Ci sono molte angolazioni dalle quali leggere questa notizia ed ognuna ha la sua valenza. C’è quella politica sulla quale noi di All-Around non vogliamo entrare perché tutti abbiamo libertà di pensiero ed espressione. C’è quella sportiva e sociale che ci piace molto. Si parla di sport popolare, di basket popolare nello specifico ovviamente. Cos’è lo sport popolare? E’ un fenomeno che da diversi anni si sta diffondendo anche nel nostro Paese e che cerca di far arrivare la pratica sportiva al maggior numero di persone, la massa come dicono quelli che si occupano di questa attività sociale, fuori dalla logica del profitto che regola lo sport così come lo conosciamo nella sua accezione più diffusa. “Non c’è nessuna barriera sociale-sessista-culturale-razziale-economica” dicono ancora gli attivisti dello sport popolare. Si pratica – lo sport popolare negli spazi pubblici – i play ground – recuperati dall’abbandono e si cerca di recuperare quelli ancora trascurati (la maggior parte). E si praticano tariffe davvero accessibili a tutti gli strati della popolazione. Un’oasi felice? No, certo perché le difficoltà non mancano ad ogni livello. Ma un tentativo di fare qualcosa di diverso e di importante. In questo quadro ecco che il torneo di Roma della fine di giugno e dell’inizio di luglio assume un significato importante anche per chi ancora non conosce la realtà dello sport popolare. Il comunicato di HF4
“Lo sport per confrontarsi, lo sport per conoscere, lo sport per capire: dal 29 giugno al 5 luglio a Roma si incontreranno le atlete della squadra di Basket palestinese del Palestine Youth Club e delle squadre romane popolari (Atletico San Lorenzo, Bulles Fatales, All Reds), un’opportunità di incontro unico dove lo sport rappresenta il mezzo per entrare in contatto, divertirsi e condividere le proprie esperienze sportive e di vita. Il Torneo si chiama Basket Beat Borders
Un torneo di basket e un’occasione sia per parlare con attenzione del ruolo dello sport e dicome si vive in un campo profughi libanese come quello di Shatila, che per ricordare la resistenza palestinese contro l’occupazione israeliana. Le associazioni promotrici chiedono la scarcerazione di Ahed Tamimi, la diciassettenne arrestata a dicembre per il suo impegno politico, e sostengono la campagna internazionale di Boicottaggio Disinvestimento e Sanzioni (BDS) su Israele come forma non violenta di protesta.
Il 29 Giugno a Roma arriverà la delegazione da Shatila; il cuore dell’evento sarà il 1 luglio all’Ex SNIA, via Prenestina 173 a Roma, con il torneo, dedicato alla memoria di Gaetano D’Ovidio, cooperante, amico e socio di Un Ponte Per…, grande amante del basket e del popolo palestinese, seguito da un importante momento di incontro e confronto, e una cena palestinese.
A organizzare il BBB sono David Ruggini e Daniele Bonifazi, i due attivisti che hanno ideato e realizzato la prima edizione già nel 2017; Sport Against Violence, associazione sportiva impegnata da anni in una serie di progetti ed attività in Iraq, in collaborazione con l’Iraqi Civil Society Solidarity Initiative e che dal 2007 lavora per diffondere l’idea di sport come strumento di educazione alla non violenza; Un Ponte Per…associazione che opera per la prevenzione dei conflitti in Medio Oriente e nei Balcani tramite progetti di cooperazione, interventi civili di pace e iniziative di solidarietà; Palestine Youth Clubattivo nel campo profughi di Shatila, in Libano, che lavora per aiutare i giovani socialmente svantaggiati, offrendo loro la possibilità di sviluppare uno stile di vita sano e positivo e di integrarsi nella società tramite la pratica sportiva e CELIM – Centro Laici Italiani per le Missioni– Organizzazione Non Governativa nata nel 1954 che gestisce in Africa, nei Balcani e in Medio Oriente progetti di cooperazione internazionale”.
Ufficio Stampa HF4 www.hf4.it Marta Volterra