Succede che le partite di pallacanestro vadano raccontate a partire dalla fine, magari dagli ultimi due minuti. E’ il caso della semifinale andata in scena al Pala Dozza di Bologna tra Novipiù Casale Monferrato e DèLonghi Treviso per la Supercoppa di A2 della Lega Nazionale Pallacanestro. Ha vinto Casale 91 a 90 con il più straordinario canestro da 3 a tre secondi dalla fine di Bernardo Musso, italo-argentino, uno degli ex della serata.
Fino ad allora le due squadre avevano giocato una partita di assoluta parità pur mettendo in campo le rispettive caratteristiche. Grandi individualità e capacità di trovare spazi e canestri per la squadra veneta; straordinaria organizzazione difensiva ed offensiva come da sua tradizione e da tradizione di coach Mattia Ferrari per casale. Da una parte, Treviso, Amedeo Tessitori e Michele Antoniutti a fare i padroni del gioco e dei punti segnati dall’altra i due americani piemontesi, Tinsley e Pinkins col primo poco appariscente ma efficacissimo nel mettere a segno i canestri importanti ed in ritmo i compagni ed il secondo bravissimo ad entrare in partita quando casale ha dovuto recuperare il break di 9 punti che la DèLonghi ha prodotto all’inizio del secondo quarto.
Gli italiani? Bene tutti da una parte e dall’altra perché la partita è stata ben giocata e davvero è sembrata una di quelle partite di stagione regolare pesanti, di quelle che assegnano due punti più importanti di altri. Insomma sempre pari salvo qualche strappo più di Treviso che di Casale che ha sempre avuto il carattere di recuperare. Fino a 3’07” dalla fine quando una tripla del play di Treviso, Wayns è sembrata far prendere ai veneti la strada della finale, 75 a 79. Anche perché il rientro in campo di Tessitori ha prodotto un pò di sconcerto nell’attacco di Casale che si è divorato un paio di canestri facili che potevano aver spostato l’equilibrio. A questo punto Musso e Tinsley di Casale hanno segnato cinque punti di seguito costringendo Treviso ad un ennesimo sforzo che a 50″ dal termine ha messo il punteggio sull’81 ad 84 per Treviso. Ed è cominciata la litania dei tiri liberi:Tessitori-Pinkins-Burnett-Tinsley-Wayns-Musso ed Antoniutti che a 7 secondi dalla fine ha fatto uno su due, 88 a 90. Sul rimbalzo e relativo possesso Musso ha tirato da 8 metri e l’ha messa. La successiva rimessa trevigiana ha rodotto un tiro che è finito sul ferro e basta.
Quarantacinqie minuti dopo hanno giocato la Bertram Tortona e la Lavoropiù Fortitudo Bologna 103. Che al di là del punteggio finale,75 ad 89 per i bolognesi, non ha avuto storia. Perché la Fortitudo ha messo subito in campo tutta la sua classe, fisicità, forza, esperienza e capacità di lettura delle partite. Dopo 4 minuti e 16 secondo il punteggio era 10 a 0 per i bolognesi con l’attacco felsineo molto facilmente a segno e quello di Tortona in grande difficoltà anche solo nel vedere il canestro e quindi costretto a scelte di tiro difficili. La gara è andata avanti così salvo qualche sprazzo piemontese quando gli uomini di coach Pansa sono riusciti a muovere la palla velocemente senza palleggi facendo muovere i “grandi e grossi” giocatori avversari.
Allora sono arrivate buone azioni, buoni tiri e qualche buon canestro. Poca roba però di fronte ad una squadra che ha fatto pagare alla Bertram ogni errore che ha commesso con una lucidità clamorosa. Bensissimo Hasbourck, benissimo Roselli e Leunen che in A2 può spiegare pallacanestro anche meglio di come faceva in Lega A.
Eduardo Lubrano