Roma, 9 dicembre 2018 – Che i nostri massimi sistemi sportivi professionistici stiano attraversando un periodo complesso e difficile a causa dell’atavico dilemma che li pone (ormai da lustri), davanti al dover trovare le corrette soluzioni ai diversi problemi organizzativi e gestionali che dovrebbero prevenire, studiare e risolvere (in fondo, son pagati o no per far questo?), sempre in bilico tra il dover fare la cosa giusta o fare la cosa che più conviene a loro per generare un facile consenso in funzione ad una rielezione al proprio “sacro” posto, era chiaro e visibile anche a coloro che per vederci bene sono costretti a dotarsi di cannocchiali digitali di ultima generazione.
D’altronde, in strutture testè citate dove a volte la professionalità ed il dilettantismo si mischiano talmente bene e sono talmente labili tra loro da non riuscire a capirne la differenza, allo stesso modo in cui si può confondere il cattivo gusto da quello buono, non vedere che stia montando in maniera netta un problema appare quasi naturale o scontato.
Premessa, rivolta a chi non leggesse di frequente i miei articoli, cosa assolutamente logica. Il sottoscritto non ha mai inteso ascrivere alla terna arbitrale qualsiasi gara avversa pensando, da sempre, che le gare le decidano i giocatori in campo. Ho sempre agito così da giocatore, da appassionato e da circa un decennio da commentatore delle gare di basket alle quali ho assistito. Ho sempre pensato infine che gli arbitri siano in buona fede commettendo i loro errori, come qualsiasi altro giocatore od atleta. E nei miei articoli, non sono mai, o quasi, citati come fattore determinanti ai fini di un risultato finale.
Per entrare quindi sempre più nello specifico ed uscendo fuori dalle metafore introduttive, proprio ieri sabato 8 dicembre, nel corso degli anticipi dell’11° turno di Serie A2 girone Est e girone Ovest, le terne arbitrali sono state fatte oggetto di pesanti (e fondate), critiche post-gara da due società come l’Aurora Basket Jesi e l’Eurobasket Roma, di solito assolutamente schive a queste manifestazioni, a loro avviso vittime di alcune decisioni avverse.
Mentre per la società romana il fatto incriminato e denunciato da parte del GM Davide Bonora (l’esplusione di coach Corbani con due tecnici uno dietro l’altro sarebbe stata la classica goccia che ha fatto traboccare un vaso già pieno), non può essere additato come la causa della sconfitta interna subita, la prima in stagione, per mano di un’Orlandina solamente più forte e meno arruffona dei biancoblu (di cui sopra l’intervento nel post-gara di ieri), ma solo un logico sfogo di una dirigenza che negli ultimi tempi ha subito diverse sviste, a volte anche clamorose, per il team arancioblu marchigiano invece trattasi di alcune scelte arbitrali decisive per l’andamento del match, perso a loro volta in casa vs Ravenna. Così decisiva che stamane il sodalizio dell’Aurora Basket Jesi ha emesso questo comunicato:
L’Aurora Basket intende manifestare il proprio totale dissenso e avanzare formale protesta verso la direzione arbitrale della terna formata dai Sig.ri Costa, Lestingi e Giovannetti che ieri sera, inopinatamente, ha condizionato l’esito della sfida al Pala De Andrè contro Orasì Ravenna. Con la massima tranquillità ma con altrettanta fermezza l’Aurora basket non può accettare, riviste alcune azioni di gara e in special modo le immagini degli ultimi 23’’, “lo scippo” che ha sottratto, ingiustamente, alla nostra squadra due legittimi e preziosissimi punti nella corsa alla salvezza.
Volendo “generosamente” soprassedere sul trattamento riservato a Leonardo Totè (tre falli in un amen di cui almeno il terzo inesistente e non è la prima volta che accade), dal fallo assurdamente non rilevato di Gandini su Rinaldi in poi, con la Termoforgia a +3 dopo aver catturato un rimbalzo e palla in mano a 23’’ dalla sirena, sono state assunte decisioni arbitrali incomprensibili, fuori da ogni regola di normale applicazione di regolamento e per questo non giustificabili. La “perla” del quinto fallo inesistente fischiato a Kevin Dillard (su cui andava rilevato un fallo di Cardillo ed un tentativo di contatto col giocatore a terra di Laganà) , la fiscale interpretazione del contatto tra Rinaldi e Smith a favore di Ravenna hanno completato un’opera scritta a tre mani decretando un verdetto ingiusto e tecnicamente irregolare nei confronti della Termoforgia.
