Il presidente di Sassari, Stefano Sardara, che dopo aver perso in casa della fortissima Juventus Utena, parla di arbitri che avrebbero condizionato la gara. L’Olimpia Milano che ha ricominciato la Euroleague come aveva finito quella dello scorso anno collezionando cioè, brutte figure a suon di schiaffoni, l’ultimo, il meno 32 casalingo con lo Zalgiris di giovedì 9 novembre. Le altre squadre italiane impegnate nella Basketball Champions League o nell’Eurocup, salvo Avellino e Torino, che girano l’Europa rimediando venti, trenta, quando non 44 punti da squadre a volte piuttosto modeste.
E’ il tristissimo panorama della nostra pallacanestro che ancora una volta quando mette piede fuori dai confini nazionali fa figure barbine non più sopportabili e giustificabili con le dichiarazioni estive e con le spese sostenute. Che magari non saranno quelle di moltissimi club europei ma che sono il frutto di anni di sperperi, di investimenti sciocchi e di soldi buttati dalle finestre senza mai guardare oltre il domani inteso come il giorno appresso a quello in corso.
Dunque sarebbe il caso di stare un pò più zitti, di programmare con maggiore attenzione. E nella programmazione magari ci rientra anche il non partecipare ad alcune competizioni essendo onesti prima di tutto con sè stessi e con la propria tifoseria oltre che con i propri sponsor e con l’intero movimento. Che frutti avranno mai gli sponsor dell’Orlandina dalle partite inguardabili che sta disputando la squadra nella coppa? Che cosa potrà mai promettere la Pallacanestro Reggiana agli investitori cui si rivolge per sostenere la propria “campagna” europea? Naturalmente Milano, Capo d’Orlando e Reggio Emilia sono solo due esempi, forse i tre più eclatanti di questo ragionamento ma anche le altre sono in ballo.
Perché mi gioco anche quello che non ho, cioè un euro, che alla fine di quest’anno sentiremo lamentele di ogni genere sulle questioni economiche legate anche alle trasferte europee ed agli insuccessi che vanno rimediando in giro. Ed allora sarà il caso di ridere su quelle parole e di rinfacciarle a chi di dovere. Obbedire ai diktat della Federazione non sempre è una buona idea, comprare una licenza europea deve essere un investimento per il futuro che dia dei ricavi in termini di immagine. Non sono un esperto di marketing ma il marchio Armani che vantaggi ne ha dalle imbarazzanti scoppole che la squadra col suo nome prende nella massima competizione continentale? Io sapevo che queste cose dovessero andare in un altro modo, ma può darsi che i tempi siano cambiati.
E comunque da un punto di vista sportivo, l’Europa delle nostre squadre è davvero amarissima.
Eduardo Lubrano