Data | Risultato | ||||
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18/01 01:00 | ![]() |
CHARLOTTE HORNETS | 133-109 | WASHINGTON WIZARDS | ![]() |
38:36, 77:61, 102:79 | |||||
18/01 01:30 | ![]() |
ATLANTA HAWKS | 94-93 | NEW ORLEANS PELICANS | ![]() |
25:32, 45:60, 71:70 | |||||
18/01 01:30 | ![]() |
BROOKLYN NETS | 95-100 | SAN ANTONIO SPURS | ![]() |
26:31, 46:51, 64:76 | |||||
18/01 01:30 | ![]() |
TORONTO RAPTORS | 96-91 | DETROIT PISTONS | ![]() |
31:18, 54:51, 73:73 | |||||
18/01 02:00 | ![]() |
CHICAGO BULLS | 112-119 | GOLDEN STATE WARRIORS | ![]() |
40:38, 66:63, 78:95 | |||||
18/01 02:00 | ![]() |
MEMPHIS GRIZZLIES | 105-99 | NEW YORK KNICKS | ![]() |
32:31, 61:53, 88:73 | |||||
18/01 02:00 | ![]() |
MILWAUKEE BUCKS | 101-106 | MIAMI HEAT | ![]() |
25:30, 57:52, 79:78 | |||||
18/01 02:00 | ![]() |
OKLAHOMA CITY THUNDER | 114-90 | LOS ANGELES LAKERS | ![]() |
33:25, 60:54, 93:72 | |||||
18/01 04:00 | ![]() |
SACRAMENTO KINGS | 105-120 | UTAH JAZZ | ![]() |
21:23, 42:52, 73:88 | |||||
18/01 04:30 | ![]() |
LOS ANGELES CLIPPERS | 109-104 | DENVER NUGGETS | ![]() |
29:27, 50:59, 80:81 |
La resistenza dei Chicago Bulls dura solo un tempo: Steph Curry e Klay Thompson combinano per 68 punti e gli Warriors vincono la 14^ partita in trasferta consecutiva anche senza Draymond Green e Andre Iguodala. Ai Bulls non bastano i 24 punti di Nikola Mirotic e i 16 di Kris Dunn, che si è rotto gli incisivi cadendo male dopo una schiacciata.
A un certo punto i tifosi sugli spalti dello United Center di Chicago ci hanno creduto per davvero: dopo il miglior quarto della stagione con 40 punti segnati, i Bulls sono passati dal -12 nella prima frazione al +11 di metà secondo quarto, trascinati da un Nikola Mirotic in grande spolvero (24 punti alla fine) e 16 punti a testa di Kris Dunn e Robin Lopez. Le cose sembravano essersi messe bene anche per le assenze dei campioni in carica, che oltre a essere privi di Draymond Green (dolore alla spalla) e Andre Iguodala (problema al polpaccio) hanno perso il rookie Jordan Bell al primo possesso della partita, vedendolo ricadere male sulla gamba sinistra (fortunatamente senza fratture per quella che è stata diagnosticata come una distorsione alla caviglia, in attesa della risonanza magnetica). Ma tutta l’inerzia della gara si è concretizzata in un vantaggio di soli tre punti all’intervallo, e come sempre il terzo quarto si è rivelato decisivo per gli Warriors, ritrovando per una sera la formula che ha dato il via alla loro era di vittorie: la combinazione Steph Curry-Klay Thompson, vale a dire gli Splash Brothers. I due hanno realizzato 11 punti a testa nel solo terzo quarto sui 32 di tutta Golden State, superando quasi da soli i 12 punti segnati dagli interi Bulls nella terza frazione (tenuti a 6/25 dal campo e senza segnare per quasi 7 minuti) e trasformando uno svantaggio di 3 punti in un vantaggio di 19, di fatto chiudendo lì la sfida perché i padroni di casa sono riusciti a tornare sotto la doppia cifra quando era già troppo tardi. Alla fine Klay Thompson ha chiuso con il suo massimo stagionale da 38 punti con 7/13 da tre e Curry ne ha aggiunti 30 con 6/11, un dato reso ancora più spaventoso dal fatto che nessuno dei loro compagni — neanche un Kevin Durant “silente” da 19, 8 rimbalzi e 7 assist — ha realizzato una tripla. “Quando entrano in ritmo in quella maniera, tu devi solo metterti da parte e stare nel tuo” ha commentato l’MVP delle Finals, mentre Steve Kerr l’ha definita come una “old-school Splash Brothers game”. Si tratta della quattordicesima vittoria consecutiva in trasferta per i campioni in carica, a due successi dalla striscia più lunga di sempre detenuta dai Los Angeles Lakers del 1971-72. Sabato però li attendono gli Houston Rockets, la squadra col secondo miglior record della conference: “Sarà probabilmente la gara più difficile di questa trasferta, ma se riusciremo a rimanere imbattuti sarà un risultato incredibile” il commento del caldissimo Klay Thompson.