Il conseguente quanto assurdo e inopportuno festival di tecnici ed espulsioni a due esempi di correttezza come coach Cagnazzo ed il capitano arancioblù Tommaso Rinaldi, che meriterebbero al contrario le scuse della terna, sono uno schiaffo agli sforzi quotidiani di una squadra e di una società che anche do menica scorsa ha evitato di parlare di episodi sfavorevoli che pure ci sono stati ed hanno inciso (basti pensare al tiro libero annullato nel finale a Dillard), sull’esito del match casalingo con Verona. Il reiterarsi di comportamenti arbitrali frutto probabilmente di una totale inadeguatezza al ruolo costringono l’Aurora basket a rivendicare una maggiore attenzione e un minor protagonismo da parte dei fischietti di turno anche come forma di rispetto verso una società che disputa da più di un ventennio questo torneo e che ieri sera, con merito e grande abnegazione, si era meritata sul campo di vincere una gara fondamentale per la propria rincorsa alla salvezza.
L’Aurora basket comunica infine che la protesta societaria sarà formalmente portata sui tavoli di chi ha l’onere ed il dovere di preservare la regolarità del campionato e che dovrà adottare le opportune contromisure per far si che ciò accada, con provvedimenti adeguati nei confronti della terna arbitrale di ieri sera a Ravenna. Sui nostri canali social verranno pubblicati a breve i contributi video degli episodi oggetto di contestazione.
Parole pesanti perchè scritte e comunicate pubblicamente, non certo un logico e sentito smoccolamento post-gara per la solita partita andata storta per i troppi liberi fischiati contro o per quel “passi” non visto decisivo.
Per produrre una tale missiva dunque significa che la misura è colma, quantomeno a Jesi. Il problema è che purtroppo il sottoscritto, che segue da anni ormai specialmente la Serie A2, non si sente di condannare tout court le rimostranze della dirigenza jesina. Per non parlare poi delle lamentele pubbliche dei dirigenti di Agrigento e quelle anche della Virtus Cassino…
Un dato è certo, comunque che troppe volte, ed in particolar modo in questo campionato edizione 2018-19 della Serie A2, sono stato personalmente testimone di decisioni arbitrali durante le gare viste dal vivo, non quindi dal web, a dir poco controverse se non addirittura al limite dell’inverosimile. Si va dalla decisione presa dall’arbitro più lontano all’azione in questione alla non rilevazione di infrazione delle più svariate specie. Di base, se ne vedono di tanti colori anche se poi alla fine le gare le decidono sempre i giocatori come è ovvio. Comunque il metro delle valutazioni spesso mutano da periodo a periodo.
Altro esempio? Squadre che non subiscono falli contro per un quasi un intero periodo se ne vedono fischiati tre o quattro contro quasi in successione, come a voler sancire una sorta di equa ripartizione dei danni subiti e che forse prima se ne potevano fischiare altri.
Il fondo si tocca allorquando purtroppo vengono sanzionati i tecnici. Lo si fa spesso con troppa fretta, quasi a voler imporre la propria presenza in campo oltre all’autorità. E’ giusto limitare le esternazioni troppo forbite di tecnici od allenatori ma spesso è l’adrenalina a compiere questi gesti, arbitri esperti o più navigati lo dovrebbero sapere, in fin dei conti anche gli arbitri possono sbagliare e “provocare” una reazione umana. Invece…
La situazione è dunque ad un livello critico. Non irreversibile ma critico, i giovani arbitri che son stati promossi con merito in Legabasket A, hanno lasciato il posto a colleghi ancora poco esperti con le conseguenze che abbiamo sotto gli occhi. Occorre una raddrizzata, magari designando di nuovo gli arbitri prima citati e promossi al piano di sopra in Serie A2 e provare a non pensionare subito arbitri che potrebbero ancora svolgere il loro mestiere in modo egregio. Serve qualità per avere uno spettacolo, oltre che un risultato agonistico, credibile.
Occorre agire, possibilmente immediatamente. Ma chi di dovere avrà il coraggio di farlo?
Fabrizio Noto/FRED