Roma, 21 gennaio 2018 – Poteva e doveva essere una gara alla portata della Virtus Roma questo match del 2° turno del girone di ritorno della Serie A2 girone Ovest ed invece, e meritatamente, alla fine festeggia la Metextra Viola Reggio Calabria di Marco Calvani che gioca una gara “di testa” quasi perfetta, dimostrando che si può ben figurare anche senza un americano (Chris Roberts presente in panca ma senza mai entrare), dando fiducia ad un gruppo coeso ed unito che vince consecutivamente da ben 4 turni, che manda a segno tutti quanti i ragazzi scesi in campo e che da questa sera sogna anche i Playoffs.
Anche la Virtus Roma doveva rinunciare ad una pedina importante per il proprio roster prima del match, Damiàn Filloy ieri dava forfait a causa di un risentimento muscolare costringendo quindi le già esigue rotazioni capitoline questa sera a fare gli straordinari. Ma in questa stagione, già cosi tribolata, le vicende in casa Virtus vanno a corrente alternata: invece di provocare una reazione positiva e quindi scendere in campo al Palazzetto e giocare con una cattiveria ed una voglia belluina per battere l’avversario di turno, l’Urbe ha disputato una partita a dir poco deludente giocando con un notevole tasso di confusione in attacco e, cosa ancor più grave, smarrendosi nei momenti più decisivi della sfida consegnando di fatto la gara alla Viola quasi su di un vassoio d’argento.
Era prevedibile che Marco Calvani, capitano di lungo corso e soprattutto fine stratega, cercasse di disinnescare alla fonte il gioco virtussino e, grazie al solito AJ Pacher (MVP del match con 21 p.ti, 4 rimbalzi e 23 di valutazione), faceva capire fin dalle prime battute che la gara si sarebbe giocata vicino al ferro. I padroni di casa accettavano la sfida ma senza essere fluidi, gli aiuti su Roberts in area da parte prima di Benvenuti e dopo di Fabi e Baldassarre anche su Landi, intasavano lo spazio vitale per le scorribande dei giocatori in maglia bianca che trovavano poca gloria anche con Thomas, in aperta difficoltà a penetrare come è ormai sua consuetudine. Fine del primo periodo con Viola in auge per 18-23 anche perchè la mini-sfida nella sfida tra i due play tricolori Caroti e Baldasso, vedeva l’ospite brillare di più per qualità ed intensità delle proposizioni offensive mentre il giovane torinese doveva sedersi presto in panca a causa di due falli rimediati in 3’25” di gioco.
Preoccupava però, sempre in chiave Virtus, l’incedere del match un pò soporifero, quasi sonnacchioso mentre si sarebbe preferito, non dico auspicato, un atteggiamento decisamente più aggressivo per cercare subito di portare la gara a se, proprio come fatto nell’ultimo vittorioso match di 15 gg. fa vs Latina. Al rientro in campo per il secondo periodo Carnovali dava addirittura il +7 ai calabresi e relativo max vantaggio in gara (18-25 con 0-7 di parziale aperto), ma dopo che Luca Bechi, abbastanza irritato per la poco concretezza dei suoi sbattenti come palle di gomme sul muro eretto in area arancionera, chiamava tempo al 12′ sul 22-28 per i reggini, finalmente i padroni di casa si accendevano e mettevano in seria difficoltà l’apparato sapientemente costruito da Calvani contro di loro: parziale di 11-0 sul 33-28 e match rivoltato, di rabbia ma anche di cuore. Ma una squadra si definisce tale quando i presenti moltiplicano le forze in vece degli assenti, era così che Riccardo Rossato (9 p.ti pesantissimi per lui alla fine), interrompeva il break capitolino ed il giovanissimo Allen Agbogan irrovava di sangue nuovo la difesa degli ospiti (6 p.ti pesantissimi anche per lui alla fine). Viola che quindi limitava le perdite chiudendo sotto all’intervallo lungo per 41-38 ma tifosi della Virtus sollevati dall’andamento del match: a ritmo sempre un pò troppo blando l’Urbe aveva trovato il bandolo della matassa mettendo dentro anche qualche tripla.
Ma nel terzo periodo ecco il naturale corso del gioco come nel primo quarto di gioco. La Viola riprendeva, possesso dopo possesso, a ritmo controllato a chiudere con sapienza gli spazi ed i corridoi di penetrazione per le scorribande in area sia di Thomas (19 p.ti per lui top scorer di squadra), che di Roberts negando quindi fiducia ed ossigeno in casa Roma. E grazie anche al grande sacrificio di Capitan Augustin Fabi in difesa, gli ospiti iniziavano anche a caricare di falli una Virtus Roma che iniziava a mostrare i primi, chiari cenni di cedimento. Perciò, quando Pacher prima e Rossato dopo (ottima “rubata” a Vedovato in attacco), facevano schizzare i calabresi di nuovo avanti sul 51-54 al 29′, sembrava quasi logico che se Roberts dalla lunetta facesse un insoltio 0/2 per lui dalla linea dei liberi (Virtus Roma sino a quel momento perfetta con il 100% dalla lunetta), più di qualcosa iniziava ad andare storto. Il centrone romano (prova più “umana” oggi per lui rispetto a quelle marziane degli ultimi tempi con 15 p.ti e 6 rimbalzi), si riscattava con altri due liberi chiudendo il periodo sul 55-58 ma il parziale del periodo (14-20), e soprattutto l’inerzia del match era di nuovo in mano Viola.
Ultimo periodo e spia gialla accesa nel serbatoio della Virtus Roma. La gara infatti si decideva nei primi 5′ di gioco con la Metextra che fatturava bei dividendi sino al 35′ andando sul 57-66 grazie ad uno sgraziato ma efficacissimo Benvenuti e con la Virtus Roma ad annaspare senza idee ed ossigeno ma, ancora più preoccupante, farfugliando basket ed affidandosi al salvatore della patria di turno. Era quello che attendeva la Viola che aveva in Lorenzo Caroti un ispiratissimo play che non solo concludeva da par suo dal cuore dell’area romana ma riusciva anche a difendere molto bene sul diretto avversario, ora Chessa, ora Baldasso ora Capitan Maresca. I nervi scuotevano l’Urbe negli ultimi 70″ di gioco, Aristide Landi (17 p.ti per lui, 8 rimbalzi), ci credeva sino alla fine, tripla dall’angolo a 50″ dalla fine e match sul -3 (69-72) con Calvani costretto a chiamare tempo. Al rientro in campo unica, grande ingenuità di Caroti che spingeva via Chessa e, come se non bastasse, antisportivo a Rossato che montava letteralmente addosso a Landi nel tentativo di stopparlo a pochi centimetri dal ferro calabrese. Ma gli Dei del basket – in verità forse anche l’affanno per il dispendio di energie in campo – avevano deciso che l’ala grande romana, da 91% in stagione dei liberi, sul 69-72 sbagliasse un libero e, sulla successiva azione che avrebbe potuto regalare la parità all’Urbe, Maresca sbagliasse il tiro (neanche poi tanto ben costruito), e che Roberts, raccolto il rimbalzo e sbagliato a sua volta il tiro, commettesse un insensato antisportivo su Fabi: game, set and match per la Viola che chiudeva sul 70-74.
Calava dunque il sipario per una Virtus Roma in evidente stato di confusione emozionale, deludente in molti aspetti del match e da questa sera anche in preoccupante, seppur logica, crisi fisica. E’ vero, l’ossigeno quando manca non lo puoi certo comprare al bar e se non c’è tutto si complica. Ma la cosa che ha destato maggiore inquietudine a fine gara è stato il modo con cui l’Urbe si sia quasi adagiata al ritmo lento, voluto dalla Viola. E’ stato altresì deludente vedere come questo ritmo lento, apparentemente anche positivo per una Virtus a ranghi ridotti, alla fine si sia ritorto contro di lei non avendole consentito di scappare avanti nel punteggio, per poi magari provare a difendere il divario. Una squadra che deve pensare a portare a casa la pelle, dicasi “quart’ultima piazza prima possibile”, non può perdere queste gare, in casa, contro una buonissima squadra come la Metextra ma, lo ripeto, priva di un faro come Chris Roberts. E non è proprio il caso di insistere anche sulla possibilità di vedere un cambio di qualità nella gestione delle gare, il roster è questo e probabilmente resterà questo, sperando che Benetti possa rientrare almeno per le ultime 4, decisive gare del campionato. Pertanto occorre fare di necessità virtù e preparare con calma questa seconda parte di stagione in proiezione Playout. Troppo presto? Spero di essere smentito dai fatti ma alla luce di calendario, qualità tecniche e calendario per questa Virtus Roma non sembra un’ipotesi remota pensare di incanalare la stagione in quella direzione: il realismo spesso salva la vita.
Infine, applausi alla Viola ma non avevo dubbi circa la consistenza tecnica e mentale di questa squadra. Una squadra che questa sera ha dimostrato ancora una volta la bontà della propria impalcatura e che può guardare al futuro con maggiore ottimismo, forte della passione e del tifo che in riva allo Stretto sembra essersi ridestato dopo lustri di anni a dir poco buii. E’ una squadra che regala poco allo spettacolo, tetragona e spigolosa questa Viola e non sarei per niente stupito se tra qualche turno la trovassimo ancora nei piani alti della classifica, magari dedita a fare qualche sgambetto a qualche squadra del girone Est nella post-season. Comunque sia, congratulazioni alla dirigenza reggina e specialmente a coach Marco Calvani, questa squadra gli assomiglia molto anche se, ne son quasi certo, in fondo in fondo gli sarà dispiaciuto battere la Sua Virtus.
Sala Stampa
Virtus Roma – Metextra Viola Reggio Calabria 70-74
Parziali: 18-23; 23-15; 14-20; 15-19
Progressione: 18-23; 41-38; 55-58; 70-74
MVP: AJ Pacher è il faro di questa Viola che si arrangia senza Roberts alla grande.
WVP: non sono dedito sparare sulla Croce Rossa ma è impensabile credere di salvarsi senza che la panchina porti il suo contributo.
Fabrizio Noto/FRED