Che la FIAT Torino facesse sul serio lo avevamo capito, del resto l’amaro in bocca (eufemismo), dopo la bella vittoria in Coppa Italia e l’incredibile fault della non qualificazione ai Playoff e che a maggio aveva lasciato il popolo dell’Auxilium senza parole, meritava un degno riscatto.
E’ in questa ottica di rilancio quindi l’arrivo di Larry Brown in panchina ed in questi giorni di Carlos Delfino in roster con Ryce White insieme a lui. Oggi la nuova di mercato, decisamente elettrizzante, l’arrivo del centro, 25enne James Michael Ray McAdoo. Un giocatore che, oltre ai due sopra citati, pone automaticamente la FIAT Torino nel ruolo di principale antagonista alla solita Milano che ormai da anni parte in pole, almeno in Italia.
James Michael Ray McAdoo ovviamente porta con sè il ricordo, negli anni ’80 e ’90, di Bob McAdoo che fece sognare Milano prima e dopo Forlì e Fabriano (dove concluse la sua carriera) arrivando dal mondo dorato e vincente dell’NBA a quasi 35 anni. A Torino ci si augura che il percorso di James Michael Ray McAdoo sia analogo anche se, avendo il nostro appena 25 anni, diviene difficile pensare che il parente del grande Bob continuerà la sua carriera in Italia. Vedremo, fatto sta che la sua presenza nel nostro campionato diviene un evento di un certo spessore, collocando la stagione di Torino in una visione d’importanza, come detto prima, di un certo livello.
La carriera di James Michael Ray McAdoo è abbastanza interessante. Dopo aver frequentato per tre anni l’Università di Nord Carolina, ha vinto due anelli NBA nelle fila dei Golden State Warriors, rispettivamente nel 2015 e nel 2017. Il 31 agosto del 2017 ha firmato un two-way contract con i Philadelphia 76ers, giocando anche contro i suoi ex compagni e firmando 5 punti in 7 minuti uscendo dalla panchina. Ha terminato la stagione 2017/18 in G-League con i Delaware 87ers. Infine è stato anche medaglia d’oro nei mondiali under 17 con i colori della sua nazionale.
Un grande arrivo dunque a Torino, ci sarà da divertirsi, sperando che chi di dovere non interferisca nel lavoro di Larry Brown.