Memori della serie playoff della scorsa stagione, bellissima ed asperrima, il regalo di Sky, la sera di Natale, con le voci ormai familiari di Tranquillo e Pessina, si accetta a scatola chiusa. Non resteremo delusi: Celtics e Wizards si danno battaglia fino alla fine, ma la prima gara natalizia tra le mura amiche della storia dei Celtics risulterà loro più indigesta di un profitterol dopo il cenone (103-111). I Wizards la portano a casa con merito, dopo averla condotta quasi ininterrottamente fin dalla palla a due. Poiché molti di voi l’hanno vista, come me, proverò a deviare dalla cronaca e ad analizzare alcuni momenti di gioco rubando un po’ il mestiere al Flavione nazionale.
In soldoni…A voler sintetizzare brutalmente, Washington ha portato a casa la partita soprattutto grazie alla difesa (19 punti da palle recuperate per gli ospiti, contro soli 8 per i padroni di casa), perché ha applicato con più diligenza e concentrazione il proprio piano partita ed ha saputo convertire a proprio vantaggio le scelte tattiche dei verdi di casa (14 rimbalzi offensivi contro 8, alcuni dei quali decisivi nel finale), laddove Boston ha avuto, invece, alcuni passaggi a vuoto che l’hanno costretta a rincorrere fin dai primi minuti. I Celtics hanno lucrato della superiorità della propria second unit (43+19 vs 20+11) per restare in partita, ricucendo di volta in volta gli strappi generati dai titolari capitolini. Non è bastato.
La strategia…Gli uomini di Scott Brooks attaccano costruendo i propri giochi a partire dal micidiale pick and roll Wall-Gortat, un rebus irrisolto per Stevens, laddove Wall ha quasi sempre battuto la difesa di Irving grazie al lavoro sui blocchi del polacco ed alla propria superiorità atletica, oltre ad una notevole varietà di giochi (schema-L, apertura sul lato debole, blocchi ciechi per generare corridoi appannaggio del leader ospite). Boston replica con il suo ormai classico gioco moderno, usando i lunghi lontano del canestro, ricorrendo ad un gran movimento senza palla ed a continui blocchi per creare spazio ed assistenze per i tagli e generare vantaggi sul perimetro. Eccezionale ed emblematica, in tal senso, la prova di Al Horford, con 2/2 dai 7,25 e miglior assist-man dei suoi (6). Irving gioca sovente off the ball: questa scelta tattica pagherà un po’ a corrente alternata (solo 2/6 da 3 punti e ben 16 palle perse per i suoi).
Le chiavi tattiche durante la gara…È così che Washington scappa via fino al 14-21, per poi essere quasi ripresa a pochi spiccioli dalla fine del primo parziale grazie ad un paio di triple consecutive dei Celtics (22-23). Ma il frequente ricorso allo smallball da parte di questi paga dazio di fronte alla verticalità ed alla presenza di Kelly Oubre Jr. vicino al ferro (24-30). Occhio alla giovane ala ospite, pressoché unica risorsa dalla panchina per Brooks, perché risulterà comunque decisiva nel finale.
Con le seconde linee in campo è un’altra partita: la gran prova di Theis (12+4), capace di accettare i cambi difensivi, chiudere i corridoi, concludere sia dall’arco che da sotto, ed un notevole passaggio di Shane Larkin (5 punti in un amen) ripristinano la parità a 36. Brooks rimette in campo i titolari e Washington torna in vantaggio, non solo grazie ai giochi a due Wall-Gortat (anche un dai e vai ad alta velocità), ma anche e soprattutto grazie alla perfetta applicazione delle rotazioni difensive: l’esempio più eclatante quando Oubre subisce un fortuito colpo da KO e finisce a terra, ma i suoi compagni sopperiscono alla grande e, pur in inferiorità numerica, finiscono per rubare palla!
Gortat non è solo un maestro nel portare blocchi (come giustamente fa notare Flavio Tranquillo durante tutta la gara), ma anche negli scivolamenti difensivi: sulla penetrazione di Irving esegue da manuale scegliendo l’angolo più giusto e la stoppata non è che il naturale fine-corsa.
