Tutto perfetto o quasi nel primo due appuntamenti azzurri di settembre. Sulle tavole del Paladozza di Bologna è andata in scena un’Italbasket che più sacchettiana di così non si potrebbe: 101 punti segnati, 54 nel primo tempo, 48 nel secondo, 61% al tiro, 18 triple, momenti con Brian Sacchetti da centro nominale. Ma anche 82 punti e 52% dal campo concesso agli avversari.
Quando però si ha un Amedeo Della Valle da 8/11 da tre punti, Gigi Datome e Nic Melli presenti al momento giusto, un Pietro Aradori scatenato nel primo tempo davanti al suo pubblico e, finalmente, l’aggiunta di un giocatore come Jeff Brooks, che si sposa a meraviglia con i concetti tecnici del Meo, una difesa tutt’altro che perfetta diventa un dettaglio.
Aj Slaughter ha seminato il panico a lungo, ma nel secondo tempo si è capito abbastanza rapidamente che il tasso tecnico e la maggiore lunghezza in termini di uomini dell’Italia avrebbero fatto la differenza. Si è forse sofferto un po’ troppo, con quel rientro a -5 dei polacchi negli ultimi cinque minuti, ma è servito per avere una bella reazione da parte di Andrea Cinciarini, in enorme difficoltà, invece, nel primo tempo. Sua una tripla e due assist per sei punti di Datome e Della Valle che, di fatto, hanno chiuso il discorso su chi si sarebbe portato a casa i due punti e lanciato un finale di festa dove gli Azzurri hanno potuto lucrare anche sullo scarto, cosa mai da sottovalutare.
Insomma, dopo la dolorosa parentesi estiva, soprattutto dopo la bruttissima sconfitta in Olanda, è stata una prestazione che ha fatto bene a tutti. Anche a un ambiente un po’ troppo intriso di polemiche.

Nic Melli, ormai leader maximo di questa Nazionale (foto by FIBA)
Ora però, come si dice in questi casi, urge cancellare tutto e riprepararsi mentalmente per la trasferta in Ungheria di lunedì. Troppe volte, quando sembravano essere già oltre l’ostacolo, siamo finiti per farci del male con le nostre stesse mani.
I magiari hanno vinto facilmente proprio in Olanda, e già solo questo deve essere un campanello d’allarme da tenere ben saldo in testa: andare con l’atteggiamento mostrato in estate rischia di essere un suicidio non indifferente. Considerata la Lituania (vincente 84-83 in Croazia) fuori portata, è vietato sbagliare contro le altre. Consapevoli che quattro vittorie in sei partite garantiscono la qualificazione e, comunque, un bis lunedì permetterebbe di avere un piede e mezzo ai Mondiali.
Ovviamente servirà un altro atteggiamento difensivo. Ieri sera sono mancati quasi del tutto i meccanismi di squadra dietro. Tante rotazioni saltate, diverse incomprensioni, tiri aperti concessi in quantità industriale: le percentuali polacche non sono state propriamente casuali.
E’ chiaro che non si può pretendere da un gruppo assieme da venti giorni la perfezione, ma serve più attenzione da tutti perché, come sottolineato da diversi giocatori, in trasferta non puoi sempre permetterti di provare a segnarne uno in più degli altri.
Servirà la leadership che hanno chiaramente mostrato Datome e Melli, capi indiscussi del gruppo, tecnicamente ed emotivamente. Non dovesse entrare il tiro, loro per primi dovranno far stare calma la squadra. Che, dal canto suo, dovrà essere pronta a farsi trovare concentrata in ogni suo interprete, anche in chi magari oggi non ha giocato (Filloy, Michele Vitali).
Certo, poi servirà anche quella faccia tosta vista al Paladozza. Della squadra che sa di essere superiore e gioca con quel briciolo di leggerezza che le permette un canestro difficile in un momento cruciale. Perché, nonostante tutto, questo gruppo ha valori non indifferenti, a far da contraltare a limiti riconosciuti.