Roma, 19 novembre 2017 – Un derby dalle tante emozioni doveva essere e derby dalle fortissime emozioni alla fine è stato tra due squadre che cercavano la W come quando occorre una bombola d’ossigeno ai piedi del K2. Alla fine festeggiano alla grande quelli della NPC Rieti avendo vinto all’overtime per 97-100 in un Palazzetto dello sport che forse sarebbe bene da esorcizzare per le squadre capitoline alla luce delle sconfitte che entrambe, ad oggi, collezionano con imprevista nonchalance.
Ma, ironia a parte, la gioia irrefrenabile a fine gara da parte dei giocatori e dei tifosi ospiti è assolutamente giusta e comprensibile, avendo loro visto in 45′ di gioco sul campo le tre opere al completo del Sommo Poeta, e cioè la Divina Commedia: paradiso, purgatorio ed inferno, per poi ritrovarsi di colpo in paradiso grazie ai propri, indiscussi meriti ma anche “grazie” ad alcune scelleratezze di una Virtus Roma cha da questa sera entra ufficialmente in crisi, giunta alla 3 L consecutiva e che ora dovrà capire a fondo cosa intende fare per non ritrovarsi, come 2 anni fa, impantanata nei bassifondi della graduatoria sino alla fine dell’anno, con tutte le connotazioni negative che ciò si porta dietro.
Dicevamo di un match dalla mille emozioni e dai parziali e controparziali. La NPC partiva a razzo e metteva subito in crisi la difesa romana, come al solito un pò sonnolenta in partenza. Come da copione, era l’ex-Jamal Olasewere, arrivato direttamente da Orzinuovi a sostituire Davenport (ancora la NPC non ha comunicato nulla di ufficiale in merito, bah..), a martellare la difesa avversaria con il suo solito modo di attaccare il ferro spesso da post basso: in un amen Rieti in ritmo e Roma sotto il livello dell’acqua: 2-9 per gli ospiti, poi 6-17 con una tripla di Hassan, 12-23 all’8′ di gioco per chiudere il parziale con un perentorio 15-28 con tripla di Marco Savoldelli. La Virtus Roma? Quasi non pervenuta, specialmente nei primi minuti di gioco che non si chiudevano con un divario più netto a favore dei ragazzi di coach Alessandro Rossi grazie al 75% ai liberi della NPC ma soprattutto grazie ad un ottimo Aaron Thomas (prova da numeri importanti per lui con 32 p.ti, 4 rimbazi, 8 falli subiti e 36 di valutazione), nonostante il 2/4 da due ed il rientro di Massimino Chessa in campo tra lo stupore generale (altro raro esempio di comunicazione tempestiva alla stampa..).
Al rientro dal primo intervallo però ecco la prima, incredibile giravolta della gara: Virtus Roma rigenerata, tosta e massiccia in difesa e finalmente continua e più lucida in attacco, su tutti un ottimo Gabriele Benetti (7 p.ti per lui tutti nei primi 4 minuti del 2° periodo), che prima costringeva Giovanni Carenza ad un antisportivo – a dire il vero abbastanza generoso – e che poi contribuiva ad un recupero di palla sulla rimessa degli ospiti, siglando infine addirittura la tripla dalla punta che dava il 30-28 tra il tripudio, misto allo stupore, del folto pubblico romano. Rieti letteralmente annichilita e scomparsa dal campo, a poco serviva un timeout di Alessandro Rossi, ma a rimetterla in gara ci pensava con un paio di scelte un pò avventate Tommy Baldasso, che non leggeva con esattezza due difese di Rieti poco avvedute al centro dell’area per servire un Lee Roberts quasi assente. Ci pensava Angelone Gigli a spezzare l’incantesimo per la NPC sul 33-28 per Roma, parziale da 18-0 chiuso ed amaranto-celesti sul 33-30. Ma Roma chiudeva comunque in scioltezza avendo trovato ritmo in attacco e chiuso bene lo spazio per le scorribande ora di Hearst, ora di Olasewere, mentre Maresca la metteva da tre (41-34 al 17′ e dopo 43-35 al 19′), imitato da Tommy Baldasso che dava il 46-40 finale del secondo periodo, rintuzzato da Zaid Hearst.
