US Tiber Basket…Le storie di successo nascono sempre grazie a qualche “pazzo visionario”, che si mette in testa l’idea meravigliosa di …! Tutte le storie (in attesa di successo), nascono da una cocente delusione.
Dev’essere per questo che uno come il numero 23 da Chicago, continuava a ripetere incessantemente: “… ho perso molto, ecco perché ho vinto tanto“. Solo andando “all’inferno”, puoi salire in paradiso. La storia di questo successo TIBER, nasce dalla cocente eliminazione della passata stagione, al primo turno di play-off. Primi in classifica, con un campionato in rimonta, per poi essere eliminati sorprendentemente, dopo solo due partite.
E’ proprio da li che partiamo con il nostro racconto. Invece che farsi prendere dallo sconforto, gettando alle ortiche tutto dopo solo un passo falso, mantenuta la calma, nessun cambiamento di rotta, che sarebbe stato utile quanto una coperta corta per coprirsi dal freddo. Capito dove poter migliorare, sono stati inseriti Napolitano e Bertoldo, anche se da li a vincere ci vuole ben altro. La capacità di legare giocatori, storie, tecnica, da parte dello Staff, ha plasmato una squadra che a detta degli addetti ai lavori era la squadra da battere (scomodo abito da indossare). La stagione appena conclusa, l’anno del cinquantesimo dalla fondazione, per certi versi, contribuiva ad appesantire di responsabilità tutto l’ambiente anche per le valutazioni già fatte.
Se dalle difficoltà emergono i migliori, da questo campionato emerge la TIBER. Il roster infinitamente lungo, le qualità dei singoli, la saggezza tattica dello Staff e l’incessante calorosa (e colorita), presenza del Press sul pino, hanno spinto questa squadra avanti. Oltre tutto ed oltre tutti. Lontani dal suadente richiamo di giocatori con il passaporto, ma al contrario, attenti rivendicatori della bontà del proprio prodotto.
La TIBER può vantare di aver raggiunto il successo grazie alle proprie forze. La quasi totalità della squadra, é made in TIBER, che siano giocatori, staff e Dirigenti … un storia di successo, nella storia di successo! La storia ci insegna che i sogni possono diventare realtà, ma perché accadano, devi proteggerli da tutti e da tutto. Devi continuare a credere in quel sogno sempre e comunque, sapendo che da qualche altra parte (tante altre parti), lo stesso sogno “subisce” il medesimo trattamento.
La TIBER ha avuto il grande merito di giocare per quel sogno, senza alcuna smania di protagonismo da prima donna. Il perché, è certamente dovuto al senso di appartenenza di questi ragazzi che vi abbiamo raccontato. La TIBER ha seminato, ed oggi, dopo molti anni anche bui, raccoglie, in barba a tutte quelle società che hanno voglia di bruciare le tappe per successi di prestigio quanto effimeri. Il campionato giocato dai bluarancio, ad eccezione di un passaggio a vuoto verso dicembre (tre turni da secondi in classifica), poggiava su queste solide basi, ecco perché è stato possibile farlo accadere! Gli agguerriti avversari, incapaci (mai arrendevoli) di rintuzzare gli attacchi portati dai lupi di Montesacro, cadevano come le tessere del domino.
La cicatrice della passata stagione, ha prodotto il risultato migliore possibile (nella testa dei ragazzi), ed il campo ha stabilito che questa squadra ne aveva di più di tutte. La TIBER vince tutte le gare nel proprio tabellone play-off per due–a-zero, andando a prendersi la vittoria fuori casa, su campi notoriamente ostici, per tradizione e partecipazione, proprio come il due-a-zero subito l’anno scorso. Le emozioni che ieri sera sono passate per il lido di Ostia, e che vogliamo raccontarvi, iniziano con la folla di persone accorsa al campo dell’Alfa, che fosse stato anche più grande, avrebbe difficilmente potuto contenuto tutti (come del resto il nostro PalaDonati). Questo se non è un peccato, è certamente un segnale, importante di un movimento che molti danno per spacciato, ma che nel nostro piccolo, avevamo celebrato a settembre scorso proprio con la “Festa del Basket Romano”.
Il basket merita più spazio, le amministrazioni (sport e non), devono prenderne atto, Per quanto attiene alla partita, seguendo un rigido copione, dopo i primi minuti tutti a tinte bluarancio, è l’Alfa a diventare protagonista. La squadra di casa, è in ritmo (lo è stata per la parte finale del campionato e per tutti i play off), e si vede.
Giocare in casa, avendo le spalle al muro, potrebbe inchiodarli, invece, pallone dopo pallone, mettono ben più di una incollatura di distacco dalla TIBER, volando fino ad un +16 che fa sudare tutti i molti tifosi TIBER in tribuna. Non i ragazzi in campo, men che meno lo Staff, che ad eccezione di un tecnico preso per proteste, tiene le mani sul manubrio, saldamente. Che sia lunga lo capisci quando per arrivare all’intervallo, ci si è messo quasi un ora. La temperatura sale, e l’agonismo anche, scusateci, ma a noi quegli sport senza confronto fisico, proprio non piacciono. Se l’Alfa la mette sul ritmo, sperando di accumulare quanto più vantaggio possibile, un tesoretto da difendere, la TIBER gioca sulla fiducia, e nell’aspettare il momento “della partita”, per tirare le briglie (agli avversari)…suonando la carica. Come in gara 1, il quintetto leggero, con Napolitano da 5 e Santucci da 4, spariglia gli aggiustamenti tattici dei padroni di casa. Santucci vede il canestro grande come il mar Tirreno, bucando la retina da tre come un rigorista senza portiere (5/8 dall’arco e 21pt facili). Nel terzo quarto, in transizione come sugli scarichi, è una sentenza che mette molti chiodi sulla bara del risultato (sportivamente parlando). La zona allungata, dell’Alfa non crea problemi, nemmeno quello di togliere secondi dai 24. La TIBER è in trans agonistica. DR13 tira da casa sua e fa canestro (vi sareste sorpresi del contrario probabilmente). Il vantaggio tattico è stato raggiunto, adesso bisogna portarla a casa.Dentro i senatori, ed il capolavoro è completo. L’Alfa riconosce la vittoria, e fa entrare tutta la panchina. Coach Cilli, concede la standing ovation per tutti, togliendo un giocatore alla volta per il meritato applauso. Il sogno è diventato realtà. La TIBER conquista la “SERIE B”. La squadra ha vinto, soprattutto quanto molti dei top player erano tranquilli in panchina, ad aspettare il proprio momento, incitando i compagni in campo. Ci piace lodare i nostri avversari, che con assoluta testardagine e caparbietà hanno tentato in tutti i modi, sportivi, di tenere la serie in bilico. Sperando che i vari Manzo and co. non si offendano, a nostro giudizio è Troiani il nostro personale MVP della serie e di gara 2 per l’Alfa. Uscito per una caviglia girata, da solo ha retto nel pitturato, mettendo in luce le proprie doti realizzative, unite a dei movimenti da centro vero, che dobbiamo essere onesti ha messo in imbarazzo molti tiberini. Senza di lui in campo, la dimensione “monotona” fatta di esterni senza gioco sotto, ha chiuso il discorso.
Le storie di successo prendono forma, e vivono! Ora che siamo al giorno dopo, guardiamo con strana insistenza il calendario, spingendo idealmente le lancette dell’orologio fino all’esordio del prossimo anno.Vogliamo chiudere con l’immagine che più ci rappresenta a nostro avviso. La squadra, allenatori, dirigenti, tutti “sotto la curva” arancione, dei molti tifosi bluarancio. Guardando meglio vediamo tutte persone che a vario titolo sono TIBER. genitori, ragazzi giocatori delle under, ex giocatori…tutta la famiglia TIBER … la storia dei prossimi successi!
Parziali: 20-17 / 22-27 / 11-23 / 12-18
Tabellino Tiber: Dal Sasso 7, Bertoldo 4, Pasquinelli 0, Ridolfi 8, Algeri 4, Basili 11, Ricciardi 15, Santucci 21, Valentini 2, Serrano 0, Napolitano 11