Time Warner Cable Arena, Charlotte, 18 novembre. Nella gara di apertura del weekend NBA, va in scena lo scontro diretto tra le due squadre più in crisi dell’intera Lega, detentrici delle strisce perdenti aperte più lunghe delle rispettive Conference. Alla fine, a sorridere ed a sorseggiare il brodino caldo della vittoria saranno gli Hornets di casa (102-87), trascinati dall’esperienza di Howard e da una circolazione di palla appena migliore. Troppo pesanti le assenze nel backcourt per i generosi velieri di Los Angeles, che si battono con orgoglio e vengono puniti oltremisura da errori ed episodi, prima di cedere di schianto nel finale.
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Primo quarto. Partono molto contratti i Clippers, affidandosi alle mani di Blake Griffin ed ai drive a testa bassa di Austin Rivers e Thornwell, mentre i padroni di casa cercano sistematicamente Dwight Howard sotto canestro. Tra questo e DeAndre Jordan va in scena una sfida senza esclusione di colpi, unico barlume di basket in una gara che stenta a decollare (9-6 al 5′). Doc Rivers mette un minimo d’ordine, dopo il primo timeout, gettando nella mischia Lou Williams, pressoché sistematicamente schierato da point guard. La circolazione e le idee ne guadagnano, grazie anche ad una discreta applicazione difensiva di Griffin e Wesley Johnson, ma gli Hornets riescono a mantenere il muso avanti per tutto il primo parziale anche grazie alle seconde linee, con il ball-handling di Carter-Williams ed i pop up di Zeller e Kaminsky. Nonostante si intravedano spiragli di gioco, le mani sono freddine da ambo le parti, ed il punteggio, in un quarto di rara bruttezza tecnica, resta basso ed in equilibrio (25-24).
Secondo quarto. I ritmi, se possibile, si fanno ancora più blandi, e gli errori al tiro desolanti, al rientro in campo. Gli ospiti provano ad accelerare la conclusione o a creare mismatch attraverso una serie di consegnati e blocchi, mentre Clifford si affida al più classico dei pick and roll ed alle sue varianti ma, al tirar delle somme, le accelerazioni e gli “arresto e tiro” di Lou Williams, la pulizia del suo gesto tecnico, restano le uniche ragioni credibili per fare le ore piccole: suoi gli unici canestri dal campo dei primi 3′. Dwight Howard e Kemba Walker rientrano sul parquet con i compagni avanti di un possesso (33-30) grazie a qualche viaggio in lunetta, ma decisamente lontani dal prendere in mano una partita ancora senza padroni. La prima spallata al match la assestano proprio loro: Superman infila tre canestri consecutivi e due stoppate sanguinose, a scapito del povero Lou Williams e dello spento Rivers, Nicolas Batum (il più affidabile giocatore sul parquet, chiuderà con un impressionante plus/minus di +27) dilaga fino al +13! Clifford ama le cose semplici ed azzecca due mosse che non si fa scrupolo di reiterare sul campo, visto che danno frutti: Kaminsky apre l’area lasciando spazio ad Howard, che riceve senza che nessuno riesca a sporcare le linee di passaggio e, sotto il ferro, fa la voce grossa; Kemba attacca dal pick and roll laterale per poi assistere, dalla linea di fondo, i tagli dello stesso Howard o l’ottimo Marvin Milliams (50% dall’arco) sul lato debole. Giusto il parziale all’intervallo lungo (55-46).
Sono due squadre in evidente crisi di gioco, ma è, fin qui, la migliore circolazione di palla dei padroni di casa a fare la differenza: 12-8 il computo degli assist, 1-7 quello delle palle perse. Le percentuali al tiro leggermente migliori dei calabroni della Carolina del Nord ne sono la concreta conseguenza (45% vs 41).