Il terzo periodo sfruttava l’onda lunga della fine del secondo con Fabio Corbani desideroso di avere qualcosa di più da Aristide Landi (altro missing del match), idem per Alessandro Rossi che chiedeva di più ad un silente Juan Marcos Casini. Virtus Roma avanti anche serena sul 59-49 al 24′ ma, dopo il timeout chiamato da Rossi proprio sul +10 dell’Urbe, Rieti ritrovava smalto, lucidità e freddezza in attacco grazie alla regia più attenta di Claudio Tommasini e, quasi come se le due squadre si trovassero su di una bilancia, di contro Roma abbassava ritmo ed intensità, favorendo il riaggancio e, addirittura, il contro-sorpasso. Protagonista Jamal Olasewere (alla fine per lui ben 28 p.ti ed 11 rimbalzi, che dire?), capace quasi da solo di trascinare Rieti anche sul 61-65. L’Urbe s’aggrappava, come spesso le capita, alle bombe siderali di Aristide Landi, due missili terra-aria dell’ala lucana nel cotone e si chiudeva il terzo periodo sul 67-67 ma con la Virtus in evidente affanno adesso.
Iniziava il quarto periodo e già saltava all’occhio un dato che alla vigilia non si sarebbe mai pensato: Rieti avanti nel computo dei rimbalzi, ben 32-21, altro vigoroso campanello d’allarme per i padroni di casa..L’equilibrio si protraeva lungo tutto il periodo con la NPC Rieti attenta a portare comunque palla sotto il ferro romano e Virtus Roma invece sempre, costantemente dedita al tiro da fuori, una scelta di gioco a dir poco azzardata con un Lee Roberts in campo (anche se gravato da 4 falli), da poter servire dentro e di contro un Angelo Gigli poco mobile in difesa anche se presente, eccome, in attacco (ben 7 assist per il lungo a fine gara e 9 rimbalzi). Sugli scudi Claudio Tommasini (al termine 11 p.ti e 5 assist), che si metteva in proprio senza però mai disdegnare di servire ora Olasewere, ora Hearst. La Virtus Roma stringeva i denti, Aaron Thomas sempre più deciso ridava il vantaggio ai suoi 76-75 inventando tiri ed azioni ma in agguato c’era Juan Marcos Casini, tripla taglia-gambe al 39′ sul 76-80. Roma finalmente accellerava in transizione, Roberts accorciava e poi era Baldasso, a 100″ dalla fine e lasciato colpevolmente solo da Tommasini e Casini, a dare la tripla del nuovo sorpasso Virtus sull’81-80 nel boato di gioia dei tifosi romani, increduli di come si potesse comunque portare a casa un match senza incantare. Nervi tesi a dire poco, Casini era freddissimo dalla lunetta ma lo era anche Thomas. Poi la magia di Baldasso che poteva decidere il match, palla rubata a Tommasini e finalmente ancora palla dentro per Roberts che non falliva, 83-80 e Rieti sotto un treno! Ma sul successivo attacco ospite, accade l’inponderabile: Jamal Olasewere, “battezzato” anche se involontariamente dall’arco, la metteva dentro fregandosene del suo 21% in stagione, 83-83 e ben 18″ di gioco per vincere la gara pro-Roma. Ma no, Thomas pensava bene di sparare una tripla da quasi 8 metri con cuoio che s’incastrava tra ferro e vetro e 3″ abbondanti regalati a Rieti per vincere a fil di sirena. Ed il tiro costruito da Rossi per Casini non andava dentro per un nonnulla, primo supplementare in stagione per Virtus Roma ed NPC Rieti ma quanto sciupìo Virtus Roma!!
