Il ruolo di Presidente che ricopro comporta, tra i vari doveri, quello di rapportarsi con il Pubblico, soprattutto nei momenti critici. E’ sotto gli occhi di tutti una prima parte di stagione ampiamente deludente, frutto sicuramente di errori. Errori di chi? Certamente non del Pubblico, ma della proprietà, dei dirigenti, del coach, dei giocatori. Gli errori fanno parte dello sport come della vita e noi stiamo cercando di imparare dagli errori stessi, grazie anche alle critiche. Naturalmente in questi anni qualche cosa di positivo l’abbiamo realizzata: il sogno della serie A, la stessa permanenza della Squadra nella massima serie, la conquista della Coppa Italia sono obiettivi importanti per una Società giovane ed una proprietà “familiare”. Solo una passione infinita ed enormi sacrifici, anche economici, hanno consentito tutto questo. La stessa passione vostra. Ora è importante non dissipare questo grande patrimonio rappresentato dal marchio Auxilium in serie A; personalmente sto lavorando in questa direzione, senza curarmi di chi sta diffondendo notizie false e seminando odio. Per amore della Maglia sto cercando chi possa aiutare tutti noi tifosi della Fiat Torino Auxilium a portare avanti il Sogno. Facciamo in modo che chi arriverà si innamori del nostro Palazzetto e del nostro tifo appassionato, e non trovi invece un ambiente carico di negatività. Fatelo non per me, ma per Torino e per l’Auxilium.
Antonio Forni
Insomma sembra che ci siamo. Saranno anche notizie “false” come dice il Presidente Forni ma la sua lettera aperta qui sopra ha tutta l’aria di un addio all’Auxilium da parte della famiglia. Alla quale va dato atto di aver fatto molto per la pallacanestro sabauda non solo riportandola nella massima serie, non solo chiudendo l’accordo con la più importante azienda italiana – la Fiat – ma anche per quello che ha fatto sul territorio. Quello che stona e spiace nel leggere queste righe – simili ahimè a tante già lette in occasioni simili, è il senso di vittimismo che la pervade, il sentimento di agnello sacrificale. Quell’aria di eroi in caduta di popolarità dopo un periodo di felicità.
Nessuno costringe nessuno a fare un’operazione come quella di acquisire una società sportiva ed a maggior ragione oggi ci sono milioni di modi per sapere esattamente a cosa si va incontro e fior di esperti legali, economici, commercialisti che possono e devono informare chi vuole fare una cosa del genere su rischi, costi ed impegni che comporta. Piangere dopo, scusate il gioco di parole, fa un pò ridere. E soprattutto sarebbe bello che si imparasse ad uscire di scena – se questa è un’uscita di scena – in modo dignitoso. Io non vivo Torino ma ho molti amici ed appassionati di pallacanestro che sono di lì e nessuno, nessuno anche i più critici verso la gestione Forni mi ha mai parlato di “odio”. Un sentimento forte che si riserva a faccende della vita molto importanti e diverse. E che non deve essere mischiato ad una situazione del genere. Speriamo che se ne esca tutti bene, per ora la sensazione è che non sia affatto così
Eduardo Lubrano