Il capitano di una nave abbandona il battello solo dopo essersi accertato che nessuno ci sia più a bordo durante un naufragio e dopo essersi assicurato che tutti i membri dell’equipaggio abbiano fatto in pieno il loro dovere.
Per caratteristiche umane, personali e tecniche Giulia Bernardini incarna perfettamente il ruolo del capitano. Infatti è il leader del Gruppo Stanchi Athena. Che non sta naufragando affatto, anzi. Ma sta attraversando un momento difficile: cinque sconfitte consecutive, l’ultima delle quali, a Savona, certamente inaspettata nelle dimensioni. E come ogni capitano che si rispetti, Giulia Bernardini non si tira indietro quando c’è da affrontare i momenti difficili.
“Credo che i problemi che stiamo attraversando in questo momento possiamo risolverli certamente parlando tra di noi ma soprattutto confrontandoci tra noi giocatrici ed aiutandoci tutte insieme. Su tutto però deve esserci il lavoro in palestra. Sono delusa ed arrabbiata per il modo in cui abbiamo perso a Savona. Siamo state concentrate sulla partita per tutto il fine settimana ma poi non siamo state pronte a reagire alla loro vivacità iniziale Dall’allenamento di martedì a San Ponziano dobbiamo metterci in testa che in questo campionato ogni pallone ed ogni secondo è oro. Dobbiamo ricreare in allenamento le situazioni della partita e metterci addosso la pressione del sabato o della domenica”.
Se dovesse identificare i maggiori problemi che state incontrando in campo in questo momento, quali metterebbe al primo posto?
“Facciamo poco canestro rispetto alla quantità di tiri che ci prendiamo. Alcuni errori effettivamente sono un po’ troppo semplici per un gruppo di giocatrici così determinate e concentrate come sappiamo essere noi. Arriviamo a tirare perché a rimbalzo come sempre ci andiamo bene, tanto in attacco quanto in difesa e con continuità ma poi è come se ci perdessimo nella fretta di andare a canestro. L’impatto con la nuova serie per adesso ha un po’ cambiato le nostre certezze. Eravamo una squadra che segnava tanto ed ora fatichiamo ad arrivare a 60 punti. Eravamo una squadra molto forte in difesa ed oggi subiamo canestri in modi fino a ieri impensabili per noi. E’ necessario sbarazzarci della paura di vincere che sembra averci preso in questo inizio di stagione perché noi possiamo vincere”.
In questi casi il lavoro appunto si dice che sia la medicina migliore. Il Gruppo Stanchi Athena ne ha un’altra?
“Si chiama GRUPPO, proprio come è scritto nel nome del nostro sponsor. E’ la caratteristica principale di noi giocatrici di Athena che siamo cresciute insieme in questi anni dalle giovanili ad oggi. Un gruppo dove i problemi si affrontano sempre quali che essi siano. A cominciare dal fatto che ognuna di noi deve capire di dover essere disponibile a sostenere le sue compagne, ad aiutarle a “sputare il sangue” se serve. La nostra disponibilità verso ognuna di noi deve essere il nostro punto di forza”