Sessant’anni e non dimostrarli. O forse si.
Perché vedete, quando si inizia un nuovo campionato, lo si affronta sempre con un misto di apprensione, paura, emozione ed entusiasmo. Tutte componenti che potrebbero farti brutti scherzi alla prima di campionato, nelle insidie e nelle difficoltà che ogni partita del genere presenta. Ed è inutile negarcelo, in tutti noi che abbiamo vissuto con apprensione questi ultimi mesi, con lavoro e sacrificio, la tensione per l’esordio era tanta, come tanta era la consapevolezza dell’importanza di partire con il piede giusto. Di far capire alla gente di Campli, soprattutto agli assenti, che anche questa squadra totalmente rinnovata poteva dare soddisfazioni. E non parlo solo di risultati.E forse, guardandoci indietro, sono stati proprio i nostri sessant’anni di storia a far capire a noi società che dovevamo affrontare questo ennesimo esordio con la consapevolezza ed il coraggio di una blasonata della categoria.Ma sono stati soprattutto i giocatori, con la loro gioventù, il loro entusiasmo la loro voglia di confermarsi e di “presentarsi”, a farci apparire dei ragazzini al cospetto della nostra età.In mezzo a questo, tra esperienza della società e gioventù del roster, altre due componenti importanti: il nostro staff ed i cerimonieri.Il primo è riuscito a portare nelle condizioni ideali la squadra nonostante le due assenze, a dargli quelle certezze tecniche per superare le difficoltà emotive. E soprattutto per aver mostrato una squadra organizzata e veramente piacevole da vedere.I secondi per aver accolto, presentato ed accompagnato i nuovi a questo esordio. Anche se lo hanno fatto a modo loro: chi con il suo silenzio, chi con il suo esempio, chi con la sua reazione. E mi riferisco a Petrucci che più di tutti impersona la vera “camplesita”, a Serafini con la sua sostanza, concretezza e la sua utilità nei momenti più difficili (con la speranza che si convinca di poter diventare uno dei migliori della categoria) ed a Ponziani. Sia al Ponziani dei primi tre quarti che a quello dell’ultimo. Perché spero sia da esempio a tutti e soprattutto a se stesso, che con roster così lunghi ed equilibrati bisogna anche sapersi mettere a disposizione in silenzio e con disponibilità, nell’attesa del proprio momento. E che momento.
Degli altri ci sarà tempo e modo di parlarne, il campionato sarà lunghissimo ed i prossimi impegni difficili. Ma esperienza ed entusiasmo non ci mancano.
FORZA CAMPLI!
UFFICIO STAMPA U.S. CAMPLI BASKET 1957