Boston adatta la difesa sul P&R chiudendo i corridoi con la coppia di lunghi più funzionale della serata (Horford-Theis)? Washington replica mettendo la palla in mano a Bradley Beal (top scorer con 25), la cui pulizia di tiro dal mid range spiazza la difesa e permette agli ospiti di chiudere avanti, con merito, all’intervallo (49-52).
La sfida tra le difese vale, da sola, il prezzo del biglietto: i Celtics la spiegano sulla transizione, limitando di molto la voglia di correre dei Wizards; questi ultimi replicano mantenendo alta la concentrazione sulle rotazioni: i padroni di casa ricorrono molto all’uso dei blocchi ciechi per liberare l’uomo al tiro, ma raramente creano un vantaggio tale da consentire conclusioni ad alta percentuale perché i tempi di recupero da parte del difensore ruotante sono rapidi e quelli decisionali per il tiratore, di conseguenza, si riducono. Non a caso, i momenti migliori dei Celtics nascono dai lunghi schierati in punta, perché ciò crea spazio per le triple (14/29) o per i tagli operati dai piccoli.
Altro gioco molto efficace degli ospiti il blocco di Gortat per l’uscita di Beal o di Porter (che avrà lungamente la meglio su Tatum, capace di brillare solo dai 7,25).
Ma ad ogni allungo Wizards (71-80), rispondono le triple Celtics, agevolate dai minuti in panchina di Gortat, che danno respiro a Theis ed alla sua capacità di fare da sponda (76-80).
Seconde linee in campo ad inizio dell’ultimo parziale ed i Celtics realizzano addirittura il sorpasso, grazie al pick and roll Smart-Theis, da cui nasce sempre qualcosa di positivo. Rozier, preciso dall’arco (16+7 e 4/6 da 3), completa l’opera. Per Washington devono rientrare i titolari, ed in fretta, anche!
Boston regge punto a punto, ancora usando Irving in modo atipico, come bloccante (è pratico: lo faceva spesso anche per LeBron James…), consentendo a Rozier di piazzare un’altra “bomba”, ma si tratta dell’ultimo colpo di coda: sarà proprio l’applicazione del piano-partita, con lo smallball e con Irving lontano dalla palla, a segnare la condanna per i Celtics nel combattuto finale, tanto in attacco (Tatum ed Horford schierati, da lunghi, ancora fuori area ma, invece di Irving, sulla palla c’è Rozier, che insiste con il palleggio e subisce il raddoppio), quanto in difesa (risulteranno decisivi due rimbalzi in attacco di Oubre e Porter).
Onore a Brooks, che si aggiudica la partita a scacchi contro un certo Brad Stevens trovando sempre il modo di replicare alle sue scelte tattiche, ed ai Wizards che, sotto i riflettori del Christmas Day, danno prova di tutte le proprie potenzialità. Avessero anche una panchina….
Gli altri risultati:
Data | Risultato | ||||
---|---|---|---|---|---|
25/12 18:00 | ![]() |
NEW YORK KNICKS | 98-105 | PHILADELPHIA 76ERS | ![]() |
24:21, 48:50, 75:79 | |||||
25/12 21:00 | ![]() |
GOLDEN STATE WARRIORS | 99-92 | CLEVELAND CAVALIERS | ![]() |
24:28, 46:44, 71:67 | |||||
25/12 23:30 | ![]() |
BOSTON CELTICS | 103-111 | WASHINGTON WIZARDS | ![]() |
24:30, 50:52, 76:80 | |||||
26/12 02:00 | ![]() |
OKLAHOMA CITY THUNDER | 112-107 | HOUSTON ROCKETS | ![]() |
28:31, 58:57, 88:88 | |||||
26/12 04:30 | ![]() |
LOS ANGELES LAKERS | 104-121 | MINNESOTA TIMBERWOLVES | ![]() |
20:29, 52:53, 80:83 |