Torino, 22 dicembre 2018 – Forse è il momento più delicato della stagione per la FIAT Torino ma anche per la OriOra Pistoia, domenica 23 dicembre alle 18:30 l’una contro l’altra al PalaVela per l’11° turno di Legabasket A.
Entrambe le squadre si trovano nei bassifondi della classifica, a quota 6 punti condividendo la modesta cifra di sole 3 vittorie e ben 7 sconfitte nelle prime 10 giornate di campionato. Ci vuol poco quindi a desumere che questa gara sia appunto molto delicata per entrambe, anche in ragione della classifica corta, soprattutto nella sua parte centrale e finale in chiave Final Eight di Coppa Italia. Infatti le tre squadre al 6° posto in classifica, con 10 punti, non sono così lontane ma occorre un finale di girone d’andata di assoluto livello per riprenderle.
In casa FIAT Torino, reduce dalla sconfitta di Varese, ci si proverà senz’altro a ripartire davanti al pubblico di casa, che con biglietto o abbonamento potrà godersi a partire dalle ore 15:00 anche lo spettacolo della festa di Natale delle giovanili e dei Damove. Per quanto concerne il roster i gialloblù scenderanno in campo al completo (ad eccezione dell’ancora indisponibile Tekele Cotton) e con i recuperati Carlos Delfino, Peppe Poeta e Tony Carr, il primo colpito duro a Malaga nell’ultima trasferta di 7Days Eurocup, gli altri due a riposo precauzionale in vista proprio dell’incontro con i toscani. Il clima però non è sereno. A confermare quest’aria un pò strana attorno all’Auxilium c’è un comunicato ufficiale della dirigenza gialloblu che smentisce una trattativa in essere con il Gruppo Leonis per rilevare il club, messo comunque in vendita dalla Famiglia Forni.
Ma attenzione a questa Pistoia. Sebbene sia a sole 3 vittorie come questa FIAT Torino balbettante e recalcitrante, il team di coach Alessandro Ramagli è in crescita avendo poi ottenuto due delle tre vittorie in trasferta e nelle ultime 5 gare di campionato. Il calendario dei biancorossi di Toscana sarà poi molto impegnativo affrontando poi in rapida successione in 8 giorni prima Trento e dopo Cantù: se la classifica non muta, saranno gare da giocare al massimo per la salvezza.
Lo sa benissimo coach Alessandro Ramagli il quale, nella consueta conferenza stampa pre-gara, da Grande Saggio non vuole però guardare troppo oltre:
“Pensare a tre partite alla volta sarebbe il modo migliore per approcciare male la prima ed è un errore che non vogliamo fare. Indubbiamente sappiamo che è un momento molto particolare della stagione, in cui si gioca spesso e in cui non è facile tenere la barra dritta, anche sul piano mentale: ne ho parlato con i ragazzi e mi sembra che le risposte, almeno per quanto riguarda il lavoro di questa settimana siano state positive”.
Alessandro Ramagli si sofferma poi a parlare del momento della squadra piemontese:
“Presentare Torino è complicato: hanno cambiato davvero tanto in queste prime dieci giornate, hanno avuto problemi anche per quanto riguarda la guida tecnica, con coach Brown costretto a fare spesso la spola con gli Stati Uniti e dunque prendere le loro misure non sarà semplice. Sicuramente su due aspetti non dovremo farci cogliere impreparati: sul piano fisico dovremo essere pronti a tenere botta contro una squadra grossa e profonda e, a livello motivazionale, non dovremo pensare troppo a loro, ma concentrarci su noi stessi, anche in termini di pazienza o accettando senza ansie una partita in cui magari potremo anche essere chiamati a dover rincorrere”.
Coach, però rispetto alla gara persa con la Virtus Bologna servirà un impatto diverso?
“Sì, ma non dobbiamo pensare che se partiamo 10-0 Torino esca dal campo e rientri negli spogliatoi. Dobbiamo, nello specifico, migliorare a livello di stabilità: capire che difficilmente noi potremo vincere di 20, spaccando le partite con il talento puro, e accettare ciò che questo, mentalmente, comporta. Poi ci sono sfaccettature di tipo tecnico, perché stabilità non è solo un concetto mentale. Dobbiamo, per esempio, controllare meglio i rimbalzi, perché se non lo fai non puoi essere stabile, e anche in questo senso si spiega l’ingaggio di Gladness, un giocatore a cui non chiediamo quindici punti e trenta minuti a gara, ma che deve darci quello che ad esempio ci ha saputo dare con Brescia, che poi è quello che ha sempre fatto nell’arco della sua carriera”.
Coach, due battute sui singoli giocatori:
“Kerron Johnson deve imparare a essere più stabile quando la squadra rischia di non esserlo, ma non dobbiamo pensare che la qualità della nostra performance passi solo dal playmaker. Per quanto riguarda la clausola di Dominique spero che si chiarisca presto la sua posizione. Del resto sapevamo che saremo arrivati a questo momento, ma, proprio per poter avere quella stabilità di cui sopra, spero che prima possibile si sappia se proseguiremo tranquillamente con lui o se dovremo guardarci attorno”.