La stanchezza batte anche l’orgoglio di una Pasta Cellino Cagliari che torna con poche energie dalla vincente campagna di Reggio Calabria (infrasettimanale del giovedì con trasferta logorante e ancora condizioni non perfette di qualche singolo) e perde in casa proprio nel momento più bello. Niente da fare contro una Moncada Agrigento più costante, che fa tesoro di uno bottino non indifferente e al tempo stessa capitalizza errori e lacune dei ragazzi in rossoblù: 73-95 il finale.
Con un primo tempo da 53 punti subiti (30 più 23 nei due quarti), è partenza a handicap per la Pasta Cellino, che fatica a sciogliersi in difesa e soprattutto trova il canestro a sprazzi, con i soli Stephens (13 punti) e Keene (10) in doppia cifra. Oltre alle enormi difficoltà negli uno contro uno difensivi e sugli aiuti, a impressionare è il 16/41 dal campo che rende impresa al limite dell’impossibile la rimonta nella ripresa.
Agrigento, anche perché forse ha giocato 24 ore prima l’infrasettimanale, ne ha di più e si vede anche nel terzo quarto, quando, dopo un tentativo di rimonta di Cagliari, riesce a rimettere le distanze a posto con due bombe di Guariglia al 29: all’ultimo intervallo è 56-78. E l’impresa, per i padroni di casa, diventa ora titanica.
La Pasta Cellino, pescando nel baule delle energie, dimostra di avere cuore e ci tenta subito. Sassolino dopo sassolino, punto dopo punto al 34’ è 63-78. Lo stesso è dura, ma almeno c’è vita. Ma i conti bisogna farli innanzitutto con la Moncada, che ha lucidità ed energia per tenere l’avversaria lontana (69-87 al 38’) e portare la vittoria in porto.
Non cerca scuse, Riccardo Paolini, al termine della partita : “Siamo arrivati alla partita con poche energie fisiche e quasi zero mentali. Mi dispiace. Mi dispiace soprattutto in virtù del fatto che sia la quarta sconfitta in casa. Ma adesso dobbiamo solo andare avanti sereni e tranquilli, cercando di recuperare al più presto le risorse mentali, prima ancora che fisiche”.
Spesso – continua Paolini – siamo stati precipitosi a livello individuale, giocando anche poco di squadra. Ma i meriti sono anche di Agrigento, capace di un’ottima prestazione. Noi abbiamo anche provato a riavvicinarci, però una volta a -14 o -12, e con il feeling della gara forse in mano, non siamo riusciti a fare tesoro delle cose buone, vanificando poi gli sforzi. Probabilmente le cose sarebbero potute cambiare con un eventuale -10 o -9, ma così non è stato”.
Pensiero finale del coach della Pasta Cellino è per i tifosi di casa. “Ci dispiace tanto anche per loro, che ci hanno sostenuto e sorretto fino alla fine, senza far mai mancare l’entusiamo. Sono convinto che la nostra gente meriterebbe qualcosa in più e queste quattro sconfitte in casa, pur con tutte le attenuanti del caso, pesano come macigni. Lo ripeto, il mio è un grosso dispiacere”.