Che esordio di stagione per questo campionato 2017/2018. Aquila Trento e Virtus Bologna hanno battezzato il nuovo torneo con una partita veramente folle. Morta e sepolta dopo 28’, almeno apparentemente. Con Bologna strepitosa in attacco, soprattutto da tre punti (9/12 all’intervallo, normalizzatosi a 12/27 alla fine), ad annichilire i padroni di casa e il suo pubblico. Poi l’improvviso cambio di scenario. Tabellone sul 44-62, canestro di Slins, rubata di Forray sulla rimessa dal fondo pigra della Segrafedo per altri due punti. 2/2 di Behanan dai liberi, non esattamente da specialista (5/12 oggi per lui), e tripla sul finire di quarto di Sutton, fin lì assente dalla partita e apertamente sfidato al tiro dalla difesa.
La Virtus entrava negli ultimi 10’ comunque con undici punti di vantaggio, ma quel break trentino aveva ribaltato l’inerzia della gara. E nel quarto periodo le proporzioni della questione si sarebbero ulteriormente ingigantite. Alla fine della sfuriata degli uomini di Buscaglia il parziale a cavallo dei due quarti sarà un devastante 26-4, buono per far diventare il 44-62 di cui sopra un 70-66 per l’Aquila.
La Virtus ha comunque trovato la forza di reagire con i canestri di Alessandro Gentile (15 e 6 rimbalzi ma anche 6 palle perse) e Oliver Lafayette (12 punti ma solo 5/13 dal campo), pareggiando a quota 70. Erano però Shields (19 con 7/9 al tiro) e Sutton a rimettere quattro punti di scarto tra le due compagini a meno di un minuto dal termine. Due veloci di Slaughter, poi 1/2 di Behanan. 75-72 Trento, con una decina di secondi da giocare. Appoggio rapido di Aradori. 75-74 a 6”. Time out Buscaglia che non toglie Behanan dal campo. La Virtus riesce a fare andare a lui il pallone. Slaughter spende fallo ma gli arbitri tirano fuori dal fischietto un antisportivo totalmente fuori dal contesto della partita. Game set and match.
Gran vittoria per Trento. Di voglia e volontà più che di qualità. I vice campioni d’Italia a lungo sono stati in balia di una Virtus in serata di grazia al tiro, anche per più di un passaggio a vuoto difensivo della Dolomiti Energia. Poi, però, il morso della grande squadra, che appena ha visto uno spiraglio per rimettersi in una partita ormai chiusa l’ha sfruttato, stritolando infine una Segafredo schiacciata dalla paura di vincere. Protagonisti assoluti Shevon Shields e Chane Behanan (17 e 7 rimbalzi) che sono stati i più continui, ma nel momento del break la differenza l’hanno fatta, oltre alla zona dispari in difesa, Sutton (10 e 5 rimbalzi ma 4/14 al tiro) e Ojars Silins, chirurgico con 11 punti dalla panchina e 4/5 al tiro, comprese due triple che hanno fatto malissimo agli avversari.
Vittoria dal valore doppio per l’assenza di Jorge Gutierrez, che ha costretto Toto Forray agli straordinari. Il capitano, comunque, non ha tradito, dando l’energia al gruppo per credere nella rimonta. Molto sotto tono Joao Gomes e totalmente fuori dalla partita Diego Flaccadori (solo 13’ in campo, nessun punto a referto). Lampi comunque preziosi per Baldi Rossi e Franke.
Suicidio davvero difficile da spiegare quello della Segafredo, ma che conferma un trend che si era già manifestato in tutte le sconfitte arrivate in pre season. Grandi primi tempi. Vantaggi cospicui. Poi il crollo e sconfitta in rimonta. Oggi niente ha fatto differenza. Per 28’, obiettivamente, la squadra era stata anche troppo bella per essere vera. Con un Aradori in serata di grazia (21 alla fine, ma 5/6 da tre punti per iniziare), Gentile dentro la gara e Umeh, uscendo dalla panchina, a segnare tutto (12 punti 4/5 da tre). Slaughter totem in area ( 6 punti, 7 rimbalzi e 7 assists, centro-playmaker della squadra), Lafayette con poca mira, ma abile in regia. Anche dopo il primo parziale trentino, la partita era solo da portare a casa.
E invece black out totale. 25-10 l’ultimo quarto in cui l’attacco non ha sostanzialmente giocato, bloccando un flusso che nel primo tempo era stato più volte godibile. L’assenza di Stefano Gentile (problema a un piede nel riscaldamento) ha costretto Lafayette agli straordinari, facendolo arrivare poco lucido nel finale dove ha sulla coscienza un paio di perse pesantissime. La panchina, poi, dopo un discreto impatto iniziale (bene Lawson, 8 e 6 rimbalzi), ha smesso di produrre. Così, con la difesa incollata a Aradori e Gentile a fare testate contro il mondo senza esito, non ci sono state opzioni credibili. E con l’attacco è collassata la difesa.
Una sconfitta brutta ma che porta con se non solo notizie negative. Mangiarsi le mani per aver perso due punti sul campo dei vice campioni d’Italia all’esordio non è cosa per tutti. Certo c’è da lavorare.
Rosselli e Ndoja hanno lottato, fatto anche cose buone, ma in attacco hanno accusato decisamente l’impatto con la massima serie. Fisicamente, seppur a rimbalzo la squadra non sia andata male (vittoria 34-29), si è sofferto molto l’atletismo degli americani della Dolomiti. Le riflessioni sull’innesto di un quattro straniero di sicuro diventeranno ancora più intense.
Resta comunque confermata dal campo la sensazione che queste due squadre saranno protagoniste del torneo fino alla fine. Trento con la forza del gruppo e della sua difesa. Bologna con il talento dei suoi solisti e nel momento in cui avrà trovato i suoi equilibri di gruppo.
DOLOMITI ENERGIA TRENTO – VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA 78-74
Parziali: 13-23; 25-22; 15-19; 25-10.
Progressione: 13-23; 38-45; 53-64; 78-74.
MVP: La coppia Shavon Shields–Chane Behanan, anche se nel break decisivo i canestri pesanti li mettono Sutton e Silins.
WVP: Oliver Lafayette non gioca in assoluto una partita negativa, ma nell’ultimo quarto perde una serie di palloni banali che da un uomo di esperienza come lui non ti aspetteresti.
Nicolò Fiumi