e giù i ritmi della partita. Trattamento speciale per Perrin Buford (inarrestabile in gara 1, invisibile e panchinato in gara 2), tiri solo avanti col cronometro in attacco e spartito della serie cambiato radicalmente, con Agrigento che, azzoppata dalle percentuali al tiro da tre (2/19) c’ha capito poco, finendo per portare avanti una rincorsa che sembrava sempre sul punto di terminare ma che in realtà non si è mai realizzata. Quasi un paradosso considerando la festa di gara 1, con il parziale dei 21-0 a cavallo tra i due ultimi quarti che ha mandato la F bolognese oltre i venti punti di distacco, facendo sognare il pubblico del Pala Moncada. Ora, capire dove sia la verità tra queste due squadre è difficile. Di sicuro la forbice non è ampia come lo fu nella serie del passato playoff, ma Bologna ha dimostrato di avere ancora qualcosa in più, e gara 2 fa sospettare che la prima partita possa andare tra gli incidenti di percorso. Se non fosse che Boniciolli già troppe volte quest’anno si è trovato sul punto di fare questo ragionamento, salvo poi accorgersi che gli incidenti di percorso erano, invece, qualcosa di più serio. Cosa che non deve ricapitare, perché perdere al PalaDozza condannerebbe i bolognesi, al meglio, ad andare a vincere gara 5 in Sicilia, impresa non raccomandabile. La squadra di Ciani, per fare questo, deve ritrovare la vena di gara 1 e il Perrin Buford (21 punti in gara 1, 2 in gara 2) di quella giornata, magari avendo qualcosina anche da Damen Bell Holter (10 punti complessivi fin qua). Con le percentuali di gara 2 le prossime partite sarebbero solo una formalità per la Kontatto. E allora si ripartirà dall’encomiabile Marco Evangelisti (18 di media) e dalla regia di Alessandro Piazza, che ha risposto a una gara 1 da 0/7 con una gara 2 molto solida. L’Aquila, invece, deve finalmente dimostrare di essersi messa in riga. Ormai gli errori ammessi sono prossimi allo zero. Si è portata via gara 2 e il fattore campo, e l’unico comandamento deve essere quello di fare doppietta e non tornare in Sicilia, per non sprecare l’onda positiva creata dall’ultima vittoria. Servirà il Mancinelli di gara 2 (17+10, dopo una gara 1 quasi da peggiore in campo), un Legion più coinvolto e il tipo di intensità difensiva mostrata dalla squadra, vedendo se l’accorciamento delle rotazioni a otto (fuori Italiano e Raucci) da parte di Boniciolli sia stato un episodio o segnerà un trend.
Nicolò Fiumi