Terzo quarto. I Clippers rientrano subito con ben altro atteggiamento: accennano il raddoppio su Walker e schierano un fin qui alterno Blake Griffin in point forward: sarà lui a guidare la rimonta, piazzando subito una tripla frontale e guidando un parziale di 8-0 che riporta il match sui consueti binari di equilibrio. La risposta di Clifford non si fa attendere ed alloggia, manco a dirlo, nella premiata ditta Batum-Walker: al primo viene affidato il compito di portare la palla, al secondo quello di uscire dai blocchi creando per sé e per i compagni. Tanto basta per ripristinare lo scarto (63-55 al 5′). Si tratta, tuttavia, di una fugace fiammata, perché Griffin è ormai “on fire”, vero padrone del campo ed assistman sopra la media, nonostante un irriconoscibile Austin Rivers (chiuderà con il 21% dal campo, riuscendo a sbagliare anche i più facili appoggi ed aggiungendo nulla al ball-handling ospite) distrugga tutto quanto egli riesca a costruire. Charlotte resta avanti solo grazie alle triple estemporanee di Marvin Williams e Lamb, ma ora il backcout ospite difende con grinta e con i tempi giusti, Griffin “morde” con i raddoppi e ruba palla…Vero è che non riesce a chiudere il coast-to-coast sulla sirena che varrebbe la parità, ma adesso l’inerzia della gara pare girata a favore dei Clippers (73-71).
Quarto quarto. Si riparte con i titolari a riposo, ma ci pensa Lou Williams (25+4) a prendere per mano i suoi, fino a consentir loro il sorpasso (79-80 al 4′). Lodevole, davvero, la sua abnegazione nel ruolo di PG, bravo soprattutto nel leggere i mismatch per attaccare in drive; fortuna per gli Hornets che le mani dei suoi compagni siano sempre troppo fredde per convertire le sue assistenze sul lato debole! In una gara così in equilibrio, tuttavia, basta un’azione, un episodio, ad imprimere la sferzata emotiva talora decisiva. E gli episodi, stasera, premieranno i più meritevoli. È Jeremy Lamb (17 punti uscendo dalla panchina, con 2-3 di 7,25) a salire in cattedra per i padroni di casa, nel momento di maggior difficoltà, prima con una tripla dopo rimbalzo in attacco di Zeller, poi con un sanguinoso “and 1” che restituisce due possessi di margine ai suoi (84-80 al 7′). Griffin proverà a riprendere per mano i Clippers ma, stavolta, Clifford ha pronta la contromossa: lascia in campo due centri, Howard e Cody Zeller, ed è proprio quest’ultimo a prendersi cura del fuoriclasse ospite, con buoni risultati. A 4 ‘dal termine, altro episodio, forse decisivo: sul +3 per i padroni di casa viene fischiato un dubbio blocco irregolare a DeAndre Jordan; palla agli Hornets e fallo su tiro da 3 di Batum: 3-3 dalla lunetta e, dal possibile -1, gli ospiti ripiombano a -6. A questo punto, i raddoppi sul portatore operati soprattutto da Marvin Williams mettono a nudo le difficoltà di trattamento della palla dei Clippers, vittime, come noto, degli infortuni di lungo corso a Teodosic e Beverley (nonchè a Gallinari…). Risultato: gli ospiti non inquadrano più l’anello, al contrario Kemba Walker, ancora affidandosi a Batum ed uscendo dai blocchi, infila, a due minuti dal termine, la mortifera tripla del +8, sigillando il risultato in ceralacca.
Da qui in poi, in campo, ci sono solo gli Hornets, che dilagano oltre i propri meriti ed i propri limiti, fino al +15 finale. Tempi durissimi per Doc Rivers, costretto a cavar sangue dalle rape in attesa di qualche buona nuova dall’infermeria. Qualche barlume, invece, per i padroni di casa, in attesa, però, di test più probanti.
Gli altri risultati
19/11 01:00 | ![]() |
ORLANDO MAGIC | 85-125 | UTAH JAZZ | ![]() |
26:29, 48:63, 67:97 | |||||
19/11 01:30 | ![]() |
ATLANTA HAWKS | 99-110 | BOSTON CELTICS | ![]() |
35:20, 50:44, 77:80 | |||||
19/11 01:30 | ![]() |
PHILADELPHIA 76ERS | 116-124 | GOLDEN STATE WARRIORS | ![]() |
47:28, 74:52, 89:99 | |||||
19/11 02:00 | ![]() |
MEMPHIS GRIZZLIES | 83-105 | HOUSTON ROCKETS | ![]() |
25:33, 50:59, 67:82 | |||||
19/11 03:00 | ![]() |
DALLAS MAVERICKS | 111-79 | MILWAUKEE BUCKS | ![]() |
33:24, 56:44, 82:61 | |||||
19/11 04:00 | ![]() |
PORTLAND TRAIL BLAZERS | 102-90 | SACRAMENTO KINGS | ![]() |
21:20, 53:41, 80:63 |