Data | Risultato | ||||
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03/12 21:30 | ![]() |
NEW YORK KNICKS | 100-105 | ORLANDO MAGIC | ![]() |
25:36, 51:54, 76:78 | |||||
04/12 01:00 | ![]() |
MIAMI HEAT | 95-123 | GOLDEN STATE WARRIORS | ![]() |
36:33, 60:62, 77:99 | |||||
04/12 01:00 | ![]() |
MINNESOTA TIMBERWOLVES | 112-106 | LOS ANGELES CLIPPERS | ![]() |
31:27, 60:55, 78:76 | |||||
04/12 01:00 | ![]() |
OKLAHOMA CITY THUNDER | 90-87 | SAN ANTONIO SPURS | ![]() |
25:18, 54:43, 76:73 | |||||
04/12 03:30 | ![]() |
LOS ANGELES LAKERS | 95-118 | HOUSTON ROCKETS | ![]() |
27:27, 46:61, 73:85 |
Gli Spurs fanno ampio turnover nella sfida contro i Thunder, schierando soltanto le riserve e tenendo a riposo tutti i titolari. OKC ne approfitta e vince nel finale, guidata dalla settima tripla doppia stagionale di Russell Westbrook.
Gregg Popovich si sa, è imprevedibile e sornione, ma di certo mai banale. E contro i Thunder in difficoltà di quest’ultimo mese e con un roster già ampiamente rimaneggiato a disposizione, il coach degli Spurs ha deciso di rinunciare alla sua arma migliore di queste prime settimane, LaMarcus Aldridge, concedendogli un turno di riposo. Assieme a lui sono rimasti seduti anche Manu Ginobili e Rudy Gay, mentre di Tony Parker e Kawhi Leonard non c’era neanche l’ombra. Sul parquet sono rimasti gli altri, neanche tutti a pieno servizio. Popovich infatti ha aggiunto un ulteriore livello di difficoltà al test fatto alle sue riserve: Pau Gasol, Danny Green e Patty Mills non hanno giocato più di sei minuti a testa nel secondo tempo nel quale però, come spesso succede, San Antonio se l’è giocata fino alla fine, prima di chiudere la gara da sconfitta contro OKC per 90-87. I padroni di casa, tuttavia, non fanno di certo gli schizzinosi, raccogliendo una vittoria necessaria come l’ossigeno per una squadra in affanno: “Una vittoria in questa Lega è sempre un’ottima cosa; non puoi mai dare nulla per scontato o dovuto in NBA”. A parlare così è Russell Westbrook, che come sempre se l’è dovuta sudare: alla fine sono 22 punti con 22 tiri, 10 rimbalzi, 10 assist e 7 palle perse. La settima tripla doppia stagionale per il numero 0; viatico decisivo per il successo vista la pessima serata di Carmelo Anthony (4/10 al tiro, 9 punti) e soprattutto di Paul George, ancora molto impreciso con il suo 2/17 dal campo: “Penso che abbiamo giocato un gran bel match a livello difensivo, è stata una serata dal basso punteggio per gli attuali standard NBA. Abbiamo sbagliato un sacco di tiri con spazio e di appoggi facili al ferro, ma ogni tanto devi vincere partite del genere”. Westbrook continua così a raccogliere record (nessuno in questa regular season ha messo a referto più di due triple doppie), salendo a quota 86 in carriera. Jason Kidd a 107 è già nel mirino, ma anche Magic Johnson (138) e addirittura Oscar Roberson (181) potrebbero vacillare. Soprattutto se questo momento di difficoltà dei Thunder continuerà a costringerlo a fare gli straordinari.
immy Butler ha già preso in mano (da tempo) lo spogliatoio dei T’wolves. Adesso, inesorabilmente, anche le sorti di Minnesota sul parquet stanno lentamente scivolando sotto il suo controllo, come dimostrato dalla maiuscola prestazione contro i Clippers. Gli ospiti, reduci da un back-to-back dopo il matinée di Dallas, lottano e restano in partita come raramente gli è capitato da quando il quintetto è stato decimato dagli infortuni (Gallinari è rimasto indisponibile anche questa notte) e per vincere serve qualcosa in più per i T’wolves. Butler allora torna a vestire per una notte i panni di Jimmy Buckets (ruolo che ha spesso recitato nei suoi ultimi anni a Chicago), si carica il peso offensivo della squadra sulle spalle e regala a Minnesota il successo che vale l’aggancio ai Nuggets al quarto posto a Ovest. Il quarto quarto diventa così il suo terreno di caccia: 20 degli ultimi 24 punti dei T’wolves portano la sua firma, 11 dei 20 tiri di squadra, otto dei 12 tiri liberi tentati e quattro dei 12 rimbalzi. Fa tutto lui nel finale, in un crescendo che lo porta a chiudere il match con 33 punti, 8 rimbalzi e 4 assist a referto; il primo trentello dal suo arrivo a Minneapolis (lo scorso anno furono 15, per intenderci).