Anche il derby di ritorno è della Virtus Roma: 94 a 73 alla Leonis. Si è giocato a Ferentino, al Pala Ponte Grande ma la squadra di casa aveva troppe attenuanti per potersi opporre alla più forte squadra del girone per adesso.
Perché il cambio di allenatore, Corbani via lunedì pomeriggio dentro Luciano Nunzi al primo allenamento martedì mattina e l’assenza di Alessandro Piazza playmaker sopraffino, sono alibi che non si possono concedere. Specie per una Leonis che ha una clamorosa mancanza di fiducia nei propri mezzi. Il nuovo coach Nunzi ha provato ad inventarsi Fanti, Jones, Bushati ed anche Amici nel ruolo di creatore di gioco ma tutti e tre possono portare la palla oltre la metà campo e basta non certo creare gioco e dare ordine.
Di contro la Virtus ha giocato una partita perfetta con Nic Moore che è stato un playmaker vero che si è dedicato prima a mettere in ritmo i suoi compagni – in particolare Henry Sims che è sembrato divertirsi in surplasse – e poi ha messo punti anche nel suo tabellino. Intorno a loro bene Landi ed un redivivo Alibegovic.
La partita è durata sì e no dieci minuti, quelli del primo quarto quando Moore e Sims hanno aperto in ogni modo la difesa della Leonis e di segnare canestri consecutivi ma anche di farli segnare ( per esempio a Sandri spalle a canestro da post basso Sandri contro Amici decisamente fuori partita) ed a Landi comodamente da 3 punti. Così arrivati alla prima sirena sull’8 a 22 si è capito che la stracittadina/di provincia avrebbe preso la strada della squadra di coach Bucchi salvo miracoli.
Che non ci sono stati nè nel secondo quarto nè tantomeno negli altri due quarti, controllati agevolmente da Moore e soci. Se qualcosa di buono si può dire sulla Leonis certamente c’è da rilevare il ritorno ai livelli di Trieste di Federico Loschi al tiro da tre e la predisposizione di Andre Jones – ma si conosceva – nel fare canestro. Senza Piazza ancora per 4 o 5 partite sarà dura ma Nunzi ha l’esperienza per costruire qualcosa di buono cominciando a lavorare sulla difesa. Perché quando difendono a zona quelli della Leonis – e questo non dipende dagli allenatori – hanno la preoccupante “disponibilità” a prendere molti canestri dal centro della loro difesa che è proprio la negazione del concetto di difesa a zona. Dunque servirà il lavoro del coach al quale va il migliore in bocca al lupo, ma anche moltissima buona volontà evoglia di lavorare di tutti i giocatori.
Il commento di coach Piero Bucchi al termine del match: “Complimenti ai miei ragazzi per una partita giocata con grande spirito e atteggiamento. Era una sfida mentalmente molto complicata: eravamo pronti e carichi perché ci aspettavamo una squadra battagliera, soprattutto dopo il cambio dell’allenatore”.
Eduardo Lubrano