Salt Lake City, 11 novembre. Meno di tre minuti al termine. I Jazz conducono di cinque lunghezze. Pochi minuti prima avevano sforato il ventello di vantaggio, nonostante l’assenza di Rudy Gobert, infliggendo il solito parzialone ai Nets anche in virtù (duole dirlo) delle cervellotiche scelte di Atkinson nelle rotazioni (perché un “red hot” Russell tenuto tanto a lungo in panchina?). Ora, però, i Brooklyn boys sono in pieno recupero e minacciano di riaprire definitivamente la contesa. Se non che… non hanno fatto i conti con l’ennesima tegola: D’Angelo Russell atterra male sul ginocchio sinistro e va direttamente negli spogliatoi. Manco a dirlo, non farà rientro e la rimonta resterà in canna ai sui compagni.
https://youtu.be/YIerJ5WH5rE
Il ragazzo verrà visitato subito dallo staff medico di casa e, il giorno dopo, la diagnosi trapelata dopo le prime indagini, sia pure tra mistero e prudenza, ha un sapore agrodolce: contusione. Della serie, poteva andare molto peggio, visti i precedenti, ma intanto il solito ben informato Wojnarovski (ESPN) dirama un tweet in cui si ventila l’assenza della star bianconera per “diverse partite”. Infine, stanotte (ora italiana), dalle parti di Brooklyn si alza una brezza di cauto ottimismo: day-to-day! Più verosimilmente, week-to-week…
Bene per il ragazzo che non sia emersa alcuna complicanza, ma resta il fatto che la maledizione delle point guard dei Nets ha colpito ancora. Da Deron Williams in poi, passando per Jeremy Lin, Greivis Vasquez e chi più ne ha più ne metta, non c’è n’è stato uno sano al di qua del ponte!
C’è del paradossale nel fatto che un ruolo tanto cruciale nella filosofia di gioco del coach e tanto ben coperto, ad inizio stagione, da porre problemi di abbondanza e di convivenza tra le varie opzioni, sia ora pressoché sguarnito!
Parafrasando un mio grande conterraneo (Ennio Flaiano) potrei riassumere dicendo che la situazione tecnica è tanto grave da non sembrare seria, assume connotati tragicomici e, nel tentativo di sdrammatizzare, mi soccorre la mia passione per il cinema: i Nets, oggi, ricordano molto da vicino il cult “l’aereo più pazzo del mondo”, in cui un’intossicazione alimentare fa fuori, uno alla volta, tutti i piloti a bordo (compreso il secondo, interpretato da un certo Kareem Abdul-Jabbar…), costringendo i superstiti a viaggiare con il pilota automatico (per chi ricorda il film, un simpatico ed invidiabilissimo “pallone gonfiato”) ed il malcapitato protagonista, un ex pilota alcolizzato (Ted Striker… o Whitehead?), a guidare le manovre di atterraggio sotto la direzione del controllore di terra McCroskey (un indimenticabile ed esilarante Lloyd Bridges). Ecco, con tutto il rispetto che ho per lui, e senza voler certo alludere a nulla, Kenny Atkinson mi ricorda molto il McCroskey che, per mantenere ben saldi i nervi in una situazione tanto critica, fa ricorso a tutte le più comuni sostanze tossiche.
Proviamo a riderci un po’ su, e ricordiamo tutte le sfortune di questo inizio di stagione citando le celeberrime battute del buon Lloyd.
“Ho scelto il giorno sbagliato per smettere di fumare”. Una squadra costruita intorno alla combo Lin-Russell, perde il primo tassello, il playmaker taiwanese, alla prima uscita: rottura del rotuleo e stagione finita prima di cominciare. Tutta da riscrivere, la strategia di gioco!
“Ho scelto il giorno sbagliato per smettere di bere”. Come se non bastassero le difficoltà legate ad una difesa tutta da inventare e ad una frontocourt non proprio tecnicamente eccelsa, si susseguono, accavallandosi, gli infortuni di Carroll, Allen (ancora ai box, peraltro), Zeller (proprio nel suo momento migliore), Acy, Hollis-Jefferson, Booker… Con un reparto lunghi ridotto ai minimi termini, c’è da fare le nozze con i fichi secchi, per portare a casa qualche insperata vittoria, soffrendo da matti sotto le plance.
“Ho scelto il giorno sbagliato per smettere di usare tranquillanti”. Un leggero infortunio colpisce anche l’ottimo Spencer Dinwiddie, costringendo lo staff a richiamare in fretta e furia da Long Island Isaiah Whitehead, appena spedito in G-League per limare i suoi difetti senza rinunciare ad un buon minutaggio.
“Ho scelto il giorno sbagliato per smettere di sniffare cocaina”. Arriviamo al dunque: fuori anche Dlo, immaginiamo lo stato d’animo di coach Kenny-McCroskey, costretto ad inventare l’inimmaginabile per schierare un quintetto appena dignitoso nelle prossime gare.
Tutte e tre le PG a roster fuori uso (Dinwiddie sembra, al momento, potercela fare), è prevedibile che si ricorra al ball-handling di Whitehead, con il supporto tecnico di un Levert fin qui non brillantissimo e di un Kilpatrick finora piuttosto ai margini delle rotazioni, in una inopinata riedizione dei guai della passata stagione. C’è da augurarsi che i clinic estivi, sostenuti da questi ultimi due con Kevin Durant e Steve Nash, abbiano lasciato il segno. Che le forzate assenze permettano, se non altro, di ridurre il ricorso al solito pick and roll centrale, spesso prevedibile, che si rafforzi ulteriormente l’empatia tra gli swing brothers Levert e Hollis-Jefferson e che Kilpatrick ritrovi la verve e la fiducia nel tiro che aveva stupito nei primi mesi seguiti al suo arrivo. E, magari, che Allen Crabbe riesca a surrogare, da par suo, le doti clutch di D’Angelo Russell, proprio alla vigilia di una settimana in cui si andranno ad affrontare, tra gli altri, Boston Celtics e Golden State Warriors…Praticamente come fronteggiare un plotone di marines armati di stuzzicadenti.
O, se preferite, come sperare di atterrare sani e salvi affidandosi alla demenziale combo Ted Striker-Steve McCroskey. Fate voi…
Intanto, in attesa di tempi migliori…stay tuned!