Vediamo come sono andate le cose questa settimana.
I Golden State Warriors dopo un primo avvio altalenate ora si sono, finalmente, stabilizzati e recuperano la 2° posizione nella lega con 5 vittorie di fila. Sono tornati , forse, dalle vacanze ancora con la testa all’ultimo anello vinto, per questo hanno avuto difficoltà all’inizio ad ingranare al giusta forma. Ma ora sembrano aver ripreso dove avevano lasciato lo scorso anno, cioè la vittoria. Dimostrano che il sistema di gioco è più forte del singolo giocatore. Nell’ultimo turno, contro Minnesota, infatti è l’unica squadra al mondo che può tranquillamente permettersi il lusso di rinunciare a Kevin Durant senza risentirne, di vincere senza problemi nonostante l’assenza della miglior macchina da canestri del mondo. Ci hanno pensato gli Splash Brothers e in particolare Klay Thompson, divino nelle sue esecuzioni e convincente con i suoi 28 punti e 6/12 dalla lunga distanza. Curry ne aggiunge 22, in parte decisivi nel parziale che nel terzo quarto spacca la partita e regala ai campioni NBA il quinto successo consecutivo. Dopo il record di 4 vittorie e 3 sconfitte per aprire la stagione, gli Warriors hanno voluto dare una scossa e lanciare un messaggio chiaro, rifilando 28 punti di margine ai Clippers, 20 agli Spurs, 19 ai Nuggets, 17 agli Heat e 24 stanotte ai Timberwolves. Totale, +108. Una macchina da guerra, la solita. C’è ancora il problemino delle palle perse, ma sicuramente Steve Kerr saprà allenare i suoi ragazzi al meglio per eliminare anche questo “difettuccio“.
A stupire, invece, sempre di più sono i Celtics di un Irving in splendida forma. Primi sia nella propira Conference, quella dell’East, sia in tutta la lega. Questa notte hanno avuto la meglio dei Lakers e chiudono l’incontro con la decima vittoria in fila, la striscia più lunga di franchigia dal lontano 1972 e così consolida il ruolo dei biancoverdi in vetta alla NBA. Certo ora avranno un po’ più di problemi: i Celtics infatti sono riusciti a tirarsi fuori dalle difficoltà e a portare a casa ben dieci successi consecutivi dopo aver perso per strada l’ex giocatore dei Jazz, con l’ultima vittoria raccolta con Tatum rimasto a guardare in panchina per tutto il secondo tempo. Uno spavento non da poco, tanto che il numero 0 è uscito dal TD Garden indossando in via precauzionale il tutore. “Non ne so molto – racconta coach Stevens –, è uscito dal campo dopo aver messo male il piede a terra e non è più uscito dagli spogliatoi, se non dopo che mi è stato comunicato che non era più disponibile. La situazione verrà esaminata con calma nelle prossime ore”. Fiato sospeso dunque e ulteriore preoccupazione che si aggiunge all’assenza di Al Horford, fermato perché per lui è scattato il protocollo successivo ai traumi cranici, tenuto fuori dopo il colpo alla testa subìto nella sfida contro gli Atlanta Hawks. La squadra di coach Stevens però ha un’ottimo organico e dei buoni rincalzi con Irving che fa la punta di diamante di un gruppo costruito con saggezza.