Era il 22 febbraio del 2016. L‘EA7 Milano aveva vinto la Coppa Italia e Giorgio Armani diceva: ”E’ bellissimo, quasi rassicurante. Ora si ricomincia. Questa rispetto al passato è una squadra. Che vuole vincere. E anche se è difficile dirlo adesso, dico che non mi basta”. Arrivò lo scudetto, la formidabile campagna acquisti, l’entusiasmo e nuove parole di coraggio e visioni di ulteriori allori. “Protagonisti in Italia ed in Europa” era lo slogan che rimbombava dalle stanze della sede dell’Olimpia Milano.
Sappiamo tutti come è andata: 8 vittorie…su 30 partite in Eurolega, certo la vittoria della Coppa Italia e venerdì 2 giugno l’ennesimo ventello rimediato da Trento che questa volta è costato l’eliminazione dalla corsa allo scudetto. Applausi a Trento che in questa stagione ha vinto 4 volte su 4 al Forum e 5 volte su 7 con Milano. Altro che caso. Ma…
Non è questo il modo di gestire una stagione ed una squadra come quella milanese. La proprietà ha fatto di tutto: ha preso giocatori ritenuti i migliori, ha sacrificato Alessandro Gentile alla ragione della pace tecnica ed interna. E tanti errori, uno su tutti secondo me. Dopo la vittoria a Torino, Jasmin Repesa tuonò contro l’atteggiamento molle della squadra invocando e minacciando sanzioni varie. Il giorno dopo il presidente Prioli bocciò lo sfogo di Repesa come una cosa da nulla, la sculacciata di un padre ai figli discoli. Creando un precedente gravissimo perché ha tolto autorità ed autorevolezza all’allenatore. Una delle conseguenze è stata secondo me la serie di brutte figure fatta in Europa, così ignobili alcune da far vergognare chiunque voglia fregiarsi del titolo di giocatore di pallacanestro. Magari anche professionista…
Ed ora questa eliminazione dalla corsa scudetto. Dopo la sconfitta in gara 4 a Trento, Werther Pedrazzi sul Corriere della Sera di giovedì 1 giugno ha scritto: ”Trento è una squadra, Milano l’Armata Brancaleone”. Giusto. Però l’Armata cinematografica faceva sorridere mentre questa fa inorridire per lo spreco di talento e tecnica, fisico ed atletismo che avrebbe a disposizione. Tutto questo esalta i meriti di Trento che ha avuto la bravura di interrompere il dominio della presunzione e di zittire tutti noi che davano lo scudetto già assegnato. Allora così si spiegano le sconfitte di fine stagione-Trento, Brindisi, Pistoia e Pesaro- nelle ultime sei giornate. Non erano né sconfitte da rilassamento post raggiungimento del primo posto sicuro, né preparazione per i playoffs, ma solo il colmo della presunzione di una serie di persone che hanno mal onorato, in questa stagione, la maglia dell’Olimpia, le speranze, gli sforzi ed i soldi di Giorgio Armani.
Il quale ammesso che abbia ancora voglia di investire, dovrebbe iniziare cacciando per esempio quelli che hanno badato solo alle loro cifre. E poi dovrebbe chiedere al suo allenatore i perché di una stagione così fallimentare, pretendendo risposte al livello almeno dello stipendio percepito dall’allenatore croato. Perché un super budget come quello dell’Olimpia, se come sappiamo non garantisce le vittorie, dà diritto a spiegazioni da milioni di euro. Altrimenti gli investitori potrebbero stufarsi e chiudere i rubinetti.
Per ora evviva Trento, Avellino e Venezia.
Eduardo Lubrano