Per cercare di cambiare le cose in meglio nella pallacanestro italiana, come in molti altri settori in realtà, forse è necessario iniziare dal basso, dalla base. Certo le squadre professionistiche, certo i giocatori italiani, certo le vittorie dei club e delle Nazionali senior aiutano, ma se non si fa un po’ di sana autocritica anche nei testi “sacri” che regolano l’attività quotidiana delle società raggiungere il vertice e rimanerci è complicato.
Quella che state leggendo è la prima parte di una riflessione sulle D.O.A. le Disposizioni Organizzative Annuali 2017-18. Il documento che ogni anno viene approvato dal Consiglio Federale della Federazione Italiana Pallacanestro e che stabilisce le norme alle quali debbono attenersi le società dilettantistiche, A2 e B maschile, A1 ed A2 femminile, nel corso della stagione successiva a quella di approvazione. Nella maggior parte tali norme rimangono invariate, salvo il fatto che ogni anno “recepiscono” come si scrive nel linguaggio della burocrazia, le novità che dovessero essere introdotte, non però dal punto di vista tecnico-sportivo.
1) A pagina 6 dell’edizione in corso, il Capitolo I recita:
”Nuove affiliazioni – Riaffiliazioni – Nuovo e Rinnovo Abbinamento – Cambio Denominazione Sociale o Sede Società non professionistiche”. Indicazioni di carattere generale.
Tra queste c’è: ”Abbinamenti: (artt. 140 e 141 R.O.): perfezionamento prima dell’inizio della gara.” Fermiamoci subito. Abbinamenti si intende una sponsorizzazione che dia il nome ad una squadra. Bene. Cos’è R.O.? Il Regolamento Organico? Possibile, ma gli articoli citati non corrispondono e dal momento che è assolutamente possibile che mi stia sbagliando, chiedo lumi alla Federazione. Anche perché vorrei sapere – e giuro senza polemica – cosa vuol dire quel “prima della gara”? A rigor di logica italiana sono indotto a pensare che se uno sponsor mi firma il contratto alle 17.55 io posso presentare l’abbinamento (a chi però?) a quell’ora se la mia partita è fissata alle 18.00. Giusto? Si potrebbe spiegare con maggiore chiarezza?
2) Questa è una mia fissazione lo ammetto. Le sigle. Da anni nei regolamenti FIP c’è quella NAS, Nuovi Atleti Svincolati. Non entro nel merito della questione, ma in quello della scelta della sigla che è identica a quella del Nucleo Antisofisticazione e Sanità dell’Arma dei Carabinieri, un gruppo iper specializzato della Benemerita che vigilia sulle infinite contraffazioni del cibo e quant’altro che “i soliti cialtroni” ci rifilano ogni giorno, sulla nostra salute insomma. Per piacere si può cambiare?
3) Pagina 25 Capitolo II Ordinamento Gare, Giorni ed orario di gara. Nello specchietto relativo sono indicati i campionati di A2 e B maschile, di A1 ed A2 femminile. Subito dopo c’è questo: “*Salvo esigenze diverse per dirette televisive e per impegni nelle Coppe Europee”. Certamente chi ha scritto questa frase voleva riferirsi alle squadre di A1 femminile, ma così non si capisce e sembra che anche i club della A2 maschile possano partecipare ad impegni continentali. Mi sono perso qualcosa? O come diceva anni fa Ivan Graziani in una delle sue più belle canzoni: ”Signore è stata una svista abbi un occhio di riguardo per il tuo chitarrista”?
4) La questione dei giovani che le società sono costrette ad inserire nel referto di ogni gara ufficiale. Quest’anno gli Under – i cosiddetti giovani – sono i nati dal 1997 ed anni successivi, ’98,’99 ecc.ecc. Nel solito riquadro riassuntivo c’è scritto “Obbligo di iscrizione a referto”. Subito sotto lo specchietto però c’è scritto “Le società di A2 possono non rispettare l’obbligo…”. Anche qui è questione di costruzione logica della frase in italiano: è o non è un obbligo? E se qualcuno può non essere obbligato, perché chiamarlo obbligo che ha un significato molto preciso? D’accordo ci sono le sanzioni, come è ovvio che sia per chi non rispetta una regola, una legge, una norma.
Ed è proprio qui che vorrei arrivare. Ecco come prosegue il testo di pagina 19: ”Le Società di Serie A2 possono non rispettare l’obbligo di iscrizione a referto di 3 nati nel 1997 e seguenti e di formazione italiana, ma devono versare un contributo di € 5.000,00 per il primo atleta non inserito in lista N e sostituito da un atleta di età maggiore a quella prevista, ed un contributo di € 10.000,00 per ogni successivo atleta non inserito in lista N e sostituito da un atleta di età maggiore a quella prevista. Chi esercita questa opzione non può concorrere alla premialità del Campionato di serie A2. Il controllo del rispetto dell’obbligo dell’iscrizione di 3 nati nel 1997 in lista N è effettuato dalla Lega competente, la quale segnala al Settore Agonistico le modifiche apportate.
La somma è addebitata la prima volta che la Società non rispetti l’obbligo.
A titolo esplicativo, qualora la Società non rispetti l’obbligo presentando una lista con iscritti a referto solo due atleti sui tre previsti, le verrà addebitato un contributo di € 5.000,00 e da quella partita potrà giocare con soli due atleti sui tre previsti”.
A pagina 24 la questione giovani si chiude così: ”Il mancato rispetto della normativa riguardante l’iscrizione a referto degli atleti Under comporta, per la Società inadempiente, una sanzione economica pari al massimale della multa prevista per il Campionato di appartenenza, per ciascun atleta Under non presente.
E’ fatto divieto di sostituirlo/la con altro/a di maggiore età, ad eccezione del Campionato di Serie A2 maschile.
Qualora ciò dovesse accadere, alla Società in difetto, oltre alla specifica sanzione economica, è assegnata la partita persa per 0 a 20”.
Riassumendo: le società di B maschile, A1 ed A2 femminile – quelle economicamente meno floride – vengono punite in modo severissimo. Quelle di A2 maschile, il campionato che Federazione e LNP sbandierano come quello nel quale i giovani si fanno le ossa, possono non rispettare l’obbligo ed al massimo pagano una multa e addirittura dopo la prima volta possono non schierare i tre Under che sarebbero obbligate a fare… Parliamo di crescita dei giovani o di bilancio federale? La seconda può sostituire la prima? Qualcosa mi sfugge evidentemente…lo confesso.
La mia posizione sulla questione dei giovani è che quelli bravi debbano giocare sempre e comunque ma che per capire se sono bravi devono avere la possibilità di giocare nei campionati maggiori. Stabilito che nella Serie A non giocano – lo leggiamo nelle statistiche della Lega Basket – che almeno lo facciano nella A2.
Altrimenti tutti i discorsi che facciamo sulla qualità della nostra pallacanestro sono inutili. E chiedere aiuto alle società, che a loro volta non sempre inseguono gli stessi obiettivi delle istituzioni, con questi regolamenti è sbagliato.
Fine della prima parte. La prossima puntata partiremo da…Avete mai visto gli arbitri dei campionati di A2 e B maschile, A1 e A2 femminile rilevare che la temperatura all’interno dell’impianto di gioco non sia inferiore ai 18 gradi Celsius?
Eduardo Lubrano