Siena, 08 febbraio 2019 – Fu Karl Marx a dire “…La storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa“.
La sensazione che ci si trovi dinnanzi una farsa, oggi, fa da regina.
Dopo nemmeno cinque anni di corso la nuova Mens Sana basket 1871 è di nuovo sull’orlo del baratro.
Che la situazione non fosse rosea si poteva già intuire dal precampionato, in cui la società si vede comminare 3 punti di penalità per non aver saldato in tempo gli oneri legati alle tasse federali. La famiglia Macchi nega ogni tipo di problema e asserisce che le cose si sistemeranno.
I primi scricchiolii a livello finanziario e strutturale però si sentono chiaramente in autunno (qui il mio primo articolo a proposito), ma la famiglia Macchi si ostina a non dare atto della cosa.
Sto parlando del lodo Simonovic e della denuncia di Turner.
Marko Simonovic ed Elston Turner lamentano di non aver ricevuto quanto gli spettava dalla stagione 2017-18 (rispettivamente 40.000€ e 32.500$). La conseguenza, quasi immediata, è il blocco del mercato.
Di lì in poi sarà un susseguirsi di eventi in una sorta di climax discendente. Si arriva ad un totale di undici (11!) lodi da saldare. La situazione quindi precipita, con tanti giocatori dati in partenza già a dicembre (Pacher e Poletti su tutti) e la minaccia seria di vedersi comminare un’altra penalità o addirittura l’esclusione dal campionato.
La città impazzisce ed è tutto un susseguirsi di notizie e rumors, e come spesso accade si scade nelle leggende metropolitane. Saltano fuori storie su affitti non pagati, sfratti rischiati e debiti inimmaginabili da saldare. Diventa quasi impossibile distinguere le voci se non in base alla credibilità che si dà all’interlocutore.
Intorno al 20 gennaio arriva il primo addio. Mitchell Poletti, dopo una prima parte di stagione da protagonista, dà l’arrivederci per approdare alla Tezenis Verona.
Se sportivamente parlando la perdita di Poletti è un grave colpo, a livello di finanze è un giocatore in meno da pagare. Senza parlare di un buyout cospicuo.
Anche il più polemico dei tifosi avrebbe, non dico condiviso, quantomeno compreso questa scelta se posta in questi termini.
Invece la società persevera nella linea “non ci sono problemi” ed addirittura promette di sbloccare il mercato in entrata.
Intanto la Polisportiva Mens Sana, lamenta bollette e debiti non saldati. Tanto da costringere la squadra a spostarsi da Siena a Colle val d’Elsa (comune limitrofo).
A questo punto è Paolo Moretti a gettare la maschera. Il tecnico aretino infatti, dopo la sofferta vittoria con Cassino, parla apertamente di “situazione di difficile gestione” (qui il review completo). Il coach fa poi i complimenti a staff e giocatori per come si sta affrontando il tutto.
Ma le sue sono parole dure che colpiscono allo stomaco.
Inizia così la settimana più lunga -e forse degradante- della recente storia mensanina.
La società infatti, come se non bastassero tutti i fatti raccontati fin qui, si trova nel mezzo della tempesta perfetta.
Mike Hall accusa di razzismo il PalaEstra, i tifosi finiscono su Striscia la Notizia per uno striscione polemico, la giba annuncia di monitorare con attenzione Siena, Pacher è dato in partenza (con conseguente smentita) e i giocatori scioperano.
La famiglia Macchi, finalmente, è costretta ad ammettere che qualche problema in effetti c’è. Dal canto loro reclamano tanti crediti non incassati (880.000€?).
La versione del presidente è che sponsor e creditori si rifiutano di pagare il dovuto ad una società data per spacciata da quasi tutte le parti in commedia.
A questo punto ci sarebbero tante domande a cui rispondere, ma il sottoscritto non ha la sfera di cristallo.
Per come appare il quadro oggi, la linea -obbligata- della società sembra quella di voler finire a tutti i costi il campionato senza dichiarare fallimento. Questo anche a costo di andare incontro ad una retrocessione che sarebbe immeritata per il valore tecnico espresso in alcune fasi del campionato.
Ciò non vuol dire che ci riusciranno.
Emanuele Giorgi