Nell’overtime poi, accadeva un altro evento impensabile sino a pochi minuti prima: la Virtus Roma partiva ventre a terra con Chessa da tre, Landi e Thomas da due che regalavano il +7 ad i suoi tra la disperazione/incredulità degli ospiti. Ma non era per niente finita: Rossi chiamava tempo e, al rientro in campo, altro cambio di scenario inaspettato con Tommasini che si rimetteva al lavoro, Chessa sparacchiava dalla lunga invece di tenere palla, Juan Marco Casini centrava una splendida tripla e, sul +2 per la Virtus Roma, sanguinosa persa di Baldasso ed Hearst andava di tripla: 92-93 al 43′ ed emozioni a non finire!! La paura attanagliava la Virtus, la palla continuava a giracchiare sul perimetro e la precisione al tiro era ormai simile ad una chimera. Baldasso spediva in lunetta Hearst, memore anche delle difficoltà reatine dai liberi ma la talentuosa guardia della NPC ne metteva dentro solo uno. Roberts, sul 92-94, s’inventava un’entrata a metà tra lo scomposto ed il tragicomico ma la palla gli dava ragione. Solo 55″ alla fine ed ecco la classe e l’astuzia di Gigli che, prendendo anche un pò sottobraccio Landi, di fatto apriva un autostrada per Tommasini che ringraziava, 94-96 e, non contento, catturava un preziosissimo rimbalzo sulla solita forzatura da fuori consentendo a Casini di prendere altri due liberi, 94-98. La disperata tripla di Baldasso dava il -1 ai suoi ma Hearst sfuggiva al tentativo di fallo, lunetta ed era 97-100, a nulla valeva lo 0/2 di Tommasini e la successiva tripla Ave Maria style lanciata da Roberts che si spegneva sul ferro.
Benissimo la NPC Rieti dunque, prova di forza, lucidità e carattere pur con il contr’altare di non aver portato a casa prima una gara ben indirizzata. Ovvio che l’innesto di Jamal Olasewere sia stato dirompente e decisivo ma è da sottolineare che le giocate dei veterani hanno risolto il match. Quattro uomini in doppia cifra per una squadra che da questa sera invece potrà pensare di costruire il suo campionato con piglio diverso.
Male, male invece questa Virtus Roma che ora, come anticipato prima, deve guardarsi nel profondo e capire dove stia andando ma che deve soprattutto riprendere a giocare a pallacanestro con più fluidità. Troppi errori nei momenti topici per poter dire che siano solo coincidenze. Oggi lo specchio fedele di una squadra che non riesce con continuità ad innescare tiri comodi o facili ad alta percentuale quando occorra o che, peggio, non riesce ad amministrare evidenti situazioni di gioco che potrebbero offrire un vantaggio: la quasi assenza di palla dentro (o se preferite sotto), con un relativo uso, a volte anche scriteriato, della tripla. E’ impensabile o poco probabile pensare di vincere le gare tirando 68 volte di cui ben il 50% dalla lunga!! Certo, dirà qualcuno, questo è il prezzo che si deve pagare quando al timone di comando c’è un giovane come Tommy Baldasso, i suoi alti e bassi sono tipici della sua giovane età ma allora mettiamoci anche daccordo: se vogliamo i giovani in campo questo è il prezzo da pagare. Una cosa è comunque certa, per concludere e cioè che la pallacanestro non può ridursi solo e soltanto al tiro da tre, anche se nelle tue fila ci sono giocatori che possono far bene dalla lunga distanza. Occorre far girare la sfera, ribaltando il lato dell’attacco giocando con pazienza allo scopo di trovare il tiro più comodo possibile dentro l’arco e più vicino al ferro possibile (Serbia vs Slovenia dei recenti europei insegnano). Sabato 25 novembre, al PalaPirastu di Cagliari contro la Pasta Cellino vedremo se l’Urbe avrà iniziato a metabolizzare questi concetti.
Sala Stampa
Fabio Corbani
Alessandro Rossi
https://www.facebook.com/npcrieti/videos/1471810202937377/
Virtus Roma-NPC Rieti 97-100 dts
Parziali: 15-28; 31-12; 21-27; 18-18; 12-15
Progressione: 15-28; 46-40; 67-67; 85-85; 97-100
MVP: la coppia reatina Hearst ed Olasewere fanno la voce grossa con 30 e 28 p.ti (l’ex-Virtus con anche 11 rimbalzi), ma le cose pià importanti del match per Rieti le fanno i “veci”: Gigli con il suo mestiere, Tommasini con i canestri importanti, Casini con i punti finali avendo anche bucato il tiro della vittoria prima dell’OT. Per Roma un monumentale Thomas da 32 p.ti e 36 di valutazione, quasi da solo a predicare nel deserto, si salva solo Roberts con la sua doppia doppia (14 p.ti e 12 rimbalzi).
WVP: qualcuno ci spieghi quali siano le caratteristiche positive di Nicolò Basile. Grazie.
Fabrizio Noto